Europarlamento, rottura fra Popolari e Socialisti di Francesco Manacorda

Europarlamento, rottura fra Popolari e Socialisti Per la presidenza dell'assemblea di Strasburgo Europarlamento, rottura fra Popolari e Socialisti Cambio della guardia a metà mandato? L'intesa potrebbe essere bocciata dal voto Francesco Manacorda conispondente da BRUXELLES L'Europarlamento si spacca. Dopo dieci anni in cui la presidenza dell'assemblea di Strasburgo è sempre stata assegnata per la prima metà della legislatura ai socialisti e per la seconda metà ai popolari, da ieri sera Ppe e Pse sono ufficialmente in guerra sulla massima carica dell'assemblea: il 20 luglio si affronteranno in aula a Strasburgo schierando candidati contrapposti. E' questo il risultato dell'accordo «tecnico» raggiunto ieri pomeriggio tra il Ppe e i liberali dell'Eldr - a cui fanno capo anche sei dei sette eletti nelle liste dei Democratici di Romano Prodi - per un'alleanza destinata proprio alla presidenza dell'assemblea. Nei primi due anni e mezzo, prevede l'accordo, la carica spetterà alla candidata del Ppe, la francese Nicole Fontaine, nella seconda metà sarà il turno proprio del presidente dei liberali, l'irlandese Patrick Cox. Ai liberali spetterebbe inoltre la presidenza della commissione Libertà pubbliche, mentre i popolari manterrebbero per loro Esteri, Ambiente e la Cultura che dovrebbe andare a Forza Italia. L'intesa è limitata alla presidenza del Parlamento e non costituisce quindi un patto per tutta la legislatura, ma certamente all'accordo non è estranea la sorte della Commissione guidata da Romano Prodi. Al Professore si attribuisce l'intenzione di assecondare il più possibile il gruppo del Ppe che potrebbe creargli i problemi maggiori durante la procedura parlamentare per l'insediamento della Commissione, che si concluderà il 16 settembre proprio con il volo di fiducia dell'assemblea. E ieri sera il prodiano Paolo Co3ta spiegava che l'accordo raggiunto tra Ppe e liberali impegna i due gruppi ad insediare nei tempi previsti la nuova Commissione, allontanando quindi lo spettro di una bocciatura da parte della .corrente tedesca del Ppe. Ma d'altro canto la scelta di campo dei liberali, che dopo l'ingresso dei deputati prodiani si sono autodefiniti «il partito del presidente», potrebbe creare difficoltà a Prodi sulla sponda socialista, visto che lui stesso ha affermato più volte che vuole governare l'Europa con l'appoggio sia del Ppe sia del Pse. Un equilibrio più difficile da raggiungere adesso che i liberali - e tra di loro gli uomini di Prodi - si sono schierati con i popolari, tanto è vero che l'inte, sa raggiunta a Bruxelles preoccupa anche il segretario dei Ds Walter Veltroni. L'intesa raggiunta assicura quasi matematicamente la vittoria della Fontaine contro il candidato del Pse, l'ex premier e presidente portoghese Antonio Soares: il Ppe è ormai il primo gruppo del Parlamento con 233 deputati, i liberali ne contano altri 52 e assieme ne hanno quindi 285. Un numero che rende assai vicina la vittoria dopo i primi due ballottaggi, quando serve la maggioranza assoluta dei 626 deputati. Ma nonostante il nuovo asse tra popolari e liberali appaia difficilmente contrastabile, Soares ha chiarito ieri sera che lui resta il candidato dei 180 eurodeputati socialisti e che come tale si presenterà in aula il 20 luglio.

Persone citate: Antonio Soares, Fontaine, Nicole Fontaine, Paolo Co3ta, Patrick Cox, Prodi, Romano Prodi, Soares, Walter Veltroni

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Strasburgo