Polo Sud, missione impossibile dell'Air Force

Polo Sud, missione impossibile dell'Air Force Paracadutati sulla base strumenti diagnostici, medicinali e apparecchiature per una videoconferenza medica Polo Sud, missione impossibile dell'Air Force Soccorso dal cielo a 54 sottozero per una scienziata malata WASHINGTON Un aereo militare cargo degli Stati Uniti è partito ieri dalla Nuova Zelanda ed ha portato a termine al Polo Sud, a temperature limite, una rischiosa missione di soccorso che pareva impossibile. La missione era stata organizzata in aiuto di una scienziata in cattive condizioni di salute. La donna ha un nodulo al seno, non può lasciare la base a causa delle condizioni meteorologiche, ma se non altro ora può contare su qualche strumento diagnostico in più, nonché su frutta e verdura fresche. È riuscito perfettamente il- lancio di sei casse di aiuti da parte dell'aereo, che ha impiegato 15 ore a raggiungere il luogo più remoto del mondo, partendo dalla Nuova Zelanda, e tornare indietro alla base di Chri- stchurch. Dopo aver volato per 4800 chilometri, il «C-141 Starlifter» dell'Air Force ha sorvolato la base Amundsen-Scott della National Science Foundation americana per due volte, ad una quota di 300 metri, lanciando sei casse di aiuti nella notte dell'inverno polare: due macchine agli ultrasuoni per compiere esami medici sulla scienziata - il cui nome non viene rivelato - medicine, e tutta la strumentazione per collegarsi in videoconferenza con medici negli Usa. In due delle casse generi alimentari e di conforto, soprattutto frutta e verdura. Appena toccato il terreno ghiacciato - ieri c'erano nella zona 54 gradi sottozero - i pacchi sono stati recuperati in pochi istanti dal personale della stazione scientifica (41 persone in tutto): qual¬ che minuto sul terreno e sarebbe stato impossibile staccarli dalla crosta ghiacciata. Per aiutare il pilota al buio, fuochi accesi formavano una «C». Il C-141 è quindi tornato verso la Nuova Zelanda, accompagnato dall'aereo cisterna che lo aveva seguito per il rifornimento in volo. L'Antartico è nel mezzo dell'inverno, che dura nove mesi, e non c'era alcuna possibilità che la donna malata potesse lasciare la Amundsen-Scott South Pole Station prima del prossimo ottobre per sottoporsi alle analisi e cure necessarie. La presenza umana più vicina alla base è a oltre 1350 chilometri di distanza: un'altra base di ricerca sulla costa dell'Antartide. Nella stazione AmundsenScott c'è un medico con una mini clinica dotata del mini¬ mo equipaggiamento necessario. La malata non è al momento in pericolo di vita. L'aereo militare, con 23 persone a bordo, ha corso i suoi rischi: in questa stagione solitamente non si compiono voli sull'Antartico, spazzato da venti fortissimi e con temperature che possono congelare istantaneamente le parti esterne degli aerei. Il portellone era stato coperto con un olio lubrificante speciale per evitare che si ghiacciasse, e quando i militari lo hanno aperto indossavano tute termiche e maschere ad ossigeno per superare l'impatto col grande freddo esterno. «È la nostra missione più difficile in tempo di pace ha detto il comandante, tenente colonnello John Pray -. E forse la nostra missione più difficile in assoluto». [Ansa]

Persone citate: Amundsen, John Pray, Scott South

Luoghi citati: Antartico, Antartide, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Usa, Washington