«L'Inferno non è affatto vuoto»
«L'Inferno non è affatto vuoto» «L'Inferno non è affatto vuoto» Attacco della «Civiltà Cattolica»: «Ma si è dannati solo per peccati davvero gravi» Smentiti i teologi «buonisti» Marco Tosati. ROMA L'Inferno c'è, eccome; c non è affatto vuoto; ma la Chiesa ne parla troppo poco, o non ricorda a sufficienza ai fedeli che chi fa peccato «brucia». La «Civiltà Cattolica», la prestigiosa rivista dei gesuiti, dedica l'editoriale del suo prossimo numero a contestare le ipotesi «buoniste» di qualche teologo; un articolo severo, ma rassicurante su un punto: all'Inferno non ci si va per una bagattella. Si e dannati per peccati veramente serii, e soprattutto per il rifiuto cosciente e persistente di Dio. «Civiltà Cattolica» polemizza con due professori. 11 primo ò Luigi Lombardi Vallauri, ordinario di filosofia del Diritto a Firenze, e a cui l'Università Cattolica diMilano non ha rinnovato l'incarico annuale di insegnamento. Per lui l'Inferno «ò una colossale ingiustizia... decreta il fallimento totale dellu pedugogia di Dio... ò una pena troppo smisurata in rapporto alle colpo commesse», perchè ci si può andare per un «bacio tranquillo sino periculo pollutionis». Secondo bersaglio è il professor Pietro Prini. Nella sua opera recente Prini ricorda che una cifra oscillante fra il 10 e il 20 per cento dei cattolici italiani credo che l'Inferno «sia un luogo di dannazione per punire i malvagi nelle fiamme eterne», e vede in ciò «un segno che la coscienza cristiana ha fatto un grande progresso nei 20 secoli della sua storia», rispetto alla «teologia fabulatoria della dannazione». Vale a dira, le rappresentanzioni delle pene infernali, prima e dopo la Divina Commedia. Ribatte «Civiltà Cuttolicu»: è vero che «talvolta» la Chiesa ha insistito troppo sul «timore dell'Inferno», ma ora «si ò anduti all'eccesso opposto, perchè nella predicazione e nella catochusi non si parla quasi più dell'Inferno con danno del popolo cristiano, che in tal modo non è più posto dinanzi alla tremenda possibilità reale di perdersi o quindi non è messo dinanzi all'urgenza di decidersi per Gesù Cristo e di vivere in conformità col Vangelo, resistendo al peccato e al male che ne minaccia il destino eterno». Quindi, per «Civiltà Cattolica», l'Inferno esatte. E' vuoto, come sosteneva Urs Von Balthasar? Questa, secondo Lombardi Vallauri, «è la tesi di chi vuol salvare capra e cavoli», cioè salvare il dogma, e al tempo stesso risolvere il problema della bontà di Dio. La Chiosa prega per la salvezza di tutti, «ma non ha alcuna certezza che tutti si salvino - afferma la 'Civiltà Cattolica' -. Non ha senso perciò affermare che esiste la possibilità reale della dannazione, ma che in concreto nessuno si danna. Con quale diritto si fa un'affermazione simile»? E' convinzione dei gesuiti che l'Inforno non sia un «luogo», ma unao «stato», un modo di essere, e consista nella privazione di Dio. «Questa pena non è Dio a infliggerla dall'esterno per mezzo degli angeli o dei demoni, come si vede in molte raffigurazioni o si legge nella Divina Commedia, ma èli peccatore che se la infligge per il fatto che il suo rifiuto di Dio mette contro di lui la creazione». E poi: non ci si danna per «peccatibagattelle». «Dio non sta col fucile spianato per colpire e mandare all'Inferno chi commette un solo peccato». All'Inferno ci va chi pratica «una scelta consapevole del male», una scelta che «matura tutta la vita, passata nel peccato, nel rifiuto, e forse, nell'odio di Dio». La dannazione è frutto «dell'indurimento dell'uomo nel peccato, del rifiuto consapevole di compiere il bene». Insomma, andare all'Inferno non sembra poi cosi semplice. «In passato la Chiesa aveva insistito troppo sul Diavolo, ora si è all'eccesso opposto» Nuovo monito della Chiesa sull'esistenza dell'Inferno
Persone citate: Gesù, Lombardi Vallauri, Luigi Lombardi Vallauri, Pietro Prini, Prini
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