Ministeri, sì alla riforma Ma resterà l'Agricoltura

Ministeri, sì alla riforma Ma resterà l'Agricoltura La proposta del presidente della «bicameralina» Ministeri, sì alla riforma Ma resterà l'Agricoltura ROMA. L'Agricoltura si salva dalle forbici della riforma dei ministeri. La maggioranza ha trovato un accordo per mantenere in vita il dicastero. Ancora aperta, invece, la questione del ministero della Sanità: il Ppi è decisamente favorevole a mantenerlo, i Ds contrari. Oggi Vincenzo Cernili Irelli porterà alla bicameralina perla riforma della Pubblica Amministrazione la propria proposta di parere sul provvedimento del governo. La novità è nell'art. 2 bis: all'atto della costituzione del governo, con decreto presidenziale e su proposta del presidente del Consiglio, «sono stabilite le responsabilità di direzione politica e di coordinamento attribuite ai singoli ministri, fermo restando il numero, le attribuzioni e l'organizzazione dei ministeri determinati dalla legge». Questo significa che ci saranno 12 (o 13 se verrà mantenuto il ministero della Sanità) ministeri, ma ci potranno essere più ministri, ognuno con una responsabilità di settore stabilita all'atto della formazione del governo. Ci sarà così una «forte distinzione», spiega Cernili Irelli, tra politica e amministrazione, con il ministro responsabile «politico» del settore di sua competenza (che può essere più ampio di quello strettamente connesso al ministero) e i vertici burocratici (capi dipartimento e segretari generali) con un ruolo rafforzato. Un modello simile a quello del superministero economico. Ad esempio la competenza sul commercio con l'estero potrebbe essere assegnata ad un ministro, che ne guiderebbe la politica, utilizzando, però, la struttura amministrati vo-burocratica e le risorse del ministero della Attività Produttive.La proposta prevede, inoltre, un pacchetto di incentivi per i trasferimenti del personale dei dicasteri. |r. i.)

Persone citate: Cernili Irelli, Vincenzo Cernili Irelli

Luoghi citati: Roma