Piacere, sono il suo avatar le presento il cyber palazzo di Anna Masera

Piacere, sono il suo avatar le presento il cyber palazzo Piacere, sono il suo avatar le presento il cyber palazzo afiche, amentale, amica cazione L/ALTRA sera avevo un appuntamento nel cyberspazio. Il mio amico Mike, che vive negli Usa e non vedo da tempo, mi ha mandato un messaggio in posta elettronica e mi ha proposto di incontrarci a The Pala ce (Il Palazzo), una comunità virtuale dove ci si incontra a chiacchierare in diretta. In questo palazzo (all'indirizzo www.thepalace. comi la gente comunica non solo con i testi scritti, ma anche con icone grafiche, delle specie di immagini di cartoni animati dette "avatars", con cui sceglie di identificarsi. Per incontrarci, abbiamo scelto il salotto del Mansion Palace. Eravamo tutti e due nuovi a questo ambiente, così non avevamo assolutamente idea di doverci vestire per l'occasione. Non credevo che l'aspetto del mio avatar fosse importante. Dopo tutto, nelle chat quello che ti definisce sono le parole che usi. Così ini sono iscritta come "ospite non registrato" e senza un look speciale e mi è stata assegnata una delle icone standard del Palazzo, una faccine sorridente che ho scelto di colorare in rosso. Sono arrivata al palazzo prima di Mike, e ini sono seduta ad aspettarlo. La stanza era elegante, con un divano di velluto color malva e uno sgabello identico, tappezzeria floreale, tende blu da cui si intravedevano un corridoio, un bagno e uno specchio ovale sul muro. Poi ho notato una coppia nell'angolo: un tizio muscoloso e abbronzato con una canotta bianca di nome Johnny e una fantastica bionda con un completino leopardato molto sexy che si faceva chiamare Flora. Scherzavano fra di luiTi e stavano seduti molto vicini. Improvvisamente mi sono sentita fuori posto. Ecco due tipi stravaganti con nomi eccentrici che si divertivano e poi io, da sola, con un cartellino con scritto "Ospite 8116" al posto del nome e un aspetto ridicolo. Ho immaginato che mi ignorassero per via del mio look da novellina. Che differenza rispetto alle chat tradizionali. Negli ambienti delle chat grafiche, l'apparenza e il linguaggio del corpo diventano fondamentali, cambiano la dinamica e danno ima nuova dimansione al modo in cui la gente comunica in Rete. L'interazione diventa più simile alla (simulazione della) realtà. Così, le prime impressioni diventano importanti e le parole passano in secondo piano. In una chat visiva sono gli avatar più eccentrici che attirano l'attenzione. E poi c'è il livello di comunicazione «fisica», quella del linguaggio del corpo. Dopo qualche minuto lì ferma sul mio sgabello a origliare la conversazione fra Johnny e Flora, è entrata nel salone un'altra faccina sorridente e allora mi sono sentita meglio. La faccina era ancora più banale della mia: verde, con il cartellino "Ospite 9075" e senza neanche un accessorio. Mi si è subito avvicinata e mi ha detto: "Ciao, sei tu Anna?". Era Mike. A quel punto la mia insicurezza è completamente passata ed ero felice di avere un amico goffo quanto me con cui passare il tempo. Nelle chat grafiche, il linguaggio del corpo diventa fondamentale, cambia la dinamica della comunicazione Anna Masera

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