«Ciampi esalta la concertazione» di Roberto Ippolito

«Ciampi esalta la concertazione» I LEADER Pi OSI E UIL Ai. COÌ1E OGGI TOCCA A COFFERATI (CGIL) «Ciampi esalta la concertazione» Larizza e D'Antoni: ci ha detto, dialogate retroscena Roberto Ippolito ROMA Un lungo amarcord. «E, tu, tiricordi quando...»: il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi prima con il segretario della Uil Pietro Larizza e poi con il leader della Cisl Sergio D'Antoni ripercorre tanti episodi vissuti insieme. «Una conversazione tra vecchi amici che si ritrovano», dice Larizza. E così, nei due colloqui separati e a quattr'occhi (ovvero senza testimoni), scorrono tante immagini del cammino compiuto dall'Italia negli ultimi anni. A un certo punto Ciampi riferisce un episodio con particolare compiacimento: «Sono stato due giorni in visita ufficiale in Germania ed è stata una visita di successo. Mi sono reso conto che la credibilità del nostro Paese è alta, non c'è paragone rispetto all'immagine che avevamo un tempo». Ricordi, ricordi più o meno recenti. Ma possibile che Ciampi apra gli incontri con le parti sociali consultando due sindacalisti di punta e si limiti a guardare indietro? «Ovviamente il Presidente non interferisce con l'attività del governo di Massimo D'Alema», risponde diplomatico D'Antoni. «Sbaglia chi pensa che Ciampi abbia promosso questi incontri per parlare di pensioni o di qualsiasi argomento strettamente legato all'attualità», av- verte Larizza. E del resto è lo stesso Ciampi a far presente ai primi due ospiti: «Avevo previsto questi incontri subito dopo la mia elezione». E, come spesso accade, l'accavallarsi degli impegni provoca un ritardo nella tabella di marcia concepita originariamente. Così il faccia a faccia con le parti sociali finisce per coincidere con una fase di turbolenza nella discussione con i sindacati su tutti i problemi del lavoro e su quelli delle pensioni (per le quali i sindacati si oppongono a qualsiasi intervento, sollecitato invece dalla Confindustria). Ciampi non può, né naturalmente vuole, mettere il dito in materie di competenze del governo. Però chi ha occasione di parlare con lui (e tanti dirigenti politici e ministri sono stati ascoltati negli ultimi giorni dal Quirinale) trova il Presidente molto ricco di idee sulle questioni sociali, pronto a delineare scenari e proposte. E si rende conto di una cosa: i sindacati non hanno nulla da temere da Ciampi. Immaginare pressioni da parte del Presidente per far ingoiare minestre indigeste appare molto lontano dalla realtà. Da giorni Ciampi insiste infatti su un concetto che gli è caro: i sindacati in Italia hanno dato un contributo molto positivo al risanamento finanziario. Il Presidente si mostra ancora come il teorico e massimo sostenitore della concertazione, il confronto tra governo, sindacati e datori di lavoro sui grandi temi del lavoro e della politica economica. E così l'accordo del luglio 1993 sulla politica dei redditi fa capolino negli incontri di ieri con Larizza e D'Antoni: all'epoca Ciampi era presidente del Consiglio. «Questo lo posso dire: Ciampi attribuisce un valore fondamentale alla concertazione», riferisce Larizza dopo il colloquio. E D'Antoni conferma: «Il tema al centro della discussione è la concertazione come valore, come strategia, come risorsa. Ciampi esalta l'importanza della concertazione, ma chiaramente tocca ai protagonisti della concertazione riempirla di contenuti» Tutto questo può appare un richiamo generico a principi condivisi. Ma oggi, in realtà, è sostanza. Per esempio D'Antoni con Ciampi parla di concertazione, però è diffidente rispetto a D'Alema: «Se vengono inventati temi fuori da quelli concordati puntualizza - si rompe il clima di confronto». Ovvero: la Cisl avverte di nuovo il governo a lasciar perdere le pensioni e a rispettare l'impegno preso da D'Alema a evitare lacerazioni. Programmati da tempo, gli incontri arrivano quindi in un momento delicato, quando i rapporti tra governo e sindacati sono al minimo storico. E la decisione di tenerli comunque è stata molto ponderata al Quirinale: «Il Presidente - rivelano alcune fonti - si è trovato davanti a un bivio: rinunciare o invitare lo stesso le parti sociali e ha ritenuto opportuno andare avanti». Magari si fa affidamento sul momento magico di Ciampi che, grazie anche alla benevolenza dell'opinione pubblica, può prendere le redini di alcune situazioni; per esempio, i contatti con i partiti hanno rilanciato il dibattito sulle riforme istituzionali. Quello che è accaduto per le riforme istituzionali si replica per i temi del lavoro e dello sviluppo? Probabilmente Ciampi ci prova. «Dialogate» è il messaggio che il Presidente comincia a lanciare parlando con Larizza e D'Antoni. Insomma gli incontri ideati da tempo possono servire a ricucire quel dialogo tra governo e sindacati frantumatosi nelle ultime settimane. Nei primi due incontri, trapela, Ciampi lancia un appello rivolto a tutte le parti sociali: «Nessuno deve disperdere il valore della concertazione che tanto bene ha fatto all'Italia». Ora tocca a governo, sindacati e Confindustria darsi da fare. Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. A sinistra Benito Benedini, presidente della Assolombarda II Capo dello Stato: «Nessuno deve disperdere il valore del confronto sociale che tanto bene ha fatto al Paese Ora siamo credibili all'estero nessun paragone con prima»

Luoghi citati: Germania, Italia, Roma