«Sono deciso ad arrivare alla pace» di Andrea Di Robilant

«Sono deciso ad arrivare alla pace» «Sono deciso ad arrivare alla pace» Barak da Clinton Andrea di Robilant corrispondente da WASHINGTON «Sono eccitato come un bambino che ha appena ricevuto un giocattolo nuovo», dice Bill Clinton accogliendo il nuovo premier israeliano li'hud Barak - una metafora decisamente curiosa che suscita un putiferio in Israele, ma che riflette l'entusiasmo con cui il Presidente riprende in mano i vaii pezzi del puzzle mediorientale. Al suo nuovo «giocattolo» Clinton ha riservato un programma senza precedenti: un primo incontro di tre ore ieri alla Casa Bianca per cominciare a conoscere Barak, un invito a Camp David per un fine settimana di lavoro e piacere, una sontuosa cena ufficiale alla Casa Bianca domenica e un nuovo round di colloqui lunedi. Insomma, una maratona diplomatica per dare un forte impeto al negoziato, «Sono deciso ad arrivare alla pace», dice Barak sul prato della Casa Bianca prima di chiudersi con il Presidente, «I*i gente chiede un'alba nuova e non possiamo deluderla». E la battuta di Clinton? «Non d giusto che i media diano un'interpretazione maliziosa di un commento positivo, fatto in buona fede», risponde il premier in aiuto a un Clinton un po' confuso. «Abbiamo bisogno della leadership americana in questa vicenda - ha detto Barak ma il contributo più utile gli Stati Uniti possono darlo facilitando il dialogo anziché facendo il poliziotto, il giudice o l'arbitro della situazione». L'ipotesi di smantellare insediamenti israeliani non esiste, insisto il premier. E Israele non coderà ai palestinesi altro territorio prima di un accordo preliminare sul negoziato finale: «Gli Accordi di Wye raggiunti lo scorso autunno vanno cortamente rispettati, ma bisogna trovare il modo di agganciarli al negoziato finale». Nonostante queste messe a punto, l'Amministrazione è convinta che lo spirito sia cambiato e che il momento sia favorevole por arrivare ad un negoziato finale nel giro di un anno. A proposito del ruolo americano, Clinton risponde: «Sono d'accordo che por noi la cosa migliore sia quella di facilitare i contatti tra israeliani o palestinesi». Barak ha incontrato alcuni tra i principali leader arabi prima di venire a Washington e ha detto di essere ansioso di incontrare anche Hafez Assad, il presidente siriano. «Io sono pronto, la pista da ballo è pronta ma bisogna essere in due per ballare il tango».

Luoghi citati: Israele, Stati Uniti, Washington