Rondelli studia l'alternativa a Comit di Valeria Sacchi

Rondelli studia l'alternativa a Comit Rondelli studia l'alternativa a Comit Unicredit guarda a Torino e al Bancosicilia. Gutty: «Tutto fatto con Intesa» Valeria Sacchi GENOVA Mi:iiu<' a Genova il presidente di Unicredit Lucio fondelli mette una pietra sopra il fallito matrimonio con Comit, definendolo «una vicenda chiusa)», a Milano il consiglio di amministrazione di piazza Scala rinvia al prossimo Oda di settembre la convocazione delle assemblee «(.in dovranno valutare il piano di integrazione con Intesa» e la cani eluizione del tetto statutario del 5% al diritto di voto, come spiega uscendo dalla Commerciale il vicepresidente Gianfranco Gutty, Il quale, alla domandn se i consiglieri abbiano disdissii della proposta di Intesa, risponde «Non abbiamo parlato ili banca Intesa perché è già lutto tal l.o» A Genova, dove gli azionisti di in,ii redit sono riuniti per approvare due operazioni: la fusione poi' incorporazione della Popolare di Rieti e l'aumento di capitale, valore massimo 82 miliardi nominali, per l'acquisizione del controllo della Cassa di Ruspai mio di Trehtoe Rovereto, Rondelli seppellisce l'Ops su i.nulli assolvendo Bankitalia, che si e «attenuta al rispetto delle nonne che impongono il consenso delle parti, consenso che e venuto meno col patto di consultazione e il ricambio del management Comit». Nega poi, rispondendo ad una specifica domanda, che nel fallimento dell'operazione abbia giocato una parte importante la questione delle quoti; in Mediobanca. «Mediobanca - spiega - era stata da noi rassicurata ampiamente sulla nostra partecipazione, che ha un valori! storico e un valore strumentale». Chiuso il capitolo piazza Scala, Rondelll promette agli azionisti che il «rafforzamento del crup])!) sul mercato domestico, che non riteniamo ancora completato, proseguirà», e indica come «livello adeguato» una (mota di mercato nazionale del 12/15% contro l'attuale 9/10%. Poi sgombra il campo dalle mille voci di possibili attriti tra management Unicredit e fondazioni azioniste. «Il ruolo delle fondazioni - assicura - è un ruolo di grande rilevanza. Le fondazioni sono, oggi, gli investitori istituzionali ili maggior peso, e danno un contributo fondamentale alla stabilizzazione del sistema». «Non c'è scollamento nella nostra compagine azionaria - aggiunge - a meno che non si voglia interpretare in questo modo la dialettica all'interno del consiglio di amministrazione. Ma è dal confronto che nascono le idee». Quanto ai progetti futuri, nemmeno una parola («non possiamo dare indicazioni su cose su cui stiamo lavorando»). Tuttavia, da un rapido esame del panorama del credito qualche paletto emerge. A proposito di Banco di Sicilia, ad esempio, Rondelli fa presente che «è una partita che solleverebbe grossi problemi di Antitrust, da momento che noi siamo in Sicilia la terza banca per importanza», e lo stesso vale per il Banco di Sardegna. Anche su un'eventuale unione con San Paolo-Imi, Rondelli riconosce che «si assommerebbero posizioni di mercato dominante a livello di provincia». E chiarisce che, oggi, gli Lucio Rondelli ostacoli non sorgono dalla sovrapposizione degli sportelli, risolvibile con «le specializzazioni per segmenti specifici», ma appunto da problemi di Antitrust. Su una eventuale ipotesi di aggregazione con Bnl Rondelli invece glissa, pur affermando che «con Bnl non esiste al momento alcun discorso aperto». E allora, chi mai potrebbe essere quel «second best» cui lui stesso aveva accennato al momento del tramonto del sogno Comit? Il presidente di Unicredit non lo dice ma qualche indicazione indiretta la fornisce. E' evidente che la sua preferenza va ad operazioni di un certo peso, che consentano un salto di dimensione deciso. Infatti osserva: «Il nostro modello di holding richiede molta pazienza, perché bisogna rispettare le tradizioni culturali delle varie componenti», quasi a suggerire che tante piccole aggregazioni richiederebbero forse uno sforzo sproporzionato. Quanto a Deutsche Bank, preferisce rinviare a uno dei suoi grandi azionisti: Dino De Poli presidente di Cassamarca, ieri assente come il presidente di Cariverona, Paolo Biasi, che proprio in questi giorni ha dichiarato: «Deutsche non compra niente. E ripeto ancora una volta che a noi fa piacere essere oggetto di desiderio, ma abbiamo anche noi i nostri desideri». «Ma non trattiamo con Bnl» L'istituto preferisce operazioni di peso «Dobbiamo lavorare con grande pazienza»

Luoghi citati: Genova, Milano, Rieti, Sicilia, Torino