« Per volare assumono Batman »

« Per volare assumono Batman » PERCHE' CI SENTIAMO SFRUTTATI « Per volare assumono Batman » «Abbiamo il diritto di essere stanchi» reportage FIUMICINO «Batman, il sogno di questi è di assumere Batman». Batman? «Proprio lui, quello che non dorme mai. Già mi vedo i prossimi bandi di concorso: cercasi piloti, requisiti obbligatori brevetto e superpoteri. Astenersi sindacalisti e perditempo...». L'uomo con la divisa della Meridiana, prima di sparire dietro una porta senza dire più nulla. Tantomeno il suo nome e il suo mestiere. A Fiumicino, nel lungo pomeriggio post-festivo, la rabbia dei piloti dopo gli avvisi di garanzia piovuti sull'epidemia di stress che ha paralizzato i voli si manifesta in modi strani, quasi virtuali, tra i voli che saltano e i ritardi a catena. «Che cosa diresti se il tuo capo ti ficcasse su una macchina a Messina, ti facesse guidare senza fermarti mai neanche per pisciare, e arrivato alla periferia di Bolzano ti chiedesse come va?». La voce esce da un cellulare acceso chissà dove. Forse a Olbia, forse in uno degli altri ventisei aeroporti toccati dalla rabbia dei piloti e dalla sopportazione dei passeggeri targati Meridiana: ieri la compagnia dello stress contagioso, oggi la compagnia dei pdoti indagati come ipocondriaci imbroglioni. Inutile abbozzare una replica, perché la voce si risponde da se: «Diresti che sei stanco. Che vorresti fermarti, riposarti un po'. E allora mi piacerebbe vedere la tua faccia, se ti dicessero che sei solo a metà strada. Che di sosta e riposo, forse, se ne riparla ad Amburgo. Parleresti ancora di stress simulato? Perché è questo che succede a noi, da quando un paio di manager rampanti hanno deciso di immolare tutto al profitto...». In aeroporto, la parola d'ordine è tranquillizzare. Ai banchi d'imbarco un gruppo di ragazze gentili ti raccontano di altri voli cancellati, «ma solo due». E con tutti i passeggeri «riprotetti»: tradotto dal gergo rassicurante delle hostess, significa che in qualche marnerà, non importa come non importa quando, la compagnia è riuscita a farli tornare a casa. Più che di rabbia, Fiumicino è teatro della nuova religione dell'estate italiana: la rassegnazione aeroportuale, celebrata da un gruppo di ragazzini con gli occhi fissi su un videoclip dei Backstreet Hoys. Senza volume: «Non si sente niente? Non importa, tanto tra un'ora partiamo per Verona...». L'ira dei piloti la cogli dagli sguardi, e dalle parole che ti affidano numeri di telefono di colleghi lontani. Colleghi che parlano, e parlano chiaro: «Gli avvisi di garanzia? Siamo contenti, contentissimi - provoca dalla Sardegna Domenico Rosai, promosso leader dei ribelli dalle tv che lo hanno intervistato per tutta la giornata -. Anzi, siamo contenti perché adesso a decidere chi ha torto sarà la magistratura. E deciderà il giusto». Rossi enuncia cifre su cifre: i 1200 dipendenti Meridiana contro i 4500 dell'Austrian Airlines, «che ha appena il dieci per cento di passeggeri in più. Qui lo stress non è una malattia professionale dei piloti, è un male di tutti. Una volta, a Olbia, il tecnico che ha sostituito un pezzo al mio aereo stava lavorando da 36 ore filate. Trentasei ore nell'afa, attaccato ai motori. Aveva il diritto di essere stanco, alla fine. Oppure accuseranno pure lui di essere un bugiardo?». La rabbia negata da Rossi viene fuori a poco a poco. Dalle dichiarazioni di Carlo Fiorillo, leader sindacale dell'Anpac, che spiega come gli uomini della Meridiana «non accettino di essere criminalizzati da nessuno». Ma anche dalle confessioni che arrivano da altri cellulari, da altri aeroporti, da altri piloti. C'è chi racconta turni massacranti: «Dodici ore di volo in un giorno: Olbia-Parigi, Parigi-Olbia, OlbiaFrancoforte e Francoforte-OJbia. All'ultimo atterraggio non sapevo neppure più come si chiama il mio bambino...». Altri parlano di riposi mai fatti. Di ferie saltate: «Quattromila giorni per duecento piloti, e i comandanti più dei primi ufficiali». Di turni sempre più pressanti: «Manca solo che ci diano la cocaina per farci lavorare tre giorni di fila. E se moriamo chissenefrega, l'importante è tenere alti i profitti...». Esasperazioni pesanti. Forse un tentativo di provaie che i piloti sono davvero stressati, forse una conseguenza dello stress dei piloti: decideranno i medici fiscali. Di sicuro quella che divi¬ de la compagnia della Sardegna dai suoi dipendenti è una lotta che non esclude i colpi bassi. Come quello tentato da chi ha mostrato alle telecamere una busta paga da quattro milioni scarsi, provocando la piccata reazione della compagnia: «Quella era la busta di un neoassunto, con appena sette ore di volo. A quello stipendio si contrappone la paga effettiva di un comandante con sei anni di anzianità, che in un mese ha percepito una paga netta di 22 milioni. La media degli stipendi, per i nostri piloti, è di circa dieci milioni». Come dire: attenti, questi parlano di sicurezza, ma alla fine sono i soldi che vogliono. «Più ò meno i nostri stipendi sono come quelli dell' Ali talia • .ammette Rossi - Ma il nostro contratto è scaduto dal '93, e da allora non abbiamo avuto neppure le rivalutazioni Istat. E' da avidi volere quello che hanno avuto tutti gli altri lavoratori? E da ingordi chiedere di stare alla pari con l'inflazione?». Forse no, ma è difficile spiegarlo a chi ha pagato per tornare a casa e resta inchiodato per ore in aeroporto. «Noi i passeggeri li invitiamo a farsi una domanda: che cosa ci dà Meridiana in cambio dei nostri soldi? - insiste Rossi -. Quanta sicurezza abbiamo in queste condizioni? La risposta migliore l'ha data la compagnia, annunciando la cancellazione di sei voli a causa della malattia di due piloti. Lo scorso anno, a Olbia, mancarono in quattordici e non successe niente. Se vogliono chiudere lo dicano, ma così non si può più andare avanti. Batman? Forse non basterebbe neppure lui. A queste condizioni, il pilota senza rischi lo può fare solo Superman». «Finalmente un giudice dirà chi ha torto. Dopo 12 ore di volo in un giorno non sapevo più il nome di mio figlio» Un aereo della Meridiana: la compagnia, in questi giorni, è al centro di polemiche A lato, Pietro Larizza segretario generale della Uil A sinistra, il ministro dei Trasporti Tiziano Treu

Persone citate: Backstreet, Domenico Rosai, Fiorillo, Pietro Larizza, Rossi, Tiziano Treu