«Non voglio atterrare su quell'isola» di Andrea Di Robilant

«Non voglio atterrare su quell'isola» «Non sono un pilota esperto, ma Carolyn insiste per accompagnare mia cognata a Martha's Vìneyard» «Non voglio atterrare su quell'isola» \johnJohn si era confidato con un amico Andrea di Robilant corrispondente da WASHINGTON , «Non voglio andare a Martha's Vinoyard. Proferirei andare direttamente a Hyannisport. Ma mia moglie insiste. Vuol dire che dovrò atterrare due volte. E non sono un pilota esperto». Spuntano frammenti di conversazioni con colleglli, amici, familiari. E nel mistero che ancora circonda la fine di John Kennedy junior, sua moglie Carolyn Bessette n la cognata Lauren Bessette, questi brani di dialogo vengono ripescati dal recente passato e scagliati nella grande (e finora futile) girandola di ipotesi. Questo brano in particolare lo dobbiamo a David Hcymann, biografo di Jackie Kennedy e amico di JFK junior, che lo ha rivelato ieri al New York Post, il tabloid di Rupert Murdoch. 1 leymann racconta che 1 due si parlarono la settimana prima della tragedia. «Piloterò il mio aereo», gli disse. «Mia moglie non ama volare con me. E adesso mi tocca anche fermarmi a Maitha's Vineyard per far scendere mia cognata. Non mi va per niente, ma mia moglie insiste. Che ci posso fare?». In assenza di notizie da Martha's Vineyard, dove procedono le ricerche per i resti del Piper Saratoga di JFK junior, questo stralcio di conversazione ha finito per dominare la chiacchiera dei media ieri. Se non altro perché vu a rafforzare l'ipotesi iniziale sulle cause della tragedia. Allo stato non si esclude nulla: dal guasto meccanico al sabotaggio. Ma prevale l'impressione che il volo di venerdì sia stato effettivamente rischioso, che i banchi di nebbia abbiano ridotto la visibilità e che JFK junior, che non aveva un piano tli volo e pilotava a vista, abbia improvvisamente perso il controllo di un monomotore comunque difficile da maneggiare da un piloti! di scarsa esperienza. Ieri nel primo pomeriggio le ricerche sul fondale a circa quattro miglia da Martha's Vineyard sono state intensificate nonostante la pioggia e il vento. Dieci sommozzatori si sono immersi per vedere se alcuni frammenti segnalati dal sonar a bordo della nuve Bude, la stessa che venne usata per il recupero dei rottami del Twa 1100 u largo di Long Island, fanno parte dell'aereo di John Kennedy junior. Poi verso sera le ricerche sono state sospese per maltempo, la Guardia costiera ha ufficialmente chiuso la missione di «salvataggio» c ora lavora in stretta collaborazione con gli inquirenti del National trunsportation safety board per recuperare i resti e, si spera, i corpi delle vittime. Dopo aver ricevuto le condoglianze dell'ammiraglio Richard Larrabbe, la famiglia Kennedy ha diffuso ieri sera un comunicato in cui prende alto «con tristezza e dolore» della morte di John Fitzgerald Kennedy Jr, la moglie e la cognutu. «La famiglia - si legge nel comunicato - è affranta da un dolore e una tristezza indicibili. John era il figlio adorato di due genitori orgogliosi di lui che ora raggiunge con Dio». Tutto sembra indicare che l'urto dell'aereo contro l'acqua sia stato terribile. Il capo degli investigatori della Commissione nazionale per la sicurezza dei trasporti Robert Pearce ha detto che secondo dati a disposizione «l'aereo sarebbe caduto in picchiata a 1500 metri al minuto». L'ultimo contatto radar con il velivolo è stato registrato alle 21,40, quando l'uereo si trovava a quota 355 metri. «A quella velocità è come precipitare sull'asfalto», spiega Michael Pangia, esperto aeronauuco. «Il velivolo si è probabilmente frantumato in tanti pezzi». E difficilmente i corpi sono rimasti interi. La presenza di squali e altri pesci nella zona riduce ancora di più la prospettiva di trovare i resti delle tre vittime (A Martha's Vineyard venne girato il film «Jaws»). Con la decisione di metter fine alle operazioni di «salvataggio» la lunga veglia dei Kennedy si è trasformata in lutto. E la famiglia ha cominciato a pensare alle prossime decisioni: messe, eventuali funerali. Ted ha lasciato il quartier generale a Hyannisport e si 6 recato a Long Island per incontrarsi con Caroline Kennedy, sorella di John e unica superstite dei quattro Kennedy che abitarono la Casa Bianca per mille giorni ( 1961 -1963) e accesero 1 immaginazione del mondo. E Ted e Caroline sono naturalmente in contatto con i Bessette, che hanno perso due figlie, Carolyn e Lauren. Ma l'assenza dei corpi delle vittime complica ogni decisione oltre ad intensificare il dolore dei familiari. Caroline, che si trovava in Idaho quando l'aereo di suo fratello è precipitato, ha preferito chiudersi nella sua casa di Long Island anziché andare a raggiungere i) clan trincerato nel suo bunker a Hyannisport. Carolale è anche proprietaria della casa a Martha's Vineyard, sul promontorio davanti al quale stanno conducendo le ricerche. Ma non c'è alcun segno che voglia recarsi lì, perii momento. E' un scelta naturale quella di riunii ;,i con suo marito, i tre figli e pochi amici intimi a Long Island. Caroline fa certamente parte del clan Kennedy, ma una linea assai chiara ha sempre separato lei e John dai cugini. Jackie, la madre, si sforzò tutta la vita di farli crescere in un clima diverso da quello un pò chiuso e competitivo in cui sono cresciuti i figli di Bobby e, in misura minore, i figli di Teddy. La scelta di Caroline di piangere il fratello a casa sua è anche un segno di quella separatezza. Il presidente Bill Clinton ha commentato la tragedia parlando durante la cena ufficiale offerta in onore del premier israeliano Ehud Barak. Il presidente, con tono sommesso, davanti a 400 invitati, ha detto che si trattava di «un giorno diffìcile per gli americani». Aggiungendo: «Dobbiamo sempre tenere a mente che siamo mortali e quindi costretti a essere umili e grati per tutti i giorni che ci sono concessi e da ognuno trarre il meglio». La Guardia Costiera ha chiuso la missione di «salvataggio» La sorella Caroline ha preferito la solitudine alla veglia con gli altri membri del clan Ted Kennedy: «Abbiamo perso un raggio di luce» Clinton: «Dobbiamo ricordare che siamo mortali e quindi costretti a essere grati per la vita concessa» Ethel Kennedy, vedova di Robert Kennedy, aspetta con il figlio Max (nella foto in alto a sinistra) e altri parenti, nel porto di Hyannisport notizie sull'aereo scomparso. A lato Robert Kennedy jr, osserva il mare: come altri componenti della famiglia, Robert ha partecipato alla inutile ricerca delle vittime del disastro

Luoghi citati: Idaho, Washington