Fra John John e Hollywood uno passione e tanti amori

Fra John John e Hollywood uno passione e tanti amori Fra John John e Hollywood uno passione e tanti amori Lorenzo Sona LOS ANGELLS Como suo padre John, come nonno Joo, anche John-John aveva sempre avuto un debole non tanto segreto noi confronti di Hollywood. Era noi suoi goni, come i suoi antenati è sempre stato affascinato dalla presenza di attrici o attricette dei cinema. Ma por l'ultima vittima della maledizione che incombe .sulla famiglia Kennedy c'era un qualcosa di più. Por lui, abitutao ad avoro attorno media, parazzi o fotografi sin da quando ora in pannolini, c'ora anche il fascino per la cultura della celebrità, per quel bizzarro o potente universo dove convergono spettacolo, economia, politica, fama, attrazione fisica. Per il mondo attorno al quale lui aveva sempre gravitato. Prima di iscriversi alla scuola di leggo, John Kennedy Jr. aveva anzi preso in considerazione l'ipotesi di diventare attore. Aveva il look, aveva il nome. Ma prima che la cosa potesse assumere un aspetto serio, intervenne Jacqueline dicendolgi cho non se ne parlava neanche. Si iscrisse a legge, dunque. Ma quando nel 1988 arrivò il momento di fare pratica in uno studio legale, scelse Manatt, Phelps and Riothe borg, uno sudio noto per i suoi legami col partito democratico che aveva la sua sede principa¬ le a Los Angeles. Fu nel corso di quell'ostate che il giovane Kennedy iniziò la relazione con Daryl Hannah, la sirenetta di «Splash». L'aveva conosciuta anni prima in una vacanza ai Caraibi e l'aveva rivista quando Herb Ross, marito della zia Lee Radzwill, la diresse in «Steel Magnolias». Si misero insiomo e per cinque anni ebbero una relazione interrotta più volte dalla presenza di altro donne. In quel periodo, John-John ha infatti saputo bene come tenere occupati i paparazzi e i giornali che campano di pettegolezzi, che lo hanno legato via via a Brooke Shields, a Sarah Jessica Parker, a Madonna. Sarebbe rimasta vittima del suo fascino anche Julia Roberts, subito dopo il fallimento del matrimonio con il cantante Lyle Lovett. Stufa dei tanti tradimenti, la Hannah si mise a sua volta con un cantante, Jackson Browne, ma Kennedy volò in California per riprendersela. Noi mesi successivi, vennero visti che pattinavano assieme Central Park, che ballavano romanticamente da soli nella terrazza del suo appartamento. Si iniziò a parlare di matrimonio, ma anche in quest'occasione intervenne mamma Jacqueline. «Una relazione troppo hollywoodiana», disse a John, il quale, poco dopo, mentre faceva jogging a Central Park , incontrò Carolyn Bessette, la ex modella di Calvin Klein che ha sposato in un'isola al largo della Georgia nel settembre del '96 con un colpo da mestro di anti-pubblicità e che adesso, probabilmente, giace assieme con lui nel mare al largo di Martha's Vineyard. Lo «scapolo più desiderato d'America» era diventato un uomo sposato, ma il suo fascino nei confronti di Hollywood era tutt'altro che svanito. Un paio di anni fa ha accettato di recitare se stesso nello show televisivo «Murphy Brown». Sul finire dell'anno scorso, il settimanale «People» lo aveva eletto «the sexiest man alive», un onore attribuito in prece- (lenza a Mei Gibson, Sean Connery e Brad Pitt. Poi c'è «George», il mensile che John Kennedy Jr. ha fondato nel 1995 . Un giornale di politica, ma che ha sempre avuto come preoccupazione principale non il dibattito sulla riforma del sistema pensionistico o le elezioni del 2000 ma quella strana terra di frontiera che sta a cavallo tra cultura, politica e Hollywood. Per la prima copertina di «George», Kennedy aveva scelto George Wallace, uno dei più grandi avversari politici di suo padre. Recentemente aveva intervistato un'altra nemesi del Presidente Kennedy, Fidel Castro. Ma nel suo sforzo di «rendere la politica più sexy», John-John ha finito per fare sempre più ricorso a personaggi come John Travolta, Dustm Hoffman, Johnny Depp, Christy Turlington, Bruce Willis. In una copertina, Kennedy era risucito a essere irriverente anche nei confronti di George Washington, il presidente che ha ispirato il nome del giornale, mettendo al suo posto una Demi Moore con addosso solo una parrucca bianca. Poi c'è la copertina in cui Drew Barrymore imita la famosa scena in cui Marilyn Monroe, con occhi in adorazione, canta «Happy Birthday» al presidente Kennedy. Da buon Kennedy, anche lui aveva Hollywood nel sangue.

Luoghi citati: California, Central Park, Como, Georgia, Hollywood, Los Angeles