Sentenza su Sgarbi: è «insindacabile» ma non può insultare

Sentenza su Sgarbi: è «insindacabile» ma non può insultare La Consulta e i parlamentari Sentenza su Sgarbi: è «insindacabile» ma non può insultare ROMA. Non è possibile ricondurre l'intera attività politica dei membri delle Camere nella sfera della funzione parlamentare, perché la prerogativa sancita dall'articolo 68 della Costituzione (insindacabilità delle opinioni espresse e dei voti dati dai membri del Parlamento) si trasformerebbe in un privilegio personale. Le opinioni espresse dal membro di una Camera possono essere legittimamente coperte da immunità se vi e una «connessione funzionale» tra esse e l'esercizio delle attribuzioni del parlamentare. Lo ha ribadito la Corte Costituzionale annullando la deliberazione di insindacabilità adottata nel settembre 1995 dalla Camera dei Deputati per alcune dichiarazioni (nel gennaio 1993 in una intervista ad un quotidiano) di Vittorio Sgarbi nei confronti di Achille Bonito Oliva, allora candidato alla carica di direttore della Biennale di Venezia. |Agi|

Persone citate: Achille Bonito Oliva, Sgarbi, Vittorio Sgarbi

Luoghi citati: Roma, Venezia