IN PIAZZA SAN CARLO STELLE ITALIANE

IN PIAZZA SAN CARLO STELLE ITALIANE IN PIAZZA SAN CARLO STELLE ITALIANE Roti, Andrea Mingardi, Raf, Fausto Leali per la festa del centenario Fiat IL centenario Fiat dispensa ancora musica in piazza San Carlo, all'insegna dell'intrattenimeto per famiglie. Esaurite con lo show dei Mau Mau e di Milton Nascimento le velleità mondialiste, le celebrazioni si dedicano alle star di casa nostra. Personaggi popolari e rassicuranti, attesi sul palco della piazza sempre alle ore 21. Ecco Ron, suona sabato 17 con la sua band. Ha anche pubblicato un disco nuovo, «Adesso». Etemo ragazzo, che a quelli come lui dedicò la canzone probabilmente più bella della sua carriera, «I ragazzi italiani». Ha sempre un buon seguito, quelli che lo videro vent'anni fa allo stadio Comunale con Dalla e De Gregori nel frattempo hanno messo su famiglia e fatto figli, e tutti insieme andranno a sentire il buon Rosalino che canta d'amore. Domenica 18 e il turno di Andrea Mingardi, esuberante personaggio che attraversa da venticinque anni la canzone italiana con un curriculum fitto di partecipazioni a Sanremo e riletti! re di brani altrui. Nazional-popolare, ma al tempo stesso tenuto d'occhio dalla critica e da colleghi come Jovanotti, che scrisse per lui «200 milioni di posti», Mingardi si presenta al pubblico torinese con una intera big band, confermando il gusto per le trovate all'americana. Lunedi 19, è la danza ad aprirsi un varco tra big della canzone italiana, con la prestigiosa Compania Andalusa De Danza diretta da José Antonio, insignita nel 1997 del «premio nacional» conferito ogni anno in Spagna alla migliore compagnia del Paese. Da Madrid, il coreografo e i suoi ballerini portano il verbo del flamenco in tutto il mondo, con la tappa torinese incastrata in un'ampia tournée. Ma torniamo agli eroi della patria canzone. Arriva anche Raf, padrone del palco di piazza San Carlo mercoledì 21, anch'egli in compagnia della propria band. «Cosa resterà degli Anni 80», cantava a fine decennio il vocalist pugliese cresciuto nella new wave londinese: dieci anni prima dei Bluvertigo, apriva uno scenario che oggi suona à la page come pochi. Insomma, onore alnostro Simon Le Bon. Ma non dimentichiamo che il Bel Paese ha anche un «James Brown». Si chiama Fausto Leali, profeta del rhythm'n'blues di scuola americana, cantante insopportabile, negli Anni 60, per i benpensanti del «bel canto», con quella sua voce di stomaco e l'oscena mania di strusciare l'asta del microfono dalle parti della cerniera dei pantaloni scampanati. Grande interprete, Fausto si riaffaccia di quanto in quanto nei salotti buoni. Un ruggito, e zac! ti vince il festival di Sanremo. Le sue trasgressioni di un tempo oggi fanno magari sorridere, ma la voce resta unica nel panorama del pop italiano. [p.f.l

Luoghi citati: Madrid, Sanremo, Spagna