Strasburgo, una donna come presidente? di Francesco Manacorda

Strasburgo, una donna come presidente? Per la prima volta i popolari hanno deciso di non accordarsi con i socialisti che invece puntano su Soares Strasburgo, una donna come presidente? Nicole Fontaine è sostenuta daPpe e liberali Francesco Manacorda ^rispondente ila Bruxelles Walter Veltroni, Fausto Bertinotti ed Emma Bonino schierati insieme. Antonio Di Pietro, Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi anche loro uniti, ma dall'altra parte. Così oggi, nell'aula del Parlamento europeo di Strasburgo, si scompiglieranno le carte della politica italiana. Per averne la prova, basta aspettare questa mattina, quando il Parlamento uscito dalle urne il 13 giugno scorso dovrà eleggere il proprio presidente. I popolari presentano come candidata - e con ogni probabilità la candidata vincente - la francese Nicole Fontaine. Dalla loro hanno un accordo con i 50 deputati liberali, che si aggiudicheranno in cambio la presidenza a partire da metà 2002, e i voti di parte degli esponenti della destra. E appunto sotto la bandiera della signora Fontaine si ritroveranno a votare compatti gli eletti di Forza Italia e quelli dei Democratici di Prodi, che sono entrati nel gruppo liberale, i non iscritti di An e l'ormai sparuta rappresentanza del Ppi. Ma anche sull'altro versante le contraddizioni, lette in chiave italiana, non mancano. I socialisti non hanno accettato che i popolari pretendessero la presidenza del Parlamento per la prima metà della legislatura e, rompendo la tradizione consociativa che durava da dicci anni e passa, hanno presentato un loro candidato contrapposto a quello del Ppe: sull'ex presidente portoghese Mario Soares si concentreranno i voti dei 180 membri del Pse e quelli di gran parte dei 42 eletti tra Comunisti e sinistra Verde. Ma assieme a loro, per l'appunto, si preparano a votare Soares anche i sette deputati della lista Bonino, capeggiati proprio dall'ex Commissaria europea. Anche i Verdi presentano una loro candidata, con una mossa che è vista più che altro come un'operazione di disturbo dai socialisti: si tratta della finlandese Heidi Hautaula che diffìcilmente raccoglierà più dei 47 voti del suo gruppo. La nuova sessione del Parlamento sarà anche l'occasione per Romano Prodi, domani pomeriggio, di presentare per la prima volta quella che ha chiamato la sua «squadra di star» ai 626 deputati che, a metà settembre, dovranno decidere se dargli la fiducia. In queste ore Prodi sta preparando il discorso che terrà a Strasburgo, che non sarà ancora annunciano i suoi collaboratori un discorso programmatico. Piuttosto il presidente spiegherà il modo in cui ha scelto la sua Commissione e ha affidato i portafogli «non tenendo più conto di certi tabù» e punterà sulla riorganizzazione della burocrazia europea e sulla moralizzazione della Commissione. Poi, dopo il dibattito e le prevedibili contestazioni dei popolari tedeschi che non hanno digerito la mancata nomina di un loro esponente in Commissione, a Prodi non resterà che aspettare la fine dell'estate: il 16 settembre si voterà la fiducia alla Commissione. Una fiducia che Prodi è sicuro di ottenere e per la quale punta sull'appoggio del Ppe, nonostante le inquietudini tedesche, e del Pse, mentre il sostegno dei liberali - che ospitano appunto i suoi Democratici - appare garantito. Nelle prime agitate mosse del nuovo Parlamento, che ieri ha anche inaugurato la sua nuova sede causando un certo smarrimento - in senso letterale - di deputati, funzio¬ nari e giornalisti, l'altra novità da registrare è una probabile alleanza «tecnica» che coinvolgerebbe la stessa lista Bonino, An e la Lega i cui deputati erano tutti nel gruppo dei non iscritti, che a Strasburgo non gode di alcun diritto. Proprio per trasformare i non iscritti in una sorta di Gruppo misto, che ha la possibilità di ottenere soldi e strutture, 33 deputati su 36 avevano deciso ieri di dare vita al «gruppo dei non iscritti», un'alleanza tecnica che non legherebbe in alcun modo i programmi politici e che comprenderebbe appunto i sette deputati della lista Bonino, i 9 di An-Lista Segni, i 4 della Lega e l'unico eletto dell'Msi. Ma in serata il progetto ha subito una battuta d'arresto: gli austriaci dell'Spo non vogliono trovarsi alleati, seppur a livello tecnico, con i 5 deputati di Jean-Marie Le Pen. IL PARLAMENTO DI STRASBURGO VE/ALE «verdio UPEN «unione per l'Europa delle nazioni» 21 ELDR / PSE 180 /(fi italiani) . / .'/,.'.../ SUE v**1 •comunisti e """v^ cqq '^2^'^ H^otcettici. *2 |, italiani) \(MMUnitaliJ \ NI \ NICOLE FONTAINE (francese, c sostenuto dai popolan -PPE-. e da, Sbornii-ELDRi MARIO SOARES iportoghese! e sostenuto -dai veni sii r'SE Scompaginati gli equilibri italiani così Di Pietro voterà con Fini

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