«Tutta colpa dei burocrati appiattiti sui poteri forti»

«Tutta colpa dei burocrati appiattiti sui poteri forti» «Tutta colpa dei burocrati appiattiti sui poteri forti» Il procuratore torinese Raffaele Guariniello accusa intervista Giorgio Ballarla TORINO In materia di infortuni sul lavoro e malattie professionali la pubblica amministrazione è troppo «appiattita» sugli interessi dei «poteri forti». E quando interviene la magistratura, nella migliore delle ipotesi i burocrati si trincerano dietro dichiarazioni rassicuranti, come nel caso dei cpolli alla diossina». La denuncia è del procuratore aggiunto torinese Raffaele Guariniello, che ieri a Roma ha scosso la platea del convegno del Cnel sulla sicurezza del lavoro con un intervento senza peli sulla lingua. Dottor Guariniello, non le pare un'accusa eccessiva? «Sono considerazioni che si basano su episodi che qualsiasi cittadino può constatare. Pensi alla vicenda degli alimenti contaminati da diossina: ci è stato detto che non c'era nessun problema, .poi è stato sufficiente svolgere qualche accertamento per scoprire che invece i problemi c'erano, eccome». E quali sarebbero questi «poteri forti»? «E' chiaro che in Italia esistono grandi interessi economici, soprattutto in campo ambientale, che hanno tutto il vantaggio ad avere una pubblica amministrazione che non controlla, insomma che non fa il suo dovere». Non teme che le rinfaccino un eccesso di ingerenza? «Al contrario. Se tutti gli organi dello Stato svolgessero al meglio il loro compiti la magistratura non sarebbe costretta a supplire alle carenze altrui. Facciamo un esempio: se le strutture sanitarie funzionassero, io non sarei stato obbligato a disporre una complicata ricerca sulla Legionella per indagare sulle infezioni negli ospedali». Ci sono magistrati che non si comportano come lei. «Le rispondo con dei numeri: negli ultimi anni grazie a un apposito Osservatorio della Procura di Torino sono stati segnalati 8 mila casi di tumore di probabile origine lavorativa. E' un'ingiustizia che questo accada soltanto a Torino, c'è gente che muore di cancro e non sa neppu- re come ha fatto ad ammalarsi. Per fortuna sta aumentando la sensibilità verso questi argomenti: il presidente dell'Inail Gianni Billia mi ha appena annunciato che tra poco istituirà analoghi osservatori in ogni regione». Ma è possibile che in Italia non ci siano «burocrati)) efficienti? «Nella pubblica amministrazione ci sono tantissime persone valide e oneste, che però non sempre riescono a imporsi perché ce ne sono molte altre che dimostrano scarsa autonomia dal potere economico. Anzi, per dirla tutta, a volte remano decisamente contro». In passato lei si è lamentato del Parlamento... «Abbiamo bellissime e severissime leggi di facciata. Poi se qualche magistrato prova ad applicarle, ecco che Camera e Senato cambiano le regole del gioco. Cito due casi: Legge Seveso sulle industrie ad alto rischio e norme sui quantitativi di benzene nei carburanti. Ho indagato, accertato gravi violazioni e avviato i processi, ma a Roma hanno deciso di prolungare i tempi per adempiere a queste norme. E le mie inchieste sono finite in soffitta».

Persone citate: Gianni Billia, Guariniello, Raffaele Guariniello

Luoghi citati: Italia, Roma, Seveso, Torino