E il rock diventò rivoluzione

E il rock diventò rivoluzione VIDEOC1.UB E il rock diventò rivoluzione ASCESA e caduta d'una rock star dei primi Anni Settanta a Londra attraverso l'inchiesta compiuta quattordici anni dopo da un giovane giornalista, resuscitando i fantasmi di David Bowie, Lou Reed, Brian fino, Iggy Pop. «Velvet Goldmine» è un film elegante e divertente con bellissima musica. Non c'è solo la musica, c'è anche la rivoluzione portata nel costume dai cantanti d'epoca: l'ostentazione della bisessualità, la stravaganza oltraggiosa dei comportamenti, l'influenza liberatoria avuta su molti ragaz.zi e paragonabile soltanto a quella precedente di Elyis Presley, il glamour del look (i primi capelli verdi, body argentati come corazze.abiti settecenteschi tutti d'oro, stivali dagli altissimi tacchi, nudità, paillettes, grandi collari di piume, gioielli). Piccoli cuori rossi palpitano nelle pupille della star Brian Slade (Jonathan Rhys Meyers, una rivelazione), sposato a una bionda intelligente (Toni Collette), quando s'innamora del cantante Curtis Wild (Ewan McGregor). La relazione spettacolare ed erotica (strette carnali, lunghi baci sulla bocca) e il triangolo arrischiato sembrano il coronamento d'un momento di massima frenesia, fantasia, eccentricità: «Il primo dovere nella vita è posare», «Se vuoi essere una star, agisci da star». Fascino e felicità finiscono troppo presto in promiscuità, cocaina, abbandoni. Brian Slade comincia a sentirsi prigioniero della propria celebrità e anche della veneraz.ione di masse di adoratori-imitatori («Non ci imitate», ordinava esasperata una canzone dei Rolling Stones), alienato dal proprio personaggio, e progetta l'autodistruzione. Una sera, durante un concerto, un killer misterioso lo uccide: ma i mezzi di comunicazione fanno presto a scoprire che è stato lui a mettere in scena la recitazione della propria morte, anche per liberarsi della coazione a ripetere a cui lo condannano la fama e io sfruttamento commerciale del suo talento. Paradossalmente, la falsa morte fisica diventa vera morte artistica: i fans non gli perdona¬ no il gesto che voleva sottrarre l'idolo agli idolatri: tanti anni dopo, l'indagine giornalistica scoprirà che, sotto altro nome, il re della musica trasgressiva si guadagna da vivere con il country più melenso. «Epoca favolosa, vivevamo i nostri sogni. Ma tutto se n'è andato, perduto». Gli anni sono gli stessi raccontati da Luciano Ligabue nel suo libro autobiografico «Fuori del borgo» (editore Baldini & Castoldi) e nel film ricavatone, «Radiofreccia». E' singolarissimo quanto siano numerosi i punti di contatto tra due mondi totalmente differenti, Bologna e Londra, ragazzi provinciali e ragazzi cosmopoliti, radio libere e grandi palcoscenici: ma i Settanta sono stati per tutti un tempo speciale nel quale due elementi hanno funzionato a formare una comunità internazionale, la musica fantastica e la droga. Il film romantico di Todd Haynes racconta l'ascesa del «giani rock» con energia magnifica, con perfetta ricostruzione d'epoca, racconta la caduta con malinconia struggente: e insegue con le immagini il ritmo della musica, inventa soluzioni visive originali, è molto riuscito. Bellissima musica e masse di adoratori per una giovane star che presto comincia a sentirsi prigioniera della sua celebrità Lietta Tornabuoni A sinistra una scena del film Velvet Goldmine di Todd Haynes con Jonathan Rhys Meyers una rivelaio A sinistra una scena del film «Velvet Goldmine» di Todd Haynes, con Jonathan Rhys Meyers, una rivelazione Todd Haynes VELVET GOLDMINE Inghilterra, 1998. Lucky Red Home Video - «MG MUSICALE

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