«Macché non faremo tagli» di Roberto Ippolito

«Macché non faremo tagli» IL NEO-MI! Oli LAVORO «PRIMA RIQUALIFICARE LA SPESA SOCIALE» «Macché non faremo tagli» Salvi: cónti in ordine, non cyè emergenza intervista Roberto Ippolito ROMA B ASTA! Cesare Salvi, da tre .settimane ministro del La'voro, taglia corto: smettiamola di proporre tagli alle pensioni e alla spesa sociale che va invece riqualificata. Eppure, ministro, secondo il ragioniere generale, Andrea Monorchio, e il consigliere del ministro del Tesoro Giuliano Amato, Paolo Onofri, i conti non tornano. «Si parla di cose diverse, si fa confusione. I conti della previdenza sono in ordine come afferma il presidente dell'Inps Paci. Non c'è un'emergenza». Insisto: Monorchio però... «Monorchio e il governatore Fazio prevedono la gobba, l'aumento della spesa rispetto ai contributi.per il 2006: pertanto la questione non è attuale. La verifica si può fare, come previsto, nel 2001». E come valuta Onofri secondo cui ogni anno c'è già un deficit di 30 mila miliardi? «La cifra va verificata: comprende l'assistenza e quindi non rappresenta il deficit dellle pensioni. Oggi i conti non sforano rispetto alle previsioni». Sbagliavano il presidente del Consiglio D'Alema e Amato a voler intervenire subito? «D'Alema e Amato non hanno ipotizzato interventi drastici, non contenuti nel documento di programmazione economico finanziaria preparato da loro». Nessuna marcia indietro? «C'è il rischio di fare confusione a danno di pensionati e pensionandi. La riforma delle pensioni è stata realizzata, resta valida e alcune soluzioni vengono ora dibattute in Francia e Ger- mania. Abbiamo alle spalle il grosso del lavoro». D'Alema e il ministro Amato non hanno posto anche il problemi .'.elle pensioni d'anzianità? «No. La prego di non tentare di mettermi in contrapposizione con loro perché non c'è motivo di farlo. Ripeto, non ci sono squilibri dei conti previdenziali». In sintesi, niente tagli? «C'è una tesi secondo cui la spesa sociale va inserita in un contesto indifferenziato di tagli alla spesa pubblica per alleggerire il deficit di bilancio. Questa strada è ragionieristica e il governo non intende percorrerla come chiarito dal dpef». Eperché? «Perchè un governo di centrosinistra non può considerare la spesa sociale un mero dato contabile, un mezzo per fare cassa; è stato scelto per attuare politiche sociali, non per smantellarle. Il problema è la riqualificazione della spesa sociale. Ed è solo in questo quadro che ha senso affrontare, per esempio, la questione dei tempi di attuazione della riforma previdenziale». In concreto cosa fare? «Costruire politiche sociali quasi inesistenti in Italia: politiche attivo per il lavoro e a vantaggio dei ceti deboli. L'Europa chiede: riforma dei servizi all'impiego, formazione professionale, riordino degli ammortizzatori sociali, gli strumenti per le crisi occupazionali». Sposta l'attenzione dalle pensioni alla spesa sociale? «Il tema è questo. E non credo possiamo risolverlo definitivamente in poche settimane, anche se a settembre con la legge finanziaria si può cominciare ad affrontarlo. E' un discorso che da sinistra rivolgo anche ai sindacati». Sindacati che non avranno certo obiezioni, no? «Se sono pronti, discutiamo. Si tratta di cambiare situazioni consolidate. Io ho la delega del Parlamento per la riforma degli ammortizzatori sociali: ci sono differenti trattamenti, differenti contributi. Bisogna cercare insieme le risorse». E' questo il patto sociale sollecitato da D'Alema? «Il Welfare State, lo stato sociale, deve rispondere alle esigenze della società italiana in consonanza con l'Kuropa. Il commissario europeo Monti stimola l'armonizzazione sia delle politiche fiscali sia di quelle sociali. Naturai m onte con la concertazione, il confronto con sindacati e datori di lavoro, cioè il consenso. In Europa non si pensa nemmeno a iniziative che prescindano dal dialogo con le parti sociali». C'è il rischio che per evitare lacerazioni, come desidera D'Alema, non si decida nulla? «Se avvenisse sarebbe un errore, sarebbe venir meno alle responsabilità. Si deve esperire fino in fondo la concertazione». La Confindustria sullo pensioni ha idee opposte ai sindacati. «Una persona di sinistra non se ne meraviglia. La politica deve trovare la sintesi: concertazione vuol dire anche governare la conflittualità». Sa che il presidente della Confindustria Fossa l'accusa di non essere equidistante? «Io sono e sarò sempre equidistante svolgendo la mediazione fra le parti sociali: nessuna parzialità. La politica però non è il frutto di una geometrica equidistanza, ha il suo progetto. Chi governa si assume la responsabilità delle proprie scelte: non privilegia una parte, ma non rinuncia a decidere». E' preoccupato? «Il centrosinistra vince tutto insieme o perde tutto insieme: è banale, ma è cosi. Una guerriglia interna allo schieramento ci porta alla sconfitta». fi fi Sugli ammortizzatori sociali ci sono troppe differenze: bisogna cercare insieme le risorse mm ti Un governo di centrosinistra non può considerare la spesa sociale un dato contabile, un semplice mezzo per fare cassa mm 66 Si procede con la concertazione, il confronto con sindacati e datori di lavoro. In Europa non si pensa a iniziative senza dialogo con le parti sociali mm 66 u> sono equidistante. Chi governa però si assume la responsabilità delle scelte, non rinuncia a decidere sarà, visto che il governo vuole are su riduzioni delle tasse vestimenti per lo sviluppo: lche parte, insomma, rà tagliare, possibilmen" ccordo dei sindacati. a Cesare Salvi ministro del Lavoro «La riforma delle pensioni è già stata realuzata e resta valida»

Luoghi citati: Europa, Francia, Italia, Roma