Piloti-Meridiana, lo scontro in tribunale

Piloti-Meridiana, lo scontro in tribunale Sotto accusa la «malattia collettiva» che provocò FaimuUamento di quarantadue voli Piloti-Meridiana, lo scontro in tribunale Denunciati 23 comandanti, perizie mediche sui malori ROMA Ieri i primi quattro, nei prossimi giorni si presenteranno gli altri diciannove. Tutti nell'ambulatorio dell'aeroporto di OlbiaCosta Smeralda per accertare stati d'ansia, stress psicofisico «dilagante», sintomi dell'enterocolite. Tutti ora indagati per i reati di concorso hi false certificazioni; di interruzione di pubblico servizio e di violazione della legge che regola gli scioperi. Sono in ventitré i piloti della compagnia aerea Meridiana che dovranno giustificare al procuratore della Repubblica di Tempio Pausania Valerio Cicalò l'assenza dal lavoro del quattro luglio scorso, quando causa «malattia collettiva» provocarono l'annullamento di quarantadue voli e il caos del traffico aereo in mezza Italia. Ma per adesso nessuna perizia possibile: i due medici incaricati • Roberto Demontis, consulente del magistrato e Raffaella Caria del centro di medicina legale di Cagliari non hanno potuto neanche visitare i piloti. Solo un colloquio - durato un paio d'ore - e la presentazione dei documenti che additano le cause della mancata presenza al lavoro a motivi di «evidente e grave stress psicofisico». Gli avvocati dei sindacati «accusati» (Appi e Anpac) Fernando Maimone, Domenico Putzolu e Sergio Pinna, avendo aderito allo sciopero dei penalisti, hanno consigliato i loro assistiti di vietare ulteriori accertamenti medici. «E' una sentenza della Corte Costituzionale che permette di non effettuare prelievi di sangue e quant'altro se non siamo presenti» afferma Putzolu. «Riteniamo - continua l'avvocato accompagnando i piloti dal sostituto procuratore Giovanni Porcheddu - che non abbiano commesso fatti penalmente rilevanti. E' stata solo una coincidenza di episodi. Del resto i piloti per lavorare hanno bisogno di essere in perfette condizioni e anche l'azienda, provvedendo giorni fa alle visite fiscali, aveva accertato le patologie documentate». Finisce comunque in tribunale il braccio di ferro tra la Meridiana e i suoi piloti. Le indagini, curate anche dalla Guardia di Finanza e dalla Digos, sono scattate da un rapporto informativo inviato dall'ufficio di frontiera dell'aeroporto di Olbia Costa Smeralda e da un esposto del Codacons di Sassari. E ora, con questa nuova «puntata» il magistrato, anche se gli avvocati avevano chiesto un rinvio della perizia legale, potrebbe decidere ancora altre iniziative. «Già nel maggio '95 e nel marzo '97 accusa il presidente del Codacons, l'avvocato Francesco Giuffrida - avevo invitato la procura di Tempio a intervenire in quanto i piloti della Meridiana continuavano a violare i codici di autoregolamentazione. La pretesa di un proprio diritto non può consistere nella compressione di un diritto altrui». I piloti raggiunti dagli avvisi di garanzia però si difendono accusando la Meridiana: «In inverno abbiamo ripetutamente segnalato alle Procure di Tempio e di Bologna le minacce da parte dell'azienda di sospendere le vertenze. Noi, proclamando quattro stati di agitazione, volevamo semplicemente mettere al corrente gli utenti dell'inadeguatezza del numero dell'equipaggio e del problema del nostro contratto». E forse sarà proprio il Codacons ad arbitrare la partita. «Ho ricevuto - afferma ancora Giuffrida - una lettera dei sindacati che mi invitano ad interessarmi della vicenda. E anche la Meridiana è favorevole alla mia discesa in campo. Del resto bisogna fare qualcosa. La Sardegna è ormai al collasso». [g.lam] Ma le visite sanitarie non saranno possibili: gli avvocati che difendono i sindacati non saranno presenti perché in questi giorni sono in sciopero Le indagini scattate dopo una denuncia del Codacons «Avevamo più volte chiesto l'intervento delia procura per tutelare i diritti dei passeggeri spesso calpestati»

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