Il chip più piccolo del mondo di Andrea Di Robilant

Il chip più piccolo del mondo Il chip più piccolo del mondo Creato dalla Hewlett-Packard per computer da fantascienza «E'grande quanto una molecola» Andrea di Robilant (.(..rispondente da WASHINGTON Nella corsa verso l'infinitamcnle piccolo, un improvviso e immenso balzo in avanti: nei laboratori della HewlettPackard e di Ucla (l'università di Los Angeles) un gruppo di scienziati è riuscito a ridurre le varie componenti di un computer alla dimensione di una molecola. Non si tratta semplicemente di una «nuova generazione» di computer. Il risultato ottenuto dagli scienziati, che sarà annunciato nel prossimo numero di Science, inaugura una nuova era - l'ora della «molettronica» - che in pochi anni vedrà computer cento miliardi di volte più potenti dei più potenti microchip di oggi. Da anni i circuiti integrati di un computer vengono tracciati su minuscoli chip di sili fio con l'aiuto di micro-raggi di luce (il processo si chiama fotolitografia). I chip sono diventati sempre più piccoli e sempre più potenti. Non solo: tutt oggi la miniaturizzazione del chip di silicio procede a grandi passi. Si ò già in grado di mettere fino a un miliardo di bit su un unico micro-chip, il che significa moltiplicare per sedici la potenza degli attuali pc. Ma questi progressi sono lillipuziani se li si mette a confronto con le promesse che offre la molettronica. «Tanto per intenderci», spiega James Tour, docente di chimica alla Kico University, «ò possibile immaginare un computer molecolare che ubbia più transistor di tutti i transistor contenuti in tutti i computer che esistono nel mondo oggi». Ora che gli scienziati sono riusciti a creare componenti di dimensioni molecolari il prossimo obiettivo è quello di creare connettori chimici della dimensione di particelle atomi¬ che per unire le varie parti. «Siamo ancora agli inizi», mette in guardia Mark Reed, docente di chimica a Yale University. «Ma in soli cinque anni siamo passati da un'idea che sembrava incredibile a qualcosa di molto più concreto». Le possibili applicazioni di questa nuova tecnologia, dall'uso militare a quello civile, appaiono fantascientifiche. Eppure già si comincia a prospettare, per esempio, un computer molecolare fornito di un cervello cosi potente da poter viaggiare nel nostro sangue segnalando di volta in volta i sintomi di possibili malanni e malattie. Ma nei primi anni, dicono gli scienziati, è probabile che la molettronica venga usata in funzione complementare all'eiottronica tradizionale. L'era del silicio, insomma, non è ancora al tramonto. «Ma per la prima volta», spiega il professor Tour, «cominciamo ad intravedere il modo in cui sarà possibile superare i limiti del silicio». Oggi la prospettiva di creare chip sempre più miniaturizzati è limitata dalla lunghezza dell'onda dei raggi di luce che vengono usati per incidere i circuiti integrati. Ma la scoperta annunciata dagli scienziati di Hewlett-Packard e di Ucla spalanca improvvisamente una finestra su una prospettiva di tutt'altra dimensione. Allo stato, gli «interruttori» molecolari sviluppati da Hewlett-Packard e Ucla non hanno certo la rapidità dei più veloci chip di silicio. E ci sono ancora parecchi ostacoli. Ma le soluzioni teoriche per superarli sono già state individuate. E per questo gli scienziati sono già in grado di prospettare il primo modello di un computer molecolare - invisibile all'occhio nudo e infinitamente più potente dell'ultima generazione di Pentium. Un chip della National Semiconductor Corp., grande come un francobollo

Persone citate: Hewlett, Hewlett-packard, James Tour, Mark Reed

Luoghi citati: Los Angeles, Washington