«Il corpo umano non si può brevettare» di Maurizio Tropeano

«Il corpo umano non si può brevettare» «Il corpo umano non si può brevettare» Approvato il disegno di legge che delega solo il governo a concedere le autorizzazioni Verdi polemici: è pericoloso Maurizio Tropeano Primo: il corpo umano non si può brevettare. Secondo; non si possono brevettare nemmeno «le invenzioni che riguardano procedimenti di clonazione umana, la modifica dell'identità genetica germinale dell'essere umano, l'utilizzazione di embrioni, i procedimenti di modifica dell'identità genetica che potrebbero provocare sofferenze agli animali usati come cavie». Terzo: si può invece proteggere con un marchio materiale biologico isolato dal suo contesto naturale o ottenuto attraverso procedimenti tecnici (ad esempio la coltivazione di cellule in vitro). Sono questi i ini ni i cardine del disegno di delega sui criteri per il recepimento della direttiva 98/44 Ce sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche approvato ieri dal Consiglio dei ministri. Le reazioni? Pericolose, per la maggioranza di governo. Il testo non è stato firmato dal ministro dell'Ambiente, Edo Ronchi. Ma non basta. I Verdi, per bocca di Maurizio Pieroni, presidente dei senatori del Sole che ride, minacciano: «Se il centro-sinistra accogliesse il testo del. governo, i Verdi chiuderebbero per sempre con questa maggioranza e i 1 suo esecutivo. Meglio 20 anni senza parlamentari che un solo giorno a fianco dell'onorevole Frankenstein». Durissime anche le critiche delle associazioni ambientaliste mentre giudizi positivi arrivano dalla Farmindustria e Federchimica. Ma torniamo al disegno di legge. Chi farà i controlli? La verifica sulle invenzioni biotecnologiche brevettate sarà affidata alla commissione interministeriale di coordinamento sulle biotecnologie e all'Istituto Superiore di Sanità «affinché non si producano danni per la vita e ia salute dell'Uòmo, degli animali e dei vegetali, ne per l'ambiente». Toccherà a questi due organismi decidere su eventuali altri casi di esclusione dalla brevettabilità. Spiega il ministro dell'Industria, Pierluigi Bersani: «Proponiamo norme che possano consentire sviluppi positivi di ricerca nel settore con un sistema di garanzie molto puntuali. Mi auguro che il Parlamento voglia discutere con sollecitudine questo progetto, poiché l'assenza di un quadro di riferimento può inibire in modo molto serio il possibile sviluppo del settore». Di diverso avviso il ministro Ronchi. La dissociazione si basa su due critiche. La prima: c'è il via libera alla brevettabilità di elementi isolati del corpo umano. La seconda: è prevista la concessione del marchio alle modificazioni genetiche di vegetali, microorganismi e animali che portino al trasferimento di transgeni nell'ambiente. Ronchi e i verdi puntano ad una modifica del testo in Parlamento. Lo stesso chiedono le associazioni ambientaliste. Secondo Roberto Della Seta, portavoce nazionale di Legambiente, «non è il governo che può decidere per delega la brevettabilità della natura. La prospettiva di sottopone le biotecnologie allo stesso regime di brevettabilità previsto per i nor¬ mali prodotti commerciali è inquietante». Analoghe critiche arrivano anche dal Wwf. Gli ambientalisti sottolineano il fatto che l'Italia è la seconda in Europa per il numero di campi laboratorio dove si sperimentano coltivazioni biotecnologiche. 11 ministro della Sanità ha infatti autorizzato 242 sperimentazioni contro le 446 francesi, le 177 britanniche, le 152 spagnole e le 90 tedesche. Gran parte di questi campi biotecnologici, dove si coltivano soprattutto mais, barbabietole, soia, sono di proprietà delle multinazionali del cibo transgenico. Ma Enrico Letta, ministro delle Politiche Comunitarie getta acqua sul fuoco: «Non c'è alcun pericolo Frankenstein da sventare: ci sono invece malattie da combattere attraverso una ricerca continua, motivata e sostenuta da regole chiare e non ineludibili. E' la non regolamentazione che crea mostri, non il contrario». E il governo incassa i giudizi positivi degli industriali. Così Sergio Dompè, presidente di Assobiotec, l'associazione di Fe- derchimica che raggruppa le maggiori aziende del settore, spiega: «U provvedimento va nella direzione giusta perchè stempera la tensione e offre una concreta testimonianza della volontà del governo di non perdere un treno importante». E Dompè, e insieme a lui Ivan Cavicchi, direttore generale di Farmindustria, si dicono preoccupati per il fatto che «per mediare fra diverse posizioni nel provvedimento sono state inserite una serie di griglie che potrebbero rendere molto difficile l'applicazione della direttiva». Da qui la richiesta di modifiche durante la discussione in Parlamento. pMCLMnmtiuariavpoM«rtcrtoscs Ronchi, ministro dell'Ambiente non firma, chiesta una modifica la maggioranza si spacca E' scoppiata la polemica attorno al disegno di legge sulle biotecnologie

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