La terza disfida di Emma di Guido Tiberga

La terza disfida di Emma La terza disfida di Emma A Bologna con il Cavaliere contro Parisi Guido Tiberga ROMA «Suppletivo» non e una di quelle parole fatte apposta per trascinare le folle, specie quelle colpite dal contagio dell'astensionismo. A meno che non intervenga una qualche massiccia iniezione di passio n a I il. capace di accendere riflettori, trascinare telecamere, scatenare dibattiti e talk show. Se Emma Bonino coderà alle lusinghe di Silvio Berlusconi, gettandosi u capolino nella tcr/.a sfida apparentemente suicida degli ultimi mesi, la corsa per la successione di Romano Prodi 11 «Bologna 12» si annuncia anche meglio del duello clic diviso Antonio Di Pietro e Giuliano Ferrara sui colli del Mugello. Quando, appena lasciata la direziono di «Panorama», Ferrara risposo con un sorriso vogliosamente divertito alla proposta di Berlusconi, sapeva benissimo di gareggiare per la sconfitta. Quello che contava ora mettersi di traverso, rincorrere l'avversario che sfuggiva i confronti, trasformare la sua passeggiata in una maratona di nervi. Vincente sì, ma faticosa. La «disfida di Bologna» Ira la Bonino e Arturo Parisi, il prodiano di ferro che pili di ogni altro aspira al seggio del Professore alla Camera, rischia di essere qualcosa di più. Intanto perché la leader radicalo si nutre di sfide come nessun altro, da «Emmu l'or Presidenti) alle pressioni per la riconferma a Strasburgo, Poi perché, tra una corsa simbolica e una puntura al potere, la Bonino ha fatto il pieno alle Europoe e una crescita personale cho, secondo alcuni, l'avrebbe portata a emanciparsi da Murco Pannella: il (male non sarà «Kronos che mangia figli, nipoti e pronipoti» corno dice Adele Faccio, ma di sicuro non ò uno cho si preoccupa di far ombra ai compagni di strada. Non a caso Berlusconi batte su questo tasto: «Chi ha votato lei non ha votalo l'annoila, e questa verità lo ha fatto perdere consensi nei sondaggi. Spero cho ne tragga le conseguenze... ». Ma è soprattutto un altro il motivo cho rende accesa la Disfida. Nonostante i distinguo di Francesco Storace, che avrebbe preferito l'apertura di Berlusconi «in un collegio vincente», la partita di Bologna 12 è tutt'altro cho segnata: poco più di centomila elettori, 60 mila dei quali tre anni fa si schierarono con Prodi. Ma si trattava del futuro premier, non di un candidato qualunque, e ancora non c'ora stato l'effetto Guazzaloca. Ieri, in Transatlantico, qualche uomo della Quercia faceva notare cho, in almeno un paio dei quartieri interessati, la maggioranza era andata al sindaco mai ri la io. E pure le dichiarazioni ufficiali lasciavano trasparire una certa inquietudine: dull'ostentato «disinteresse» di Polena al gelido «ne prendo atto» di Mussi. Per finire con le punture di Veltroni: «Vedo che Di Pietro elogia la Bonino e dice che è paragonabile a un candidato dell'Asinelio. Poi vedo che Berlusconi propone la Bonino contro Parisi. Mi sembra che tra queste due cose emerga già qualche contraddizione...». Parisi ha reagito alla novità facendo sapere che «le strade di Bologna le conosco meglio io», ma nella sua corsa verso Montecitorio potrebbero pure riemergere altre contraddizioni, le stesse che, sul senso opposto, hanno aiutato la Bartolini ad andare verso la sconfitta. Tenlazioni malizioso, a metà tra la rivalsa o il cupio dissolvi. Pensieri proibiti che nessun elettore diessino ammetterà mai, così come dopo la sconfitto di Silvia la rossa non le ha ammesse nessun democratico. Pensieri che suonano pressappoco così: «Lo avete voluto Guazzaloca? Ora prendetevi pure la Bonino...». L'idea che potrebbe creare un nuovo problema alla sinistra è nata lunedì sera all'Hilton di Bruxelles in una cena tra Berlusconi e Casini Ma il suo avversario non si scompone: «Io conosco la città» Veltroni: Di Pietro la elogia e il capo del Polo la chiama Che contraddizione A sinistra Emma Bonino e, qui sotto, Arturo Parisi, il braccio destro di Romano Prodi nell'Asinelio

Luoghi citati: Bologna, Bruxelles, Ferrara, Roma, Strasburgo