Irriducibili fuori dalle celle

Irriducibili fuori dalle celle Irriducibili fuori dalle celle E i giudici adesso hanno molti dubbi ROMA I nomi sono tanti, e molti di essi dicono poco o nulla a chi non è un esperto della storia degli «anni di piombo». Ma nell'elenco degli ex terroristi che usufruiscono della semilibertà o del lavoro esterno al carcere spuntano qua e là anche figure notissime di quel periodo, ufficialmente né pentiti né dissociati, e dunque catalogati come «irriducibili», anche se questo non vuol dire che siano ancora dei sostenitori della lptta armata. Mario Moretti, pei* esempio, regista del sequestro e dell'omicidio di Aldo Moro, ha da tempo dichiarato conclusa quell'esperienza, e con lui Barbara Balzerani, Anna Laura Braghetti, Bruno Seghetti e altri brigatisti di quell'epoca. Dopo il delitto D'Antona hanno parlato pubblicamente contro le nuove Br tuttavia - ritengono molti «addetti ai lavori», e tra questi anche il presidente della commissione Stragi Giovanni Pellegrino - non hanno rivelato tutto ciò che sanno sul caso Moro e su altre vicende del brigatismo nostrano, lasciando insoluti alcuni misteri. Ad uscire regolarmente dal carcere ogni mattina per farvi rientro la sera è pure Rocco Micaletto, un nome rimasto quasi sempre nell'ombra ma comunque importante, perché era uno dei quattro componenti del comitato esecutivo delle Br (insieme a Moretti, Azzolini e Bonisoli) durante il sequestro Moro. Di lui non si ricordano deposizioni né davanti ai magistrati, né alle commissioni parlamentari d'inchiesta. Da qualche mese ha ottenuto la semi-libertà anche Giovanni Senzani, capo brigatista circondato da un alone di mistero per come ha condotto, ad esempio, il sequestro Cirillo. A lui viene anche addebitata l'uccisione di Roberto Peci, vendetta trasversale per colpire il fratello Patrizio, primo grande pentito delle Brigate rosse. Anche da Senzani non sono arrivate rivelazioni né prese di distanza giudicate significative dalla lotta armata. Questo non significa essere automaticamente dei sostenitori dei nuovi brigatisti, ma è un fatto che dopo l'omicidio D'Antona gli investigatori sono tornati a prendere in esame le posizioni di alcuni non pentiti né dissociati che hanno la possibilità di lasciare ogni giorno la loro cella. Probabilmente, se esiste, il pericolo di un collegamento con le nuove Br vale più per i nomi meno noti alle cronache che non per quelli famosi. Un gruppo che, a poco più di dieci anni dagli ultimi delitti commessi, è quasi tutto in semilibert.à o al lavoro esterno è quello dell'Unione dei comunisti combattenti, nato dalla «seconda posizione» in seno alle Br. Anche fra loro, dopo l'omicidio D'Antona, si sono levate voci di condanna e di presa di distanza dal nuovo terrorismo. [gio. bia.l Qui accanto Mario Moretti A destra Barbara Balzerani A sinistra Giovanni Seniani Qui accanto Anna Laura Braghetti

Luoghi citati: Roma