La Cina: abbiamo la bomba ai neutroni
La Cina: abbiamo la bomba ai neutroni La Cina: abbiamo la bomba ai neutroni Sale la tensione tra Pechino e Taiwan: useremo la forza se proclama l'indipendenza «Mai rubata agli Usa, la costruiamo da 11 anni» PECHINO Aprendo un nuovo capitolo nella polemica con gli Stati Unit sulle presunte attività di spionaggio che le avrebbero permesso d impadronirsi dei segreti della più sofisticata tecnologia militare Usa. la Cina ha rivendicato la piena capacità di sviluppare e produrre in proprio la bomba al neutrone: come dire che i suoi ricercatori sono bravi abbastanza da risparmiarlo la necessità di rubare lo cognizioni altrui. In realtà e noto da tempo a livello di comunità scientifica internazionale che Pochino fece detonare la prima bomba al neutrone già undici anni fa; al riguardo, tuttavia, non ci sono mai stati annunci ufficiali. Ora la Cina ha ammesso che riuscì già in quegli anni a dominare prima la tecnologia per gli ordigni neutronici (in grado di distruggere la vita senza danni iille cose) e poi quella por la miniaturizzazione dogli armamenti nucleari. In una conferenza stampa il capo portavoce del governo di Pechino, ZhaoQizheng, ha spiega- to quanto «logico e naturale» fosse che il suo Paese, dopo aver padroneggiato le tecniche di produzione ideile bomba atomica e di quella all'idrogeno, riuscisse a sviluppare anche testate al neutrone «soio con i propri sforzi» e, anzi, «nell'arco di un breve periodo di tempo». La Cina, ha proseguito Zhao, a causa della corsa agli armamenti scatenata dagli Usa e dall'ex Urss durante la Guerra Fredda «non aveva altra scelta» che fare da sò nello stesso campo, dotandosi delle tecnologie per «realizzare bombe al neutrone» e per «la miniaturizzazione di armi nucleari». Quanto al rapporto americano, il portavoce lo ha liquidato come «completa ri ieri! e assurdo». Alla tensione con l'America, in questi giorni si deve aggiungere quella con Taipei, i cui dirigenti iono stati bersagliati di accuse da 'ccliino dopo avere rivendicato ino speciale status «interstatale», mentre la Repubblica popolare si considera l'unico governo legittimo del paese e attribuisce all'isola al massimo la veste di «entità politica». La guerra verbale tra le due parti è giunta all'apogeo con una dichiarazione in cui il ministro cinese della difesa Chi Haotian ha adombrato la minaccia di un intervento militare per evitare che l'isola proclami l'indipendenza. In un editoriale apparso sul «Quotidiano dell'esercito di liberazione» si afferma che le forze annate sono pronte a difendere ogni palmo del suolo cinese. Taiwan ha reagito aumentando lo stato di allarme delle sue truppe sull'isola di Quemoy, a un paio di chilometri dal continente. Gli Usa hanno ammonito Pechino contro il ricorrere alla violenza, altrimenti - ha detto il portavoce James Rubin - «verrà considerato da noi una minaccia alla paco e alla sicurezza del Pacifico».
Persone citate: James Rubin
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