«Italia, subito la riforma delle pensioni» di Francesco Manacorda

«Italia, subito la riforma delle pensioni» «Solo in questo modo si potranno raggiungere gii obiettivi stabiliti dal Patto di stabilità» «Italia, subito la riforma delle pensioni» Dalla Banca Centrale Europea un avviso al governo Francesco Manacorda corrispondente da BRUXELLES Le pensioni italiane vanno riformate in modo radicale «il più presto possibile». Questa volta è la Banca centrale europea, in un documento presentato ieri ai ministri economici e finanziari dei Quindici, a puntare il dito sulla situazione del nostro Paese sottolineando la necessità che agisca in modo urgente sulla spesa previdenziale, proprio mentre il ministro del Tesoro Giuliano Amato spiega ai suoi colleghi dell'Ue che l'economia italiana sta andando meglio di quanto si prevedesse ancora un mese fa. «Per raggiungere gli obiettivi del Patto di stabilità in Italia è necessario ridurre i criteri di attribuzione delle pensioni e aumentare l'età pensionabile al più presto possibile», mentre bisogna puntare in modo deciso sullo sviluppo della previdenza integrativa, afferma il «Rapporto annuale sulla finanza pubblica» nel suo capitolo dedicato appunto all'Italia. Anche per Germania e Francia la Bce guidata da Wim Duisenberg consiglia una strategia di attacco sul fronte pensionistico, ma con toni decisamente meno ultimativi di quelli rivolti a Roma. Nel caso di Parigi c'è un generale appello alla revisione del sistema, mentre per quel che riguarda Bonn si dice che «potrebbe essere possibile» una riforma. Sono parole, quelle della Bce, che evidentemente non dispiacciono al ministro del Tesoro Giuliano Amato. E' venuto a Bruxelles anche per sottoporre ai suoi colleghi il Documento di programmazione economica e finanziaria per il periodo 2000-2003 mutilato per l'appunto di qualsiasi riferimento a interventi sulla previdenza. Un'assenza che non impedisce agli altri ministri dell'Ecofin di accogliere con favore - «e con una discussione che è durata in tutto 5 minuti e 40 secondi», chiosa Amato - gli impegni italiani per i prossimi quattro anni, come aveva già fatto la Commissione europea. Ma il tarlo delle pensioni e soprattutto quello di un sindacato e di parte della maggioranza che di tagli alla previdenza proprio non vogliono sentire parlare, continua a rodere il ministro. «Le riforme strutturali, intese come riforme dell'economia reale, sono un patrimonio comune a tutti i governi socialisti europei - dice -. In Italia o se ne prende atto o si rimane prigionieri di un'antica anomalia». Il messaggio è chiaro, nonostante che «per il riordino del Welfare abbiamo un vincolo che considero insieme procedurale e sostanziale», cioè il raggiungere le riforme «attraverso il metodo della con¬ certazione» con le parti sociali. Al di là delle riforme che restano da fare, lo choc del 25 maggio scorso, data del debutto di Amato all'Ecofin come ministro del Tesoro, appare comunque superato. Un mese e mezzo fa Amato era arrivato a Bruxelles parlando di «crescita negativa» dell'Italia ed ottenendo il permesso dell'Ecofin di sforare l'obiettivo del 2% del rapporto deficit/Pil per quest'anno, portandolo fino al 2,4%. Una mossa che, secondo alcune interpretazioni, contribuì ad accentuare la caduta dell'euro rispetto al dollaro. Ieri, per inciso, i ministri hanno deciso che sulle sorti della moneta comune par¬ li solo il presidente dell'Euro 11 - cioè nel secondo semestre del '99 la Finlandia - e il presidente della Bce. Adesso, invece, «la situazione italiana e anche quella tedesca - commenta il ministro delle Finanze francese Dominique Strauss-Kahn - sono apparse meno cattive di quanto si temesse qualche settimana fa» e Amato in particolare, dice il suo collega francese, «è stato più sicuro e più rassicurante». Lo stesso Amato, infatti, spiega che alcuni dati di fondo sono cambiati negli ultimi tempi, consentendo al governo qualche ottimismo sulla ripresa dell'economia: «1 dati sulla produzione industriale e manifatturiera di aprile erano tutti all'ingiù, come Schumacher contro il muretto; i dati di maggio e giugno sono invece di segno contrario, all'insù, nell'ambito di una ripresa che sta cominciando». E sul piatto della bilancia il ministro mette anche i «240 mila posti e rotti di lavoro creati in più negli scorsi mesi» grazie alla maggiore flessibilità contrattuale, visto che «un'economia che cresce è il substrato per il risanamento», e soprattutto i dati sull'andamento del bilancio a legislazione vigente dal 2000 al 2003 che stanno nel Dpef e che «portano a una situazione vicina all'equilibrio di bilancio nel 2003 anche senza fare niente». Ma così non sarà, visto che il governo vuole are su riduzioni delle tasse vestimenti per lo sviluppo: lche parte, insomma, rà tagliare, possibilmen" ccordo dei sindacati. Il ministro Amato «I cambiamenti strutturali sono patrimonio di tutte le sinistre: non restiamo indietro proprio noi» Il ministro del Tesoro Giuliano Amato

Persone citate: Dominique Strauss-kahn, Giuliano Amato, Schumacher, Wim Duisenberg