Un irriducibile dell'Ira: ucciderò Adams di Fabio Galvano

Un irriducibile dell'Ira: ucciderò Adams Nel dischetto di un computer le minacce del terrorista uscito dal carcere nonostante 8 ergastoli Un irriducibile dell'Ira: ucciderò Adams L'uomo della bomba a Brighton non accetta il disarmo Fabio Galvano corrispondente da LONDRA Un piccolo computer portatile di seconda mano infiamma, quasi quanto le marce protestanti che celebreranno oggi il «Glorioso Dodici» della vittoria sui cattolici alla battaglia del Boyne, la settimana decisiva per la paco in Irlanda, caratterizzata dall'ultimatum di giovedì fissato da Blair per un accordo fra unionisti protestanti e repubblicani cattolici Nella memoria del computer, infatti, sono state trovate tremila pagine di appunti raccolti dai servizi di sicurezza nel carcere londinese di Belmarsh, l'Alcatraz inglese. Vi si leggono minacce di morte rivolte da Patrick Magee, uno dei più temuti terroristi dell'Ira, al presidente del Sinn Féin Gerry Adams qualora i repubblicani fossero costretti a consegnare le armi; e una sua affermazione gli inglesi «capiscono solo il linguaggio delle bombe». Così, mentre Blair tentava ieri di disinnescare le tensioni che tuttora impediscono l'intesa, il ministro degli interni Jack Straw era costretto a lanciare un'inchiesta per scoprire l'origine del computer e soprattutto dei documenti racchiusi nella sua memoria, dei quali un tabloid domenicale, il «Sunday Mirrar», ha avuto una copia su dischetto. Patrick Magee, 48 anni e soprannominato per la sua ferocia «Mad Dog» (cane pazzo), è stato rimesso in libertà pochi giorni fa, in nome dell'accordo del Venerdì Santo. E' l'uomo che nel 1984 collocò la bomba di Brighton nel fallito attentato a Margaret Thatcher che costò la vita a cinque persone. Irriducibile combattente, pur scontando otto ergastoli non aveva rinunciato a ragionare di guerra e di armi. Fra il 1996 e il 1997 se la prendeva, secondo i documenti, con la linea morbida che stava prevalendo in seno all'esercito repubblicano. «Ha detto di avere molti conti da regolare se mai uscirà di carcere - si legge -, Ha detto che eliminerà i traditori ad uno ad uno». In particolare aveva minacciato di «provvedere a Gerry Adams» se l'Ira avesse accolto la linea del Sinn Féin e consegnato le armi. Se così fosse, questo è il momento della sua vendetta, ammesso e non concesso che le strutture repubblicane lo sostengano ancora. Perchè proprio il disarmo è al cuore del dibattito. Ieri Blair ha ricordato che questa è la settimana in cui la nuova Irlanda del Nord nasce o muore. Si è detto pronto a riesaminare ogni altra ragionevole richiesta, per introdurla nella legislazione che Londra varerà nei prossimi giorni. «Purché non diciate di no», ha implorato. I suoi sforzi sono volti soprattutto a rassicurare gli unionisti, a garantire che se il Sinn Féin non manterrà le promesse una volta ammesso a far parte del «governo» della provincia, e cioè non ci sarà un graduale disarmo dell'Ira, scatteranno clausole automatiche per la sua esclusione dall'esecutivo. «Ci si chiede un salto al buio», ha commentato il leader unionista David Trimble respingendo a caldo l'appello di Blair: «Se corressimo quel rischio il processo di pace sarebbe finito». Restano quattro giorni per tentare la difficile ricucitura. E intanto, oggi, tutti gli occhi sono puntati su Belfast. Il «Glorioso Dodici» tiene banco: il 12 luglio (ma è un errore di calendario, si tratta in realtà dell' 11 ) è la data della battaglia del Boyne, quando le truppe di Guglielmo III sconfissero nel 1690 quelle di Giacomo II consacrando il donùnio inglese e tre secoli di rivalità settana. E Blair implora gli unionisti: «Non dite no alla proposta di pace perché in questa settimana l'Ulster nasce o muore»

Luoghi citati: Belfast, Irlanda, Irlanda Del Nord, Londra, Ulster