La biblioteca di Firenze restituisce le ceneri di Dante

La biblioteca di Firenze restituisce le ceneri di Dante Ritrovate da due custodi, incuriositi dalla presenza di una busta in mezzo ai libri. La Melandri: «Scoperta importante» La biblioteca di Firenze restituisce le ceneri di Dante Perse e cercate per 70 anni, erano nascoste tra manoscritti e volumi del '600 Francesco Matteini corrispondente da FIRENZE Possibile smarrire le ceneri di Dante, il sommo poeta, come un vecchio maglione che non si sa più che fine ha fatto? Sì, possibile. E' successo settantanni fa probabilmente durante il trasloco della Biblioteca Nazionale dalla sede degli Uffizi a quella attuale in piazza Cavalleggeri, di fianco alla basilica di Santa Croce. E come per magia la preziosa reliquia è saltata fuori casualmente mentre alcuni addetti stavano riordinando il settore manoscritti rari. Nel 1865 durante una ricognizione alla tomba di Dante a Ravenna, in occasione del sesto centenario della nascita, una parte della polvere dei resti mortali del poeta fu trafugata in sei bustine. A compiere la singolare impresa fu lo scrittore Enrico pazzi, ravennate con studio a Firenze, idea¬ tore della statua dell'Alighieri che ancora oggi campeggia in piazza Santa Croce. L'artista riuscì a prelevare la polvere dall'urna che aveva ospitato i resti di Dante e nel 1889 donò una di queste bustine a Desiderio Chilovi, l'allora direttore della Nazionale. Nel '29 busta e ceneri furono presentate ai partecipanti ad un convegno mondiale di bibliotecari che si tenne nella sala dantesca della nuova biblioteca in costruzione: fu l'ultima volta che furono viste. Di quattro di quello buste si sono perse, forse definitivamente, le tracce. Le ceneri contenute in una quinta busta furono trovate in un medaglione nella soffitta del Senato nel 1987. Ieri il ritrovamento degli ultimi resti di Dante che ora può vantare Firenze. «E' una grande emozione per me e, credo, per tutta la città», ha dichiarato Antonia Ida Fontana, direttrice della Nazionale «Le ceneri sono salta¬ te fuori quasi per caso tra gli scaffali del secondo piano, nel settore dedicato ai manoscritti rari tra libri del Seicento che contengono vedute delle più belle città del mondo». A fare il sensazionale ritrovamento sono stati due custodi: Carmela Santalucia e Giuseppe Capecci. Sono loro che hanno notato una busta anomala infilata fra i libri. Le ceneri di Dante sono contenute in una piccola busta formato bigliétto da visita (11,5 centimetri di base, per 7 di altezza). Era inserita in un quadro con cornice ottocentesca di colore nero, insieme ad una patina cartacea sulla quale è impressa l'impronta del cranio di Dante. A documentare e certificare l'autenticità dei reperti sulla busta e sulla patina ci sono timbri e firme del notaio ravennate Saturnino Malagola che presenziò, insieme ad altri due colleghi, alla ricognizione del 1865. I calco mortuario di Dante Alighieri e il certificato di veridicità

Persone citate: Antonia Ida Fontana, Carmela Santalucia, Dante Alighieri, Desiderio Chilovi, Francesco Matteini, Giuseppe Capecci, Melandri, Saturnino Malagola

Luoghi citati: Firenze, Ravenna