Primi tentativi per riparare il sistema nervoso

Primi tentativi per riparare il sistema nervoso ESPERIMENTI INCORAGGIANTI Primi tentativi per riparare il sistema nervoso In un centro di ricerca di Milano sono stati impiantati neuroni staminali PER lungo tempo si è ritenuto che le cellule del sistema nervoso centrale non avessero possibilità di ricambio. Negli ultimi anni, tuttavia, si è constatato come si possano generare cellule giovani, capaci di ridare smalto anche ad una funzione perduta. Queste ricerche, condotte su animali, hanno suscitato un enorme interesse. Basti pensare alla possibilità che si intravede di curare, ad esempio, il morbo di Parkinson, il morbo di Alzheimer, la sclerosi multipla. Ma quali sono le basi sperimentali su cui si fondano queste speranze? ancora più primitive, che si trovano nell'embrione: ricerche condotte anche su colture di provenienza umana hanno permesso ai gruppi di Schublott e Thompson di dimostrare come tali cellule embrionali, opportunamente stimolate, possano dar luogo ad elementi differenziati di ogni tipo, comprese quelle del sistema nervoso. E' possibile addirittura allestire delle «Unee» cellulari permanenti, da usare come serbatoio da cui attingere gli elementi destinati alla differenziazione. Ecco dunque profilarsi una possibilità che solo alcuni anni fa sembrava fantascientifica: la ripopolazione del sistema nervoso da parte delle cellule giovani, opportunamente orientate. Ciò è stato già ottenuto in vari modelli animali, in cui si erano lesionati determinati tessuti nervosi; dapprima si sono trapiantate cellule già differenziate come quella della glia, ma appare promettente anche l'uso di quelle cellule staminali in coltura prima menzionate e capaci di espandersi in vitro per poi trasformarsi nelle maggiori linee cellulari del sistema nervoso. Risultati significativi sono stati ottenuti recentemente da Anzitutto bisogna identificare quali cellule, nel sistema nervoso, possiedano la capacità di riprodursi e, nel contempo, di differenziarsi nelle varie componenti del sistema meritando il termine di «cellule staminali». Bene, sia pure con una certa difficoltà, si è dimostrata anche nel sistema nervoso, l'esistenza di cellule di questo tipo, localizzate in certe zone dell'encefalo, come l'ippocampo: il problema consiste nell'indurre tali cellule a esprimere il loro potenziale, il che non appare tanto semplice. Una nuova possibilità si è aperta con lo studio di cellule ricercatori dell'istituto Neurologico «Rosta» di Milano guidali da Vescovi, che hanno trapiantato con successo in topi cerebrolesi cellule staminali umane, ottenendo non solo il loro attecchimento, ma anche la loro diffusione nel tessuto malato. Il salto alla patologia umana è grande, ma non si può escludere che la disponibilità di cellule nervose primitive possa essere Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina nel 1986. Si deve a lei la scoperta del «fattore di crescita nervosa- (Ngf), una proteina molto complessa che nell'embrione promuove lo sviluppo dei neuroni e la formazione di connessioni neuronali usata per tentare di ripopolare un tessuto nervoso degenerato: ciò potrebbe avvenire anche attraverso un'azione di stimolo per la riattivazione di cellule staminali «in riposo» presenti nel malato. I rischi comprendono, fra l'altro, l'eventualità che cellule primitive manipolate in vitro con l'aggiunta di particolari enzimi possano subire un'evoluzione tumorale ma ciò non si è verificato finora, in un periodo di osservazione abbastanza lungo. Sandro Eridani Cnr, Milano

Persone citate: Parkinson, Rita Levi Montalcini, Thompson, Vescovi

Luoghi citati: Milano