La Corte dei Conti: previdenza troppo cara

La Corte dei Conti: previdenza troppo cara La Corte dei Conti: previdenza troppo cara E' allarme anche per Vistai.: i costinoti sono più sopportabili ROMA La «perdurante caduta delle prospettive di crescita economica» del nostro Paese può determinare un contraccolpo negativo per i conti pubblici ed in questa situazione occorre adesso mettere mano alle riforme strutturali della spesa ed a quella fiscale. Sono queste le indicazioni che vengono dalla Corte dei Conti, contenute nella consueta relazione annuale sul rendiconto generale dello Stato, appena trasmessa in Parlamento, che fa il punto sull'attuale dinamica e sulle prospettive della finanza pubblica. Prima di tutto la magistratura contabile si sofferma sulla bassa crescita economica italiana, considerato che fra il 1992 ed il '98 il Pil è salito in media annualmente poco oltre l'uno per cento, contro tassi di sviluppo dell' 1,6 in Germania, dell'1,7 in Francia, e dell'I,6 nella media europea. Al contrario, nei 12 anni comprosi fra 1' '80 ed il '92 il tasso di crescita italiano era stato «circa il doppio di quello segnato negli ultimi anni (2,1%) e solo di poco inferiore a quello europeo». Tutto questo spiega la Corte - è alla base del peggioramento delle previsioni di finanza pubblica per il '99, in quanto il rallentamento concorre alla riduzione delle basi imponibili e quindi «a determinare effetti netti di segno negativo sui conti pubblici». Va tenuto inoltre conto del fatto che in dieci anni la pressione fiscale è aumentata di 4,6 punti. In questa situazione, afferma la relazione al rendiconto dello Stato, occorre alleggerire l'onere fiscale e rilanciare gli investimenti, se si vuole consentire un'inversione del ciclo. Ed in questo prospettiva «non può, pertanto, essere elusa la questione cruciale di un approfondito esame delle tendenze e dei fattori di espansione delle principali categorie della spesa corrente al netto degli interessi. Riesame - continua la Corte dei Conti - che non può non tenere conto anche di una comparazione tra i livelli dei servizi e delle prestazioni in Italia e quelle dei principali altri Paesi europei». Pur senza mai nominare la parola «pensioni» nell' ambito di questo discorso, la magistratura contabile afferma che «il margine concesso all'Italia dall'Ecofin con riferimento all'orizzonte breve deve essere utilizzato» allo scopo di «impostare un nuovo ciclo di riforme strutturali della spesa e per una definitiva messa a punto degli indirizzi della riforma fiscale». Il Presidente dell' Istat Alberto Zuliani ha sostenuto dal canto suo che sarebbe necessario anticipare anche il sistema pro-rata al 2000. In particolare, Zuliani ha spiegalo che l'incidenza della spesa per pensioni sul Pil ha mostrato negli ultimi dieci anni un andamento crescente, ad eccezione del '95 e del '98: in particolare l'anno scorso si è ridotta dello 0,56% attestandosi sul 13,6%. Ma secondo le proiezioni dell' istituto di statistica, tale incidenza salirà fino al 2035, cui seguirà un declino che nel 2959 dovrebbe riportare la spesa a livelli inferiori a quelli del '95, sempre che il Pil cresca del 2% annuo. Anticipando invece al 2000 il sistema pro-rata, si avrebbe un risparmio di mezzo punto percentuale di Pil mentre anticipando l'età contributiva per le pensioni di anzianità a 57 anni porterebbe a risparmi entro un punto percentuale. Secondo dati Istat, i pensionati d'anzianità sono 2,3 milioni per una spesa di 65 mila miliardi: in prevalenza sono lavoratori dipendenti, maschi (79%), con un'età tra i 55 e i 59 anni (43%), residenti al Nord (61 %) e con un importo mensile di pensione compreso tra 1,5 e 3 milioni (53%). Tra l'altro, ha fatto rilevare Zuliani, le famiglie nelle quali sono percepite pensioni d'anzianità presentano le «migliori condizioni economiche» mentre quelle dove sono presenti pensioni sociali risultano maggiormente a rischio di «disagio economico». Ir. i.l Difficoltà di crescita per l'economia Il tasso di sviluppo non sta seguendo la media europea

Persone citate: Alberto Zuliani

Luoghi citati: Francia, Germania, Italia, Roma