La Play Station lascia il segno un glorioso callo sul pollice di Maurizio Maggiani

La Play Station lascia il segno un glorioso callo sul pollice videogame" La Play Station lascia il segno un glorioso callo sul pollice M 1a zia Carla, più vecchia di me di sodici anni, ha portato per tutta la sua giovinezza una stimmate, nella forma di un buco, nell'unghia del pollice destro. Di questo Segno si è sempre vantala con me, pur vergognandosene grandemente al cospetto della società in genere e in particolare del suo fidanzato forestiero. Al quale, per tutto un lungo periodo, lo ha celato con trucchi di ogni genere. Fino alla inevitabile confessione e al di lui perdono. Quel buco le era venuto per la assiduità - lei femmina nel gioco - tutto maschile - delle biglie. La specialità in cui eccelleva era «bughetta ar voleto». Io ero fiero, e lo sono tuttora, di avere una zia di questa portata, anche se non me la sono mai cavata così bene con le biglie. Adesso anch'io ho una stimmate; non nell'unghia, ma nella carne del pollice sinistro. Non l'ho ricevuta nella giovinezza, ma nella mia tarda maturità. Sempre per via del gioco; così che posso finalmente sentirmi erede della mia leggendaria zia. E senza vergogna alcuna, visto che i tempi non ne esigono più. Il Segno, il callo nel pollice, mi è venuto dalla Play Station, Dalla mia dedizione ai giochi di guida per la suddetta consolle, e al conseguente accanimento con cui ho pigiato, con il pollice sinistro, i tasti direzionali del suo controller. La biglia è un oggetto perfetto. Per molti millenni nulla è stato moglio di una sfera da tenere nella mano, o meditare nella mente. Con il controller della Play siamo lì lì. Non conosco nessun oggetto contemporaneo di altrettanta funzionale bellezza. Venisse a saperlo mio padre mi ammazzerebbe; lui che ha tenuto per le mani tutta la vita una chiave a stella con la certezza che nulla sarebbe stato più bello e più utile di quell'attrezzo. Ma è la verità: chi ha progettato il controller aveva come riferimento la perfezione. E la perfezione si rivela sia nell'estetica parvenza dell'oggetto, che nella sua funzione di pratesi manuale. Ho notato che le mani, le dita, i polsi, diventano più armonici - più belli - nell'uso del controller. Che convince ciascun dito e falange, corpo e metacarpo alla fluidità, alla sensibilità, alla leggerezza. Qualità indispensabile per eccellere nel picchiaduro come nel rating. E dire che è roba pensata per la ragazzaglia. Tale e quale le biglie per «bughetta ar voleto», come quelle vendute a due lire. Personalmente uso del controller una variante di lusso, in caucciù naturale antisudore. Ma sono sciocchezze; come se mio padre - dio mi perdoni - si fosse preso una chiave a stella rifinita in pelle. Quello che conta è il Segno. Chi progettò il controller pensava alla perfezione E la perfezione si rivela nell'estetica dell'oggetto e nella sua funzione Maurizio Maggiani