Romantica e battagliera

Romantica e battagliera Parigi, oggi Valeria Marini protagonista per il trasgressivo Mugler Romantica e battagliera La donna di Ungaro: chiffon e capelli viola Antonella Amapanc Inviala a PARIGI Non si parla che di lei. Oggi Valeria Marini, dopo l'exploit di Piazza di Spagna in tenuta da moschetterà firmata Thierry Mugler, sfilerà per il trasgressivo stilista francese. Il sarto che trasforma le donne in pin up ha arruolato la burrosn attrice per indossare una toilette tempestata di pietre semipreziose. Tremano le top, convinte di essere sovrastate dalla fisicità prorompemte della Marini che, per fama e misure, rischia di diventare la protagonista dello show più spettacolare della stagione. Al di là dei colpi di scena annunciati e del protagonismo a oltranza, quando va in scena l'alta moda, può anche capitare che gli abiti rubino la scena alle gag da passerella. E' il caso di Ungaro che ieri ha trionfato con la sua indiana metropolitana: cresta di capelli viola e corpo velato da languidi chiffon. Ricca, selvaggia e sensuale, amante di professione, la donna Ungaro dietro l'aspetto battagliero nasconde un animo romantico. Come quello della radiosa diciottenne Cordelia Catellane che conclude il defilé, al Palazzo della Rorsa, vestita da sposa, in merletti e cristalli. La new lady della Parigi bene lavora chez Ungaro e pochi mesi fa ha detto si a Hubert Lanvin, ultimo discendente della nota maison di couture parigina. Il sarto di origine pugliese sogna creature conturbanti, scaldate da giacche di tweed, doppiate di lapin, morbide come cardigan, accostate a pantaloni e sottane percorse da palpitanti volani.. Collane di perline arabescate, borse di jais e frange, sandali con fiori arrampicati sui tacchi da Vertigine, Ungaro usa quintali di pellicia povera, coniglio per l'esattezza (ha fatto uh patto con gli animalisti), trasformata, lavorata e stampata ermellino, visone, tigre. Sublimi imitazioni per kimoni da boudoir che invece si trasformano in cappotti e mantelle. «Li voglio», ha detto il regista Andrey Zulasky chiedendo al creatore di disegnare tutti i costumi del suo nuovo film «La Fedeltà». Triste storia interpretata da una Sophie Marceau vittima di un pericoloso triangolo amoroso. «Le indossatrici non sono indispensabili, adoro la moda astratta, virtuale. Secondo me, eliminando le donne, Me Queen ha fatto un'interessan te operazione» confida Charlotte Rampling, in prima fila da Ungaro, ringiova nita di 20 armi, controcorrente come sempre. «Le mannequin fanno vivere l'abito che viene realizzato per una reale clientela, mai potrei farne a meno», ribatte Emanuel Ungaro mentre, sulla pedana dipinta di merletto e oro, scorrono creature giunco in sottane gonfie come soufflé, impreziosite da merletti, strozzate al fondo da piccoli bouquet. Piccole sculture da portare con pullover tricottati a mano, Mise disinvolte che madame Brosnan ha ordinato per le prossime occasioni mondane. Ungaro è uno dei pochi che riesce a vendere 300 capi d'alta moda all'anno (i prezzi? Da 30 a 50 milioni). Non a caso vanta un parterre di signore multimiliardarie. Difficile immaginarle travestite con le creazioni di Scherrer che ieri ha lasciato a bocca aperta la platea con le sue ragazze a luci rosse. Troppo nude nei brandelli di tessuto nero, unici superstiti di chissà quale lotta amorosa. Troppo scostumate nelle ragnatele di trine che rivelano sederi marmoreii in tutta la loro pienezza. Troppo crinierute nelle cascate di capelli finti che eguagliano la lunghezza degli strascichi. Sfrutta la scia nell'alt a moda, lo stilista sardo Angelo Figus (padre pastore) - allievo di Dries Van Noten, presente in sala - che a sorpresa lancia una collezione di immensi mantelli maschili a uovo. In nottata tutto il popolo dei modaioli si è trasferito nei giardini di Versailles, dove John Galliano per Dior ha allestito il suo fantasmagorico defilé. Lui, Me Queen e Gaùltier sono stati invitati ieri dal vicepresidente dell'Agenzia perla Moda, Raimondo Astarita, a sfilare in ottobre durante un evento internazionale a Roma, nelle antiche officine Atac. Uno spazio di 40 mila metri quadrati. e e a e a e . , n a i r n oor si l«Li voglio», ha detto il regista Andrey Zulasky chiedendo al creatore di disegnare tutti i costumi del suo nuovo film «La Fedeltà». Triste storia interpretata da una Sophie Marceau vittima di un pericoloso triangolo amoroso. «Le indossatrici non sono indispensabili, adoro la moda astratta, virtuale. Secondo me, eliminando le donne, Me Queen ha fatto un'interessan te operazione» confida Charlotte Rampling, in prima fila da Ungaro, ringiova Chiffon e pizzi per i modelli di Ungaro presentati ieri alle sfilate di Parigi nc«vrcnnllagpspvanta umultimimaginarazioni dlasciatotea conrosse. Tli di tesstiti di crosa. Trragnatesederi loro piete nelleche egudegli strSfrutda, lo Figus (pdi Driessala - chcolleziomaschitutto il trasferisailles, Dior hasmagorien e Gaieri dal'Agenzdo Astadurantenale a officinemila me Chiffon e pizzi per i modelli di Ungaro presentati ieri alle sfilate di Parigi

Luoghi citati: Parigi, Roma