Quercia e Asinelio, il vertice si allontana di Antonella Rampino

Quercia e Asinelio, il vertice si allontana Giovedì l'incontro tra Veltroni e i Democratici, sul tavolo primarie e riforma elettorale Quercia e Asinelio, il vertice si allontana Parisi candidato nel collegio di Prodi? Nuova polemica Antonella Rampino ROMA Con Prodi u Bruxelles, e alcuni dei suoi uomini nella giunta Guazzaloca a Bologna, è Arturo Parisi a tessere i rapporti politici con la maggioranza, a Roma. In verità, il professore in gioventù nel pei, e poi stretto collaboratore, in diverse stagioni, di De Mita e Segni, come tessitore sembra appartenere alla scuola di Penelope: Veltroni, per esempio; che pure è il segretario del più grosso partito del centro-sinistra, ha dovuto penare per ottenere che venisse fissato, per giovedì prossimo alle ore 17, un incontro con il plenipotenziario di Prodi nella capitale italiana. Parisi prima vedrà Dilli e Boselli, iniziando così una lunga serie di incontri bilaterali - il linguaggio richiama non a caso lo lente liturgie della diplomazia - con tutte le varie componenti di quello che in futuro potrebbe! diventare l'Ulivo 2. Ma incontri che difficilmente sfoceranno nel famoso vertice, prima di settembre, quando sarà definita la leadership del ppi. Sul tavolo di quello che non è ancora un conflitto politico aperto ci sono molte carte. Veltroni vorrebbe un centro-sinistra ampio, capace di sostenere con dieci e passa puntelli il governo, anche perché D'Alema ha detto chiaro e tondo che la coalizione non deve avere «trat- tini», e comprendere insomma tutti quelli che stanno nella maggioranza, Mastella compreso. Ieri, per rincarare la dose Mauro Zani, nuovo leader della Ouerciu a Bologna, ha detto persino che bisognerebbe aprire «quando possibile» a Bertinotti. Mentre invece, non solo i Popolari non ci stanno: non ci stanno, soprattutto, gli Asinelli. E poi, pronti a dar battaglia sono anche gli ulivisti dell'associazione 14 giugno: oggi Andre- atta, Occhetto e Tana de Zulueta ricorderanno la loro contrarietà ad «aprire» le porte anche a Mastella, e chiederanno come condizione per innescare il processo costituènte dell'Ulivo 2 l'adozione delle primarie. Questo meccanismo di scelta dei leader di coalizione è stato «sbeffeggiato» (il termine viene usato proprio dall'associazione 14 giugno) da D'Alema nei giorni scorsi. E se è vero che esso non piace a D'Alema, ed è invece gradito a Parisi per motivi opposti e contrari, ovvero perché potrebbe essere il cavallo di Troia col quale Prodi e i suoi si riappropriano della leadership dell'Ulivo, vero o pure che se si decide di assumerlo come indispensabile trafila preelettorale, deve diventare una regola valida a livello nazionale come a quello locale. A cominciare da Bologna, dove Prodi, lasciando formalmente il proprio seggio di parlamentare vuo¬ to, vorrebbe che a settembre esso venisse occupato proprio da Parisi (contro cui il Polo, secondo alcune voci, vorrebbe mettere in campo la Bonino, anche se Berlusconi è perplesso). E così ieri, è scoppiata l'ennesima querelle interna all'Ulivo. Mentre Botteghe Oscure sospirava l'appuntamento con Parisi, era stato proprio Zani a mettere le mani avanti: «Sul collegio 12 bisogna partire col piede giusto, anzitutto nel rapporto tra Ds e Democratici». Come dire, sia pure con molti distinguo, che sarebbe meglio evitare di litigare con Prodi per la candidatura di Parisi, in fondo «naturale». Subito, è arrivato il placet di Polena: «Se il nome suggerito per il collegio 12 di Bologna sarà quello di Parisi, da parte dei Ds non si potrà che manifestare il forte e convinto apprezzamento per una soluzione di alto profilo e di rilievo nazionale». Insomma: se Parisi vuole, per noi è cosa fatta. Già, ma a Palazzo Chigi, qualcuno obietta che «Parisi non vuol fare le primarie per sè, e le vorrebbe invece imporre quando si tratterà del premier». Quello delle primarie, è tuttavia solo un tassello: Veltroni, che oggi ne parlerà ad un convegno organizzato da MicroMega, sta studiando assieme a Mussi una proposta di legge elettorale che somigli il più possibile a una «quadratura del cerchio», ovvero che vada verso il maggioritario, ma senza disturbare troppo i partitini, che garantisca all'elettore il voto con una coalizione a leadership certa, ina senza far scoppiare le varie cojnpetion in atto... Una nuova legge elettorale, perché poi il capo dello Stato nel.suo discorso a Torino l'ha detto con chiarezza: senza riforme, non c'è stabilità. Ovvero: caro D'Alema, è su questo che ti giochi il tuo governo. Contro di lui il Polo potrebbe schierare Emma Bonino ma Silvio Berlusconi non è convinto Ulivo 2 congelato fino a settembre quando si deciderà il segretario dei popolari Arturo Parisi, Il «tessitore» dei rapporti tra Asinelio e democratici di sinistra

Luoghi citati: Bologna, Bruxelles, Roma, Torino, Troia