I falchi dì Khamenei occupano Teheran

I falchi dì Khamenei occupano Teheran Migliaia in corteo al grido di «Morte all'America». Ora i rivoltosi rischiano la pena capitale I falchi dì Khamenei occupano Teheran Magli studenti lanciano un ultimatum al regime ASSANZ. TEHERAN Migliaia di persone hanno partecipato alla grande manifestazione all'Università di Teheran organizzata dal regime per condannare la rivolta e le proteste di questi giorni, a Teheran come in altre città. Davanti alla folla che innalzava cartelli con le scritte «Morte all'America», «Morte a Israele» e «La nostra vita è della Guida Spirituale Ali Khamenei», è intervenuto Hassan Ruhani, vicepresidente del Parlamento, religioso conservatore e segretario del Consiglio per la Sicurezza del Paese. Ruhani ha condannato duramente le proteste da parte di «agenti contro-rivoluzionari» (crimine che in Iran prevede la pena capitale, ndr), minacciando tutti coloro che «ricevono ordini dall'America e da Israele». Poi ha lodato «la polizia, la milizia e gli Hezbollah», annunciando che «le forze di sicurezza ed i sei-vizi segreti hanno l'ordine di arrestare chiunque tenta di destabilizzare il Paese. Tutti coloro che hanno partecipato alla manifestazioni - ha aggiunto Ruhani - sono dei criminali, degli oppositori espressione di gruppi politici sconfitti dalla Rivoluzione del 1979». Ruhani ha annunciato che molti di questi «criminali» sono stati arrestati e saranno presto interrogati. Si parla di centinaia di persone in manette ma le retate continuano. Durante la manifestazione all'Università vi è stato un momento di tensione, con scontri fisici, quando alcuni Hezbollah hanno aggredito un gruppo di studenti che gridavano slogan a favore del presidente della Repubblica, Mohammad Khatami, e malmenato alcune studentesse. A Teheran regna una calma apparente. Ieri non ci sono state proteste, i negozi sono rimasti aperti e solo i commercianti del Bazaar hanno chiuso per andare all'Università. La calma è garantita da un imponente schieramento di poliziotti e miliziani con posti di blocco in ogni strada. Le automobili vengono fermate quasi una a una. Chi è a bordo viene fatto scendere ed interrogato. Qualsiasi «sospetto» viene portato via. Cercano soprattutto i giovani. Quattro studenti sono stati picchiati, ammanettati, bendati, arrestati e portati via su un'autombulanza mentre si dirigevano verso l'Università perche nella loro auto che esponeva un'immagine della Guida Spirituale - sono stati trovati volantini con le richieste del movimento studentesco, Di loro non si è saputo più nulla. Guardie rivoluzionarie, miliziani e agenti di polizia sono stati posti in stato di «allarme rosso» dai loro comandanti. 1 miliziani circolano armali a bordo di motorini, per pattugliare parchi pubblici e vicoli. A Tabriz e Isfahan la situazione non è diversa: le automobili sono costrette a passare in percorsi segnati da continui posti di blocco. Da ieri è stato ordinato «per motivi di sicurezza» al Ministero delle Poste e Telecomunicazioni di bloccare gli accessi a Internet e ogni conversazione fra telefoni cellulari. La televisione ha sospeso quasi tutti i programmi quotidiani e trasmette immagini della manifestazione all'Università e discorsi della Guida Spirituale. Quattro rappresentanti del movimento studentesco hanno convocato nel pomeriggio una conferenza stampa per raccontare la loro versione dei fatti, annunciando la creazione di un «Comitato per rappresentare le richieste degli studenti» e criticando duramente tti il discorso di Ruhani all'Università, che accusano di aver «ignorato le richieste» e «dimenticato i diritti» degli studenti. 1 quattro giovani imputano agli Hezbollah «le violenze all'Università», scatenate per «bloccare la politica di riforme del presidente Khatami». Queste sono le sette richieste che hanno avanzano: sostituzione del coinandande della polizia; liberazione di tutti gli studenti arrestati (sarebbero almeno 361; restituzione dei corpi di tutti gli uccisi (fra 3 e 7); processo, aperto ai mass media, contro chi ha scatenalo le violenze; fine delle provocazioni degli Hezbollah; revoca della messa ni bando del quotidiano di sinistra «Salam». causa scatenante delle manifestazioni studentesche; trasferimento dei poteri di controllo sulla polizia dalla persona della Guida Spirituale al ministro dell'Interno, Mussavi Lari. Pino all'elezione di Khatami infatti la Guida Spirituale aveva sempre delegato con una lettera l'autorità sulla polizia al Mii. stero dell'Interno ma questa prassi non si è ripetuta con il governo Khatami 1 quattro studenti hanno parlato molto chiaro: «Se entro sabato le nostre domande non troveranno risposta torneremo a manifestare, legalmente, dentro l'Università». Episodi di tensione continuano in alti e parti del paese. Ad Isfahan del quotidiano conservatore «Khayan» è stata oggetto di proleste dopo che ieri aveva accusalo «numerosi ira • numi giunti dagli Stati Uniti» di essere all'origine delle manifestazioni di piazza. CONTRADDIZIONI DEL PAESE DEGLI AYATOLLAH LE SETTE CONDIZIONI DEGLI STUDENTI I i Siluramento del capo della polizia, il generale Hedayat Lotfian, "r giudicato responsabile del brutale assalto di venerdì scorso contro un dormitorio universitario 2, Processo ai mandanti e agli esecutori dell'attacco. 3j Trasferimento del controllo delle Ione dell'ordine dalla Guida suprema, l'ayatollah Ali Khamenei. al ministro dell'Interno, il religioso moderato Abdolvahed Mussavi-Larl. 4 \ Allontanamento delle milizie paramilitari (integralisti islamici) dal corpo di polizia e dalle forze armate. 5 Restituzione delle salme degli studenti uccisi nel campus per le cerimonie funebri, la cui celebrazione deve svolgersi nella "piena sicurezza". 6j "Pieno ristabilimento del prestigio delle università e degli studenti con le scuse formali" dei dirigenti. 7 \ Revoca del bando sul quotidiano "Salam", pubblicato da un esponente del clero vicino al presidente riformatore Mohammad Khatami e accusato di aver pubblicato un documento "altamente riservato". Un elenco di sette richieste tra cui il trasferimento del controllo sulla polizia a un ministro legato a Khatami La capitale presidiata dai miliziani, interrotti Internet e i cellulari Pubblichiamo il racconto di un testimone diretto dei tragici avvenimenti che in questi giorni scuotono la capitale iraniana Per motivi di sicurezza personale l'autore firma con uno pseudonimo Un immenso ritratto di Khomeini precede il corteo dei fedelissimi del regime. Nella foto piccola Khamenei leader dell'ala dura del regime iraniano

Luoghi citati: America, Iran, Israele, Stati Uniti, Tabriz, Teheran