Nelle discoteche ballando con l'Mda di Ezio Giacobini

Nelle discoteche ballando con l'Mda TOSSICODIPENDENZA Nelle discoteche ballando con l'Mda C'è una nuova droga, ancora più dannosa dell'ecstasy QUALCHE tempo fa in un camion proveniente dalla Germania apparentemente abbandonato in una corsia di attesa vicino al Passo di Calais i doganieri francesi hanno rinvenuto 400.000 dosi di ecstasy. Si tratta di una delle più potenti (e più spacciate) droghe a base di anfetamina chiamata appunto Mdma (metilendiossimetanfetamina). Tra queste confezioni 60.000 contenevano una nuova generazione di una droga ancor più potente chiamata Mda fabbricata a partire da una molecola di d i me tossibrom anfetamina (Dob). Dall'inizio del '98 la polizia francese che opera in quel che si chiama «il boulevard della droga» (zona tra le Fiandre e il Passo di Calais) in collaborazione con la belga e l'olandese ha requisito quasi un milione di dosi di ecstasy in transito verso la Spagna e l'Inghilterra. La sintesi delle anfetamine fa parte di una catena di produzione ad opera di numerosi piccoli laboratori chimici, vere fabbriche della morte, scoperte a Rotterdam ed in altre città olandesi. I ricercatori basandosi su dati evidenziati in animali di laboratorio hanno predetto che l'effetto dell'ecstasy dovesse essere estremamente localizzato nel cervello umano come in quello dei roditori e delle scimmie trattate con dosi paragonabili a quelle assunte dai tossicomani. Il bersaglio comune sarebbe costituito da quelle cellule nervose che fabbricano la serotonina, un neurotrasmettitore cerebrale che ha un effetto sull'umore (sostanze che aumentano la serotonina hanno un effetto antidepressivo), regolano il sonno e controllano l'attività sessuale. Finora si era potuto documentare questa affermazione solo in modo indiretto misurando nel liquido cefalorachidiano di tossicodipendenti un aumento notevole di una sostanza prodotta dalla stessa serotonina del cervello (l'acido idrossindolacetico). Questo reperto era importante ma non decisivo. Il recente raffinamento di una tecnica quale la tomografia ad emissione di positroni utilizzante un composto radioattivo che si lega selettivamente alle cellule nervose che utilizzano la serotonina (bloccandone il trasporto all'interno della stessa cellula) ha permesso per la prima volta di «vedere» direttamente nel cervello dei drogati da ecstasy le conseguenze terribili di tale sostanza. In uno studio riportato in «Lancet» proveniente dalla divisione di psichiatria dell'Istituto nazionale della salute mentale (Nimh) del Maryland e dall'Università Johns Hopkins di Baltimora sono stati esaminati 14 giovani individui (nove maschi e cinque femmine) utilizzanti abitualmente ecstasy e che si erano accordati di sospenderne totalmente l'uso per tre settimane. Come gruppo di controllo venivano arruolati 14 giovani della stessa età, del medesimo sesso e livello d'istruzione che non avevano mai usato droghe e che non presentavano i sintomi di malattie psichiatriche. Trascorso il concordato periodo di astinenza, veniva somministrata ad entrambi i gruppi nel corso di un esame Pet una dose della sostanza radioattiva marcante esclusivamente le cellule nervose serotoninergiche del cervello. Veniva poi calcolata zona per zona l'eventuale differenza di effetto tra drogati e controlli. Comparse sullo schermo Pet le varie sezioni del cervello dei drogati, paragonandole a quelle dei non drogati si assisteva ad uno spettacolo drammatico di sterminio seletti¬ vo dei neuroni a serotonina. Tale distruzione era globale, diffusa cioè a tutto quelle zone alle quali giungono normalmente le fibre nervose che prendono origine dalle cellule serotoninergiche. Per disgrazia di chi usa l'ecstasy (e altre anfetamine) la rete di fibre nervose serotoninergiche è diffusa praticamente a tutto il cervello. Il danno può essere quindi totale già dopo poche dosi. Confermando ancora una volta l'utilità dell'uso di animali in esperimenti di farmacologia nei quali non può essere usato l'uomo, la distribuzione e la gravità dei danni era analoga nei babbuini iniettati con ecstasy e nei drogati sottoposti alla sostanza radioattiva marcante. L'unico dubbio lasciato dal¬ lo studio è il fatto che gli individui tossicodipendenti che fanno uso di ecstasy utilizzano spesso anche la marijuana. Le due draglie assunto contemporaneamente potrebbero aumentare il danno totale. Non si constatarono pertanto differenze tra i due sessi nel grado e lutila distribuzione del danno al tessuto cerebrale, Il tragico sacrificio di milioni di cellule serotoninergiche dimostrato direttamente col Pel e causato dall'effetto dell'ecstasy (uno dei prodotti più venduti in discoteca in Italia) corrisponde molto bene ai sintomi riscon¬ trati in chi ne fa uso. I sintomi sono rappresentati da slati depressivi più o meno profondi (che possono talvolta portare al suicidio), stati d'anzi» insopprimibili, disturbi della memoria (danni a! rendimento scolastico), della concentrazione e dei riflessi (gravi incidenti d'auto notturni), facilita alla violenza (risso e episodi di aggressione) che assieme ad altri sintomi psichiatrici sono caratteristici degli stati di intossicazione nei quali è principalmente implicata la serotonina. Ezio Giacobini La tomografia a positroni mostra effetti devastanti sul cervello Lo "Sballo» in discoteca, un comportamento ad alto rischio

Persone citate: Johns Hopkins

Luoghi citati: Baltimora, Germania, Inghilterra, Italia, Maryland, Rotterdam, Spagna