«Meglio In linea di Jospin» di Paolo Passarini

«Meglio In linea di Jospin» «Meglio In linea di Jospin» Trentin: là concertazione deve essere vera intervista Paolo Passarini Chi ha ragione, Massimo D'Alema o Sergio Cofferati? C'è una via d'uscita dal braccio di ferro sulla riforma delle pensioni tra governo e sindacati? In quale modo una sinistra di tipo nuovo dovrebbe affrontare il tema della riforma dello stato sociale? Mentre si riaccende lo storico scontro tra partiti e sindacati, affrontiamo questi temi con Bruno Trentin, ora eurodeputato ma fino al '94 carismatico predecessore di Cofferati, Trentin, prima ancora, era stato segretario dei metalmeccanici della Cgil durante l'Autunno caldo e la Fiom, allora, era la sinistra. Ciò nondimeno, Trentin appoggiò l'ascesa alla segreteria del «destro» Luciano Lama, perché avrebbe garantito una più netta autonomia del sindacato. La Quercia è arrivata a Palazzo Chigi e si è aperto un duro scontro tra essa e i sindacati, soprattutto la Cgil. Cosa c'è di nuovo in questo scontro? «Non vedo particolari novità, tranne un fatto oggettivo: che il partito della Quercia guida il governo. Questo rende più trasparente la dialettica tra il governo e il sindacato. Un po' diversa è la posizione del partito, che mi pare esprima una solidarietà generale con le posizioni del governo, ma non sempre si identifica con esse. Un partito della sinistra assume una responsabilità di governo e si deve misurare con un sindacato che da più di 25 anni ha imparato a esercitare un ruolo autonomo. Qui non ci sono fatti nuovi. Vi furono episodi anche nel passato che segnalarono una diversità di approccio. Perfino negli Anni 60, ai tempi del centrosinistra, quando la Cgil appoggiò con molto impegno lo Statuto dei lavoratori e il Pei si astenne, vi furono approcci diversi». D'Alema, però, sostiene di rappresentare l'innovazione mentre accusa il sindacato di conservatorismo. E' uno schema applicabile? «E' uno schema che ha una lunga storia e il presidente del Consiglio non marca una forte originalità. Si è sempre distinto nella storia del movimento ope¬ raio il sindacato dal partito, considerando quest'ultimo portatore di un interesse generale e il primo necessariamente portatore di interessi corporativi sani. In realtà le cose sono un po' cambiate e spesso abbiamo assistito a rovesciamenti di ruoli. Pensiamo alla vicenda del pubblico impiego, dove questo sindacato propose una riforma per privatizzare il rapporto di lavoro nel settore pubblico, che aveva un diretto riflesso sui trattamenti previdenziali. Il sindacato allora non ebbe come alleate le forze della sinistra, a quel tempo all'opposizione. Ci sono tanti altri esempi». Si è creata una situazione per cui, vinca D'Alema o vinca Cofferati, la sinistra perderebbe In entrambi i casi. C'è una via d'uscita da questo vicolo cieco? «E' importante capire che la concertazione non può essere l'applicazione di una decisione già presa, ma l'istruttoria reale di un problema. Dopodiché, se non si trova un accordo, D'Alema ha il dovere di decidere autonomamente, ma prima deve esserci una concertazione vera. Se poi si discutesse senza ipoteche di tempi, poiché il 2001 non sarà la fine del mondo soprattutto se si sarà riusciti a istruire prima le decisioni di assumere e se poi il discorso venisse spostato dalle pensioni di anzianità a quello delle riforma dello stato sociale, forse si potrebbero accompagnare misure, che da sole apparirebbero punitive per qualcuno, ad altre misure di compensazione». Ecco, la riforma del welfare state è il terreno principe sul quale è chiamata a misurarsi una sinistra di tipo nuovo. Esiste, secondo lei, la possibilità di costruire una sinistra di questo tipo, che non si caratterizzi solo come subalterna a un modello conservatore? «Questa è la vera sfida per sinistra e sindacati. Ma quello che manca di più è la capacità di confrontarsi, da parte di partiti e sindacati di sinistra, su un progetto a lungo termine. Un esempio elementare: il grande tema - ormai cancellato in Italia nei discorsi sulla riforma dello stato sociale - è quello della formazione permanente e della riqualificazione del lavoro adulto. Non tutte le pensioni di anzianità sono la stessa cosa: è nota infatti la disoccupazione di lungo periodo che rischiano i lavoratori dipendenti anziani. Ecco come il tema della riqualificazione entra nella riforma delle pensioni. Certo, i risultati verranno nel medio periodo, non subito, ma intanto si indica dove si vuole andare e molti problemi possono essere risolti più semplicemente». Si parla di due sinistre in Europa, quella di Blair e quella di Jospin. Lei crede in questa dicotomia? «Non personalizzerei, ma credo esista certamente una tendenza che, in nome della modernizzazione, subisce fortemente l'influenza della destra neo-liberale. Per esempio, ho riserve an¬ che sull'approccio dello stesso governo italiano, che fa propria la parola d'ordine "meno spese e meno tasse", contemporaneamente. Mi sembra una linea avventurosa per un paese con i problemi che ha l'Italia. In Francia, prima ancora di Jospin, è stato ridotto il parafisco (la parte che incide sul costo del lavoro) in cambio di un prelievo di solidarietà generale. La pressione fiscale non è aumentata, ma c'è stata una ridistribuzione che aveva un senso». Lei critica il governo per qualche cedimento neo-liberale; per una visione limitata della concertazione; per aver impostato in modo angusto il tema delle pensioni. In che cosa critica il sindacato? «Occorre maggiore capacità di proposta. L'atteggiamento è un po' troppo difensivo, contrattuale: voi fate la proposta e poi noi vi diciamo. E un vecchio e comprensibile riflesso condizionato, che però va superato. Occorre offrire un obiettivo di lungo periodo, perché la gente si chiede: dove andremo a finire?». «La riforma del Welfare è oggi la sfida sia per la sinistra che peri sindacati Ciò che manca di più è però la capacità di confrontarsi» «All'esecutivo imputo cedimenti neoliberali ma le organizzazioni dei lavoratori devono imparare ad avere una maggiore capacità di proposta» L'eurodeputato Bruno Trentin: è stato segretario della Cgil

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