«Impiccheremo i ribelli dell' università»

 «Impiccheremo i ribelli dell' università» Una delegazione di giovani a Qom, il Vaticano sciita, per cercare appoggio tra gli ayatollah «Impiccheremo i ribelli dell' università» / falchi del regime: hanno commesso il criminepeggiore Pubblichiamo il racconto di un testimone diretto dei tragici avvenimenti che in questi giorni scuotono la capitale iraniana. Per motivi di sicurezza personale l'autore firma con uno pseudonimo AssanZ. TEHERAN I giornali della destra conservatrice, molto vicini alla Guida Spirituale Ali Khamenei, rivelano che gli arrestati in questi giorni da polizia, milizia e Hezbollah saranno condannati a morte. Il quotidiano nazionale «Jomhurì Islam», citando fonti giudiziarie che avrebbero parlato durante la mega manifestazione di mercoledì a sostegno della Guida Spirituale, scrive che «i provocatori arrestati sono persone contro Dio, dei corrotti sulla terra e saranno condannati alla pena capitale». II quotidiano «Resalaat» conferma con una breve notizia: fra pochi giorni alcuni degli studenti arrestati per i disordini saranno uccisi, impiccati o fucilati. Essere dei «corrotti sulla terra» è il peggior crimine previsto dal codice penale islamico in vigore in Iran. I giovani arrestati dopo le proteste che rischiano la pena capitale sarebbero diverse centinaia, secondo gli studenti che ieri sono scesi in campo per denunciare il rìschio di «un colpo di Stato» contro il presidente Mohammad Khatami. Fonti studentesche affermano che almeno cento giovani sono stati portati nel carcere di Evin, mentre sulla sorte degli altri non si sa nulla. Un consistente numero di genitori degli scomparsi ha inscenato una protesta davanti al comando di polizia per avere notizie sui figli. Ma senza esito. L'autorevole quotidiano «'l'avana» chiama in causa «la mafia al potere che vuole rovesciare il governo». «L'assalto all'Università è stato orchestrato - aggiunge il giornale - per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dalla catena di uccisioni di intellettuali dissidenti e oppositori» dello scorso anno, al fine di «insabbiare le indagini». I controlli continuano intanto serrati attorno all'Università e nelle piazze centrali da parte delle forze di sicurezza e dei miliziani. Molti testimoni riferiscono di nuovi, numerosi arresti. Soprattutto di ragazzi e ragazze molto giovani. Uno schieramento di pasdaran - le Guardie della Rivoluzione - in tute mimetiche e caschi rossi controlla l'ingresso dei dormitori dell'Università. Sono finiti in manette anche tre appartenenti al partito «Mellad» («La Popolazione»). Fra gli studenti stanno montando la protesta e la rabbia. Se entro domani i loro compagni non saranno liberati, torneranno a manifestare. L'altra richiesta, ribadita ieri, è la restituzione delle salme delle vittime, ma il problema è che ancora non c'è stata una conferma ufficiale dei morti almeno cinque - di cui ieri ha parlato anche Amnesty International. Fra i morti ci sarebbe anche una ragazza di 17 anni, Tami Amifar, colpita da un proiettile alla testa. Il movimento studentesco ha apertamente denunciato il tentativo di un colpo di Stato contro il presidente Mohammad Khatami e contro il governo. «Dietro gli incidenti ci sono i nemici del presidente» ha affermato uno dei leader del movimento, Ali Afshari, 26 anni studente di ingegneria. «E' un rischio molto serio», puntualizza un documento dei giovani. Anche l'organizzazione di sinistra dei «Mojaheddin della Rivoluzione Islamica» teme un simile, drammatico sviluppo da parte della destra più conservatrice. «Resalaat» ha rivelato che è stato scoperto un potente ordigno esplosivo in una villa in cui vivevano alcuni membri dell'organizzazione di opposizione dei «Mojaheddin del Popolo» (Mko). Anche a Isfahan sono stati arrestati degli oppositori, trovati in possesso di armi. A Teheran i 250 mila telefonini esistenti continuano a non funzionare. Secondo quanto dichiarato da un funzionario dei Ministero delle Poste e Telecomunicazione, «i cellulari continueranno a essere inattivi per molti altri giorni». Ieri sera molta gente è scesa in strada in coincidenza con il settimo giorno dalla morte delle prime vittime degli scontri. C'è grande attesa nell'aria per la preghiera del venerdì in programma oggi all'Università e per la «missione» di una delegazione di studenti che andrà, sempre oggi, nella città santa Qom per incontrare alcuni ayatollah, fra i quali probabilmente anche Montazeri, «esiliato» da diversi anni dopo essere stato al fianco di Khomeini durante la rivoluzione. LA SPIETATA GIUSTIZIA DEGLI «UOMINI SANTI; Mohareb: coloro che combattono contro Dio. Nel codice dell'Iran degli ayatollah è il reato più grave, punito con la morte. Centinaia di sostenitori dello scià e di oppositori del regime sciita sono stati giustiziati con la fucilazione o l'impiccagione per essersi resi colpevoli di questo «delitto». Tra loro molti militanti dei Mujaheddin del popolo, il principale movimento di opposizione armata Legati a un palo, bendati, sul punto di essere fucilati da un plotone di esecuzione formato da militanti della polizia parallela del regime. Cosi sono stati liquidati i «mofsod e felarz», i corrotti sulla terra, l'espressione con cui gli ayatollah bollano tutti coloro che non si adeguano alla legge islamica. E' il termine che è stato utilizzato ieri per Indicare gli studenti in rivolta. I curdi sono stati le altre grandi vìttime del pugno di (erro del regime di Teheran. Subito dopo il suo ritorno in Iran, l'imam Khomeini ordinò di risolvere con la forza il problema dell'indipendentismo curdo. Centinaia di «peshmurga», i combattenti curdi, furono giustiziati dai pasdaran sulle montagne del Nord-Ovest dell'Iran. imi Hill iM Jj

Persone citate: Ali Afshari, Ali Khamenei, Evin, Khomeini, Mohammad Khatami, Tami Amifar

Luoghi citati: Iran, Teheran