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L'AMERICA IL POTERE EI SOSPETTI L'AMERICA IL POTERE EI SOSPETTI Gabriele Romagnoli IL penultimo mistero è un aereo che, incredibilmente, non si trova. Il prossimo sarà la causa che l'ha fatto precipitare. Ci saranno, allora, l'errore umano, l'avaria e, inevitabilmente, il complotto: della Cia, degli arabi, della mafia russa. Trentasei anni dopo la morte del padre, JFK jr. se ne va rischiando di alzare un'altra cortina fumogena di sospetti. E' mai possibile che i sofisticati satelliti che scandagliano gli oceani del mondo non abbiano ancora rintracciato la carcassa? Dobbiamo insospettirci? Perché no? Quando toccò a suo padre ci raccontarono di «pallottole magiche», cecchini solitari e infallibili e altre meravigbe. In acque non lontane da quelle in cui cercano i resti del Piper trovarono, esattamente tre anni fa, quelli del volo Twa 800 e ancora tacciono le cause della sciagura. Quando ci raccontano verità ufficiali sono del tipo: Gianni Versace è stato ucciso da Andrew Cunanan, poi lui si è ammazzato e la casa dove stava è curiosamente affondata. E noi ci inventiamo i complotti. Perché guardiamo troppi film, leggiamo troppi libri e, soprattutto, abbiamo vissuto troppo. Abbastanza per vedere Ustica, la Moby Prince, il caso Moro e per sentirci dire che una principessa è morta sotto un tunnel perché il suo autista ubriaco scappava dai fantasmi. Siamo diventati diffidenti e non ci lasciamo mai convincere dalle prove, specialmente quando c'è di mezzo l'America, che accende la nostra fantasia e la nostra dietrologia. In realtà, non abbiamo preconcetti o conclusioni da trarre, tranne una: che il potere, a ogni latitudine, ha un rapporto possessivo con la verità e la vuole solo per sé, anche quando è semplice e palese. Perfino quando è innocente. Che muoia un principe o ottantanove disgraziati non ci consegnano la scatole nera. E noi, nel buio, facciamo incubi e li chiamiamo ipotesi. Talora, perfino azzeccate.