Scioperi, l' ipotesi-decreto spacca il sindacato di Gian Carlo Fossi

Scioperi, l' ipotesi-decreto spacca il sindacato Sulla proposta di Cofferati è scontro a livello politico ed istituzionale. D'Antoni: idea cilena Scioperi, l' ipotesi-decreto spacca il sindacato Del Turco: è senz'altro incostituzionale Gian Carlo Fossi ROMA Un decreto-legge a settembre per porre fine, dopo la tregua estiva, al caos insostenibile dei trasporti. Lo chiede con forza il segretario generale della Cgil, Cofferati, ed esplode subito uno scontro acceso a tutti i livelli sindacali, politici e istituzionali. «Un decreto legge su una materia così delicata osserva il ministro della Funzione pubblica Piazza - sarebbe politicamente inopportuno, ma non costituirebbe un problema di costituzionalità perché, in ogni caso, il provvedimento deve essere convertito in legge e, di conseguenza, l'ultima parola spetta sempre al Parlamento». Il vice presidente del Consiglio Mattarella, invece, replica secco a Cofferati che, nella sua sortita, ha esortato il governo ad avere più coraggio: «Al governo non manca il coraggio. Però occorre anche considerare che c'è la necessità di rispettare il ruolo e le prerogative del Parlamento su questioni di tale tipo. Vedremo...». Prende le distanze dalle dichiarazioni di Piazza il presidente della Commissione di garanzia sull'esercizio del diritto di sciopero Giugni, osservando che «la proposta suscita forti dubbi di costituzionalità, mentre si potrebbe ricorrere all'uso della delega legislativa per far approvare sollecitamente le nuove regole in discussione al Parlamento». Tranciante il giudizio di Del Turco, già numero 2 della Cgil ed oggi presidente della Commissione parlamentare antimafia: «E' senz'altro anticostituzionale». Al contrario, spezza una lancia a favore del leader della Cgil l'ex presidente della Corte Costituzionale Caianiello, che ritiene «percorribile» la strada del decreto legge. «Non è la prima volta - sottolinea - che si interviene su un diritto costituzionalmente garantito. Lo si è fatto all'epoca del terrorismo e contro la criminalità organizzata, e si trattava di diritti molto delicati, come la libertà personale». Sempre più spaccato il fronte sindacale: duro «no» del segretario generale della Cisl, D'Antoni, in rivolta gli autonomi e le Rappresentanze di base («E' una proposta cile¬ na»), mentre il leader della Uil Larizza si dice favorevole al decreto legge «a patto che serva a gestire l'emergenza». Posizioni diametralmente opposte pure fra le forze politiche: Baccini del Ccd prende atto che «finalmente Cofferati, anche se con ritardo siderale, si è reso conto che la legge 146 e i patti antisciopero non sono in grado di risolvere il problema»; invece il segretario di Rifondazione comunista Bertinotti contesta l'ipotesi del decreto legge «perché lo sciopero non può essere limitato ulteriormente» e Boghetta, responsabile trasporti dello stesso partito alza il tiro contro la Cgil: «Le affermazioni di Cofferati dimostrano quanto avanzato sia il processo di dissoluzione ideologica della più importante forza sociale del Paese». A tutti Cofferati ribatte senza battere ciglio: «Non cambio idea». Dunque, nessuna marcia indietro d. fronte alla raffica di critiche e di contestazioni. «Penso sia importante - spiega garantire ai cittadini italiani due cose: a quelli che lavorano l'esercizio corretto del diritto di sciopero e a quelli che vivono in questo Paese la possibili- tà di avere una libera mobilità senza essere, da utenti, colpiti da effetti indesiderati. Tutto questo si può fare soltanto a delle condizioni precise che abbiamo lungamente discusso con il governo e, poi, sono state tradotte in un accordo che abbiamo firmato il 23 dicembre. Una parte consistente di quei contenuti è stata trasferita in un disegno di legge che è fermo in Parlamento». Quindi, perché tanta drammatizzazione, tanto allarme? «Io credo - aggiunge si debba fare una cosa semplice, non c'è da inventare niente, ma solo utilizzare quello che c'è scritto nel disegno di legge e farlo diventare un decreto che dia garanzia ai lavoratori del settore dei trasporti e agli utenti». Il Parlamento sarebbe delegittimato? «Assolutamente no. Infatti - rileva Cofferati - il Parlamento avrà poi tutto il tempo per poter discutere i contenuti. Cosi non si ledono la sovranità del Parlamento, che nessuno intende mettere in discussione, né le prerogative de) governo». I tempi ideali per varare il decreto legge sarebbero, secondo il capo della Cgil, i primi giorni di settembre: il 27 luglio scatta la moratoria prevista dalla legge che garantisce gli utenti per l'intero mese di agosto; alla ripresa il problema potrebbe riesplodere anche con un una carica maggiore e «se il governo non prende una decisione adesso c'è il rischio di ritrovarsi a Natale senza aver combinato nulla». E, ovviamente, sotto la consueta raffica di agitazioni proprio nei trasporti nell'imminenza delle vacanze di fine anno. Il ministro dei Trasporti Tiziano Treu A centro pagina i segretari di Uil. Cisl e Cgil Larizza, D'Antoni e Cofferati

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