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Il moscato passito di Voyat IN CANTINA Il moscato passito di Voyat FATTE le doc facciamo i vignaioli», sembra essere stato l'intento del legislatore per certe zone d'Italia. In Valle d'Aosta, invece, il percorso ci è parso inverso: c'erano i vignaioli ed hanno misconosciuto la doc. Ma più che al plurale sarebbe opportuno parlare di Ezio Voyat di Chambave, sanguigno viticoltore che vanta riconoscimenti e menzioni da oltre un secolo. Per molti appassionati, il Moscato Passito (al di là della denominazione ufficiale) è quello che produce lui, col nome «Passito Le Muraglie» dopo che il padre ad inizio del secolo, dovette lottare contro la fillossera per innestare le viti di moscato nella parte alta e v oca la di quella valle. Furono due le varietà di moscato in gioco, e i Voyat scelsero quella dalla buccia più spessa e più resistente, scartando l'altra di probabile provenienza canellese (Asti). Il nonno Antonio, bottaio, il padre Leonardo, albergatore, ed Ezio, vignaiolo, avevano ben chiaro che il moscato era una risorsa. Come l'«oro», visto che nel passato era di casa nelle più importanti corti d'Europa. E l'oro massiccio è proprio il colore di questo prodotto unico, imbottigliato già nel 1928, dal profumo intenso di miele ed arancio, che ritoma in bocca, dopo un sorso di questo vino quasi zuccheroso, fatto con tecniche d'altri tempi, più affine a un liquore che a un vino. Al suo fianco corre per le tavole dei buongustai anche la Gazzella, un moscato bianco secco di antica tradizione, fermo, dedicato alla figlia Marilena, campionessa nei 100 metri. Il moscato come ragione di vita, dunque, che ha creato a Voyat non poche invidie. Sarà per questo che su una pubblicazione locale si è scritto «...infatti a Chambave non è presente alcun produttore privato»? Paolo Massobrio Ezio Voyat ViaAlberaz.3 Chambave (Aosta) Tel. 0166/46139 Una bottiglia di passito Le Muraglie: L 45.000