In viaggio col figlio, dimenticato al bar

In viaggio col figlio, dimenticato al bar In viaggio col figlio, dimenticato al bar La psicologa: ma ripartire senza la moglie è meno grave ROMA Estate, tempo di vacanze, di esodo. Non si pensa che a partire e abbandonare tutto. In alcuni casi anche tutti. Sempre più spesso nelle cronache estive appaiono notizie come quella di due giorni fa, «gitanti distratti lasciano un ragazzino al bar», oppure «padre dimentica il figlio all'area di servizio». Di solito, a queste dimenticanze si pone rimedio subito: una breve retromarcia, o al massimo una inversione al primo o al secondo svincolo autostradale. I figli e le mogli dimenticate all'Autogrill non finiscono così nelle statistiche di Telefono Azzurro, né nei rapporti della Polizia Stradale, ma solo nelle banali cronache e liti domestiche di tutti i giorni: mogli furibonde per essere state abbandonate, bambini in lacrime dispersi nel parcheggio. Nessuno insomma ha finora potuto o voluto dedicare attenzione al fenomeno dei bambini e dei parenti dimenticati. Salvo, ovviamente, gli psicologi, che ne danno una interpretazione tutt'altro che tranquillizzante. Chi lascia la mo- Slie al bar e il figlio davanti agli scaffali ei giocattoli non può insomma cavarsela giustificandosi con la stanchezza del viaggio e il caos dell'autogrill. Ripartire senza tutti i parenti a bordo, dice la psicologa Mana Rita Parsi,è una dimenticanza piuttosto preoccupante, «un chiaro campanello d'allarme», impossibile da quantificare, ma non crescente, piuttosto costante, e comunque non legato all'estate. Succede tutto l'anno, ma «d'estate • spiega la psicologa • si svolgono attività ali 'aperto, ci si trova in situazioni che più facilmente possono assurgere alla ribalta della cronaca». In realtà - accusa Maria Rita Parisi - figli, coniugi e parenti di vario genere vengono spesso dimenticati durante l'intero arco dell'anno. Non solo sulle autostrade, nelle aree di servizio, anche nei supermercati, negli uffici, praticamente ovunque. Dipenderà dal fatto che le famiglie non esistono più? I bambini sempre a scuola o impegnati in altre attività, i nonni a casa loro.... Non siamo più abituati a stare insieme? I motivi sono vari, ma la psicologa insiste: certe dimenticanze vanno sempre ricollegate a quello che definisce «un atto mancato». Si tratta, cioè, di «qualcosa che sta a segnalare un rifiuto, un disagio, un'ag- Sressività, a volte insospettabili anche a parte di chi li prova». Il disagio è diverso a seconda della persona che si lascia all'autogrill, in una graduatoria della dimenticanza che ha motivazioni diverse. Dimenticate la moglie o il compagno? Forse la vostra relazione è in crisi. Dimenticate un figlio? Forse non avete un buon rapporto con lui. In generale, se si dimentica un coniuge o un parente adulto lo stato di aggressività o lo stress sono «meno rilevanti», afferma la psicologa. Chi dimentica invia un messaggio piuttosto chiaro alla persona dimenticata, il desiderio inconscio di rimanere solo, di godersi una vacanza lontano da moglie e figli. Lo stress del viaggio, insomma, non c'entra: «Anche nei casi peggiori di stanchezza, di difficoltà i valori a cui si tiene di più si tende a conservarli», spiega la dottoressa. Nel caso dei bambini il problema è tutto invece sulla responsabilità, sulla «voglia di liberarsi di un fardello che può apparire in alcuni momenti troppo pesante» e al quale fino al momento delle vacanze avevano pensato maestre e baby sitter. (f. a.]

Persone citate: Estate, Mana, Maria Rita, Rita Parsi

Luoghi citati: Roma