Un pellegrino sulla strada Santiago de Compostela

Un pellegrino sulla strada Santiago de Compostela TACCUINO DI VIAGGIO, PARTENZA DA RONCISVALLE Un pellegrino sulla strada Santiago de Compostela REPORTAGE tan ituo Mondo RONCISVALLE: una delle vie che conducono a Santiago di Compostela passa tradizionalmente per Roncisvalle. Si esce dalle selve pirenaiche, insolitamente cupe, sul colle di Ibaneta spazzato dal vento, poco più su del paese. Raccontano che proprio qui Orlando sia caduto per l'onore della «douce France». Accanto a una cappella moderna si ammucchiano, come fasci di sterpi, le piccole croci dei pellegrini. Ripetere mentalmente qualche lassa della «Chanson de Roland», tendere l'orecchio al suono straziato dell'Olifante è più commovente che sostare a Roncisvalle. La collegiata gotica, il vetusto cimitero del pellegrino, il sepolcro di Sancho il Forte che strappò uno smeraldo enorme (si vede al museo) dal turbante dell'arabo Miramamolìn conservano un'eco sbiadita di quell'epopea. Ma lo «jamón serrano» servito all'osteria è gustosissimo. Pamplona: è la Pampelune strappata da Carlo Magno ai baschi traditori, poi trasformati in arabi dall'immaginazione e dalla controinformazione. Allegra e vitale, nelle sue vie sembra ristagnare l'impeto dei tori che corrono alla festa di San Fermai. Gli amabili caffè, le nobili quinte ottocentesche di Plaza del CastUlo (ma anche il chiostro fiammeggiante della cattedrale) danno un'acuta impressione di Francia. Puente la Reina: il vero e proprio Camino comincia di qui, dove confluivano i vari percorsi dell'Europa medioevale. D'ora in poi ti accompa¬ gnano i cartelloni con la conchiglia famosa, gialla in campo blu. E i pellegrini con bastone, mantella e sombrero. Un poderoso ponte romanico si specchia nelle acque dell'Arga. Palazzi con stemmi nobiliari, lo stupendo dilavato portale di San Pearo, un Cristo trecentesco scolpito in un tronco, le braccia dentro i rami. Drammatici, possessivi Crocefissi di Spagna... Estella: chissà se stasera si vedrà la pioggia di stelle che salutò, intorno al Mille, una apparizione della Madonna (qui a ogni passo il Medioevo ferrigno si addolcisce in aurea leggenda). Ora si stagliano in un azzurro regale, su contrafforti rupestri, le chiese di San Fedro de la Rùa e di PAMPLONA: NELLE VIE RISTAGBURGOS: PRENDE ALLA GOLA ILEON: PERLA DELL'ANTICO REGSan Miguel. Sui timpani, oell'ombra dei portali, figure di pietra sussurrano storie al di là del tempo. Nàjera: una giocosa strada a saliscendi, un poco ebbra, percorre la Rioja, terra di vini celebrati. Nàjera è una cittadina placida in riva al fiume, saettata di rondini. Santa Maria la Real è un monastero-fortezza: il chiostro plateresco, le navate bianche della chiesa introducono alla grotta absidale, scavata nella montagna rossa. Là si annida, primitiva e totemica, la Madonna. La presidiano anche da morti, adagiati sui sarcofaghi a schiera, i re di Castiglia e di Leon. Confuse e dimenticate genealogie dei tempi in cui la Spagna non era. Ma già questa identificazione totale, questa resa al sacro di un popolo e di una nazione. Santo Domingo de la Calzada: una città, una chiesa ricca di tesori. Ma è più nota per il gallo e la gallina che, ospitati in una sontuosa stia barocca, ricordano un miracolo del Santo. Un pellegrino ingiustamente condannato che prende a dondolare vivo dalla forca. Il giudice che, avvertito del prodigio mentre sta trinciando una gallina, sbotta: «Quello è vivo come è viva questa gallina». E la gallina si mette a starnazzare sul vassoio. Adesso, assicurano, il gallo unisce il suo chicchirichì alla messa cantata. Burgos. la cattedrale si annuncia da lontano, negli assolali campi di Ca- A PERENNE L'IMPETO DEI TORI RICORDO DI MACHADO NO CON LA VIRGEN BLANCA stiglia (prende alla gola il ricordo di Antonio Machado) con la gloria delle sue torri gemelle. Sotto il portentoso tiburio traforato riposa il Cid Campeador, «quel che nacque in buon'ora», con la sua sposa Ximena. E' l'eroe dell'epica spagnola che saluta Orlando, come lui emblema di una Europa che va riconoscendosi sotto il segno della spada e della croce. La Spagna tradizionalista si è identificata a lungo con il Cid (non con il «moderno», problematico Don Chisciotte) finn alla crociata anticomunista del generalissimo Franco. Tempi lontani, di orgogliosa e alla une frustrante separatezza, che hanno lasciato tracce mirabili. Nella Certosa di Miraflores, Giovanni il d Castiglia e la moglie sono distesi su un sepolcro a forma di stella che sembra irradiare sulla purezza dei loro volti una morte clemente. Sono i genitori di Isabella la Cattolica. L'unità della Spagna è vicina, Carrión de los Condes: qui riposano in un monastero gli Infanti di Carrión, ignari della «leyenda negra» che li accompagna. Dopo avere sposatole figlie del Cid, le violentarono in segno di ripudio e ne furono puniti con ta morte. Così racconta l'anonimo autore del «Cantar de Mio Cid»: esprimendo forse con la sua invenzione romanzesca l'insofferenza dei ceti emergenti contro la nobiltà di antico lignaggio. L'epica annuncerebbe qui, timidamente, la propria dissoluzione. Leon: è la perla dell'antico Regno. La città vecchia con le case a tocchi di pastello e le osterie fragranti, rumorose. La cattedrale con le statue levigate ila dolcissima Virgen Bianca) e le vetrate, senza uguali in Spagna, che esaltano la già stupefacente leggerezza dell'insieme. ASant'Isidoro, i freschissimi affreschi preromanici del chiostro illustrano la strade degli Innocenti con un impareggiabile gusto dell'horror. Il locale «parador» (invenzione civiUssima di Spagna) è mi palazzo cinquecentesco dove per una notte - grazie agli arredi d'epoca, il cibo ricercato, la cortesia - ti senti re. Santiago: è annunciata dalla strada che si solleva e inerpica verso la umida, celtica Galizia, dalle montagne in cui l'arancione delle ginestre si confonde con il viola dell'erica. Sul rettangolo perfetto di Plaza do Obradoiro si erge la cattedrale. La possanza e il fasto che si sprigionano dalla facciata barocca trovano più umana misura nel nartece: dove un maestro Mateo ha scolpito apostoli e profeti con un vigore espressivo che sembra nascere per magia dalla morbidezza del modellato. Ancora oggi - nostalgia di una superiore unità dell'Europa, giovaniUstica sfida e allegria di incontri - arrivano isolati o a gruppi i pellegrini, toccano con il capo la statua di Santiago. Senza di lui. il Matamoros ben più possente di Orlando e del Cid, la storia della Spagna sarebbe inconcepibile. Contrapponendosi a Maometto sugli opposti stendardi, galvanizzò i cristiani sommersi dall'Islam e li portò d;ù ridotti atlantici alla presa di Granarla, Ma, senza parere, intraiettarono dal nemico la fede militante, la sovrapposizione della religione alla nazione, il sogno smisurato di conquista e di gloria che si sarebbe espresso Oltremare. E con la frustrazione e la malinconia per un destino troppo esigente, per mete sempre più lontane e inarrivabili. E' la proposta suggestiva di Americo Castro («La Spagna nella sua realtà storica»). Una storia remota che la Spagna si è lasciata alle spallo con il suo vivace dinamismo economico e sociale, con la sua piena integrazione nell'Europa. Mentre gli arabi premono un'altra volta, pacificamente, alle sue, e alle nostre, porte. PAMPLONA: NELLE VIE RISTAGNA PERENNE L'IMPETO DEI TORI BURGOS: PRENDE ALLA GOLA IL RICORDO DI MACHADO LEON: PERLA DELL'ANTICO REGNO CON LA VIRGEN BLANCA Si esce dalle selve pirenaiche, insolitamente cupe, sul colle di Ibaneta spazzato dal vento Raccontano che proprio qui Orlando sia caduto per l'onore della «douce France» Ti viene da ripetere mentalmente qualche lassa della «Chanson de Roland» ni anno il 25 luglio in onore di San Giacomo, i }iccole : Leon, Burgos e Pamplona RIFUGI E PARADORES ■ I pellegrini possono trovare ospitalità lungo il «Cammino» In più o meno confortevoli rifugi. Per I turisti in cerca, invece, della comodità, le sistemazioni consigliabili sono i Paradores, che in origine erano destinati ai pellegrini, ma che sono diventati bellissimi alberghi ubicati in centri di interesse storico.