IL BISOGNO DI CAMBIARE

IL BISOGNO DI CAMBIARE IL BISOGNO DI CAMBIARE Paolo Passarmi ANCHE domenica a Torino.nell'aula del primo Parlamento nazionale, Carlo Azeglio Ciampi ha insistito sul bisogno di riforme del nostro sistema istituzionale. Lo aveva già fatto in tutti i suoi precedenti discorsi, a Livorno, in Puglia, in Veneto, con significativa continuità; ma, a Torino, il Presidente ha declinato il tema diversamente: prima ha sottolineato ancora una volta il bisogno di «stabilità politica» e poi ha aggiunto che «per conseguire la stabilità politica sono necessarie alcune riforme». Si natta di un discorso di prospettiva, ovviamente, come tutti quelli che fa il Presidente, ma può essere letto anche in questo modo: caro D'Alema, se vuoi durare, devi essere all'attacco e fare le riforme. Almeno a parole, D'Alema sembra essere d'accordo. FUTURO RIMOTO. Anche D'Alema era a Torino per il centenario della Fiat e proprio al Lingotto ha espresso la sua determinazione a lavorare per un «nuovo patto sociale». Costretto a ripartire dai blocchi dopo una falsa partenza, D'Alema adesso parla della necessità di una stretta concertazione con le foijze sociali e annuncia una «campagna culturale» d'autunno per spiegare la necessità di riformare il «Welfare State» italiano. Il presidente del Consiglio spera di convincere i sindacati soprattutto della necessità politica di una riforma che renda il sistema più equo. Vuole lanciare la parola d'ordine «patto tra generazioni», intendendo che non si vuole ridurre il volume della spesa sociale, ma solo riequilibrarlo in modo che sia più favorevole ai figli e un po' meno ai padri. Ma questa operazion + non può porsi l'obiettivo di produrre una riforma in qualche mese, essendo i sindacati fermamente contrari, ma solo quello di impostare adesso (se va bene) una riforma a futura memoria, per gli anni (e i governi) prossimi. FUTURO RIMOTO 2. Bacchettato sulle dita da Veltroni e lo stesso D'Alema, il ministro per le Riforme Antonio Meccanico disse che la- riforma elettorale «non è una priorità». Sì che lo è, gli venne ribattuto. In realtà Maccanico aveva fatto una constatazione ovvia: prima le riforme in stato di avanzata elaborazione, come l'elezione diretta dei presidenti delle Regioni, il giusto processo e forme di federalismo (meno avanzata). Si dice che, per la legge elettorale, Andrea ManzeTla, amico di Ciampi e Maccanico, stia studiando una proposta nuova: ritorno al proporzionale, ma con sbarramento alto e elezione diretta del premier. E' il contrario del doppio turno proposto da D'Alema e Amato. Anche qui si riparte da zero e i tempi s'allungano. paopass@tin.it p

Luoghi citati: Livorno, Puglia, Torino, Veneto