«lo, a 130 all'ora nel rodeo dei sorpassi»

«lo, a 130 all'ora nel rodeo dei sorpassi» «lo, a 130 all'ora nel rodeo dei sorpassi» «Superato da 221 automobili in 450 chilometri» reportage Marco Nelrottl m^XOHM SIAMO noi, siamo in tanti / ci nascondiamo di notte / per paura degli automobilisti». Così cantava Lucio Dalla. E anche noi eravamo in tanti, ieri, sulle autostrade del Nord. E anche noi avevamo paura degli automobilisti, quelli che ti piombano alle spalle tra abbaglianti da discoteca e clacson forsennati, agitando mani che sarebbero più a posto sul volante. Noi siamo quelli che guidano con le cinture allacciate e rispettano i limiti di velocità. Ho percorso 450 chilometri rigorosamente a 130 all'ora: mi hanno sorpassato 221 auto, la maggior parte appena un po' più veloci, un terzo con una guida da circuito. Pattuglie della Stradale incrociate: tre. Partenza alle 11 dalla tangenziale di Torino. Tra la barriera di Vi 11 a no va e il casello di Asti 1 vengo superato ventidue volte, poco prima di Asti vedo la polizia sull'altra carreggiata. Tra Asti e Felizzano è ferma una seconda Marea bianca e blu: stanno multando un camionista. Con i camion il lavoro è facilitato: c'è il cronotachigrafo, la «scatoletta nera»: carta canta. Con gli automobilisti sono due le strade, l'Autovelox oppure il tallonamento. Spiegano gli agenti: «Ma anche far accostare uno che viaggia a 180 all'ora è cosa da farsi con calma: non puoi, per punirne uno, provocare un incidente che ne manda all'ospedale dieci». In effetti, più ancora del castigo da Autovelox serve la prevenzione, il deterrente delle auto con le luci azzurre sul tetto. Quando la pattuglia riparte e la seguo non subisco più un sorpasso fino ad Alessandria: arrivano decisi, vedono i lampeggianti e d'improvviso viaggiamo tutti alla stessa velocità, come se fossimo su un tapis roulant. Quando la pattuglia si ferma, ruggiscono i motori Rispettoso delle leggi, sorpasso una tua di camion a 130 all'ora. Mi piomba alle spalle una Bmw con la fanaleria impazzita, il clacson disperato. Fra i Tir non mi ci butto. Ho famiglia. L'autista minaccia di tamponarmi, mi sta così incollato che dal retrovisore leggo le parolacce dal movimento delle labbra. E' furente (e io ci prendo gusto). Alla fine della colonna mi sposto sulla destra. Mi affianca, ha accanto una sfinge bionda che mi guarda da dietro gli occhiali scuri, le labbra curvate in una smorfia di schifo. Lui si sporge avanti agitando verso il cielo un tozzo dito medio che spunta da una manina cicciona. Sbanda appena, raddrizza e fila via. Lo reincontro all'autogrill di Stradella. Appoggiato alla macchina, lo vedo uscire. La sfinge sta parlando di un'amica, «quell'ebete che ha comprato una topaia in un cesso di posto». Saluto. E' interdetto. Si scusa subito. Offre il caffè. Riparte. Da qui a Piacenza riesplodono i sorpassi, soprattutto là dove varrebbe la pena rallentare, giacché siamo a due chilometri dalla oarriera. Sembra che a tutti venga la t;-egola dell'arrivo a casa, forse è, più semplicemente, quella di avere (lavanti un rimbambito in meno al momento di pagare al casello. Totale: sono stato superato 68 volte da chi andava a più di 130 all'ora. La Stradale applica una soglia di tolleranza, è assurdo rincorrere un'auto sportiva che va a 140, i pericoli sono altri. Pericolo è pure che, dopo le due pattuglie, una per carreggiata, molto attive, sulla Torino-Piacenza, non rivedrò altre auto di polizia fino a casa, salvo una sulla tangenziale di Milano. Superata Piacenza incomincia il rodeo. La Milano-Bologna chiama velocità. Noi dei 130 all'ora non diamo gran fastidio, perché ci sono tre corsie. Il problema è quando un camion ne supera un altro e noi occupiamo la terza corsia. Ci tallonano lampeggianti, clacson e insulti. In prossimità di Milano mi fermo all'autogrill. Seminare il panico in autogrill è facilissimo, non c'è bisogno dì gridare al fuoco. Basta entrare imprecando contro quel «maledetto Au¬ tovelox». L'effetto è stupefacente. Li hai tutti attorno, corridori e lumache, per sapere in che punto l'hai individuato. Nessuno che possegga il Radar Detector che segnala la macchinetta da multe? Nessuno, ma un giovanotto racconta che l'aveva comprato suo fratello. E s'è beccato due megamulte. Dunque, non funziona? «Non è quello il problema. E' che ti senti sicuro e corri. La prima volta gli sbirri erano davanti a una fila di camion e lui li ha superati a 170, l'hanno inseguito e bloccato». Paninazzi di mortadella, birre e racconti di guerrieri della velocità. La seconda volta quell'infelice fratello l'hanno beccato al casello di Piacenza e gli hanno chiesto se era forte in matematica, lo avrebbero lasciato andare se risolveva un problemino facile facile: «Come è possibile percorrere 170 chilometri in un'ora senza superare il limite di 130?». Sospensione della patente. Aumentano i furbi che arrivano alla bar- riera guatando come cacciatori: se c'è la pattuglia si finge di aver perso il biglietto, si paga la tratta completa ma non ci sono prove della velocità. Da Piacenza a Milano e poi lungo la tangenziale, sulle tre corsie, mi superano 112 volte (per la cronaca, i più scatenati non sono gli autisti di coupé e spider, bensì quelli delle monovolume). Finalmente, in tangenziale, una pattuglia, la terza che vedo, della stradale. Procede lenta, sulla corsia di destra, ma qui non ci sono grandi velocità, c'è troppo traffico. Ed eccoci sulla Milano-Torino. Dalla barriera partono tutti rilassati. Prima di Novara arriva il pirata forsennato, con un'Audi grigia. Spara abbaglianti, suona il clacson. Sorpassa sulla destra, ma si trova davanti un Fiorino bianco. Per evitarlo si sposta ancora a destra, c'è un furgoncino di una dita di elettrodomestici. Rientra a sinistra e si infila tra noi, sbandando. Non c'è molto traffico. Comunque mi sorpassano 51 auto. La maggior parte è gente che viaggia a una velocità appena più alta ofella mia, che pazienta finché ho finito il mio sorpasso. Sono relativamente pochi quelli che ti considerano un terrorista sulla loro via. La sindrome da corridori, la fretta, l'assenza di pattuglie, forse anche la sproporzione dei limiti di velocità rispetto a potenza e sicurezza delle auto di oggi, mi hanno fatto contare ieri 221 sorpassi oltre i limiti in 450 chilometri. E proprio i più scatenati non portano cinture di sicurezza. Vedi le utilitarie con marito e moglie ben allacciati al sedile, a 90 all'ora, sulla destra. E vedi bolidi che quasi ti spostano al passaggio e nessuna banda nera che scende di taglio sul torace di guidatore e passeggero. E dire che l'air bag è terribile senza cintura. Mi dicono gli agenti della stradale: «Non parliamo poi di chi porta occhiali. Quello, senza cultura e con l'air bag, se se la cava, ha una vita per rimpiangere di non averle allacciate». Ma ì padroni della strada non hanno paura nemmeno per sé. Abbiamo paura noi che siamo tanti e che ci nascondiamo di notte. Bastano i lampeggianti Gli agenti: è difficile far della polstrada per frenare accostare uno che viaggia i guidatori da circuito a 180 all'ora. Non puoi per ma la corsa riprende punire uno mandarne in appena la pattuglia si ferma ospedale altri dieci

Persone citate: Lucio Dalla