Schumi, il giorno della grande paura di Pierangelo Sapegno

Schumi, il giorno della grande paura Dramma in FI: a Silverstone, nel Gran Premio d'Inghilterra, il tedesco esce di pista a 200 km Torà Schumi, il giorno della grande paura Lo schianto, la frattura a tibia e perone, l'operazione Pierangelo Sapegno inviato a SILVERSTONE «Ho sentilo le sue urla. Ho pensato: è vivo. Se vedi la macchina com'è ridotta, ti vengono i brividi. Michael ha tutt'e due le gambe, mi sono detto. L'ho guardato prima che lo nascondessero dietro un telone. Secondo me, è un miracolo». Ieri a Silverstone, Michael Schumacher ha incontrato la morte sulla sua Ferrari alla curva Stowe, 37 secondi dopo la partenza, e l'ha scacciata, come racconta Alberto Grippa, il fotografo che s'è trovato davanti al cartoccio della Ferrari con il suo occhio-cannone. Però, quando in Formula 1 tornano i tempi dei miracoli, vuol dire che sono brutte notizie. Per un attimo, si e ripiombati indietro di 5 anni, Imola, 1" maggio, Senna dritto come un razzo alla curva Tamburello, la paura, la festa finita, il lutto. Anche Schumacher ieri è andato dritto sulla ghiaia finendo a sbattere contro le barriere come calamitato da una tragedia. L'abbiamo visto alzarsi dall'abitacolo, e poi ricadere dentro. Ci sono voluti 7' per tirare un sospiro di sollievo. Forse ieri è finito il Mondiale di Schumacher, e rischia anche quello della Ferrari, Però, abbiamo sentito le sue urla. E' vivo. S'è rotto una gamba, tibia e perone. Sull'almanacco scriveranno che Coulthard ha vinto questo Gran Premio d'Inghilterra, davanti a Irvine. Ma per la cronaca, Silverstone '99 resterà come la corsa nella quale Schumacher ha rischiato la vita e la Formula 1 l'ennesima tragedia. Alle 14,03, ora di Greenwich, hanno dato il via alla corsa. E' una partenza cosi rabbiosa che i bolidi strappano la striscia color rame posala sull'asfalto che serve per segnare i tempi di gara. Hakkinen è davanti a tutti, poi ci sono Coulthard e Irvine che hanno rimontato e sorpassato Schumacher nello scatto. Sulla linea, sono rimasti fermi Zanardi e Villeneuvo. Per questo, spiega Charlie Wliiting, il direttore di corsa, «abbiamo alzato subito la bandiera rossa per fermare la gara». In fondo al rettilineo degli hangar c'è la curva di Stowe. Le macchine arrivano a 190 all'ora, dopo aver toccato i 300 nel rettifilo. Sono le 14,03. Sono passati 37" dal via. Schumacher sta cercando di soipassare il suo compagno Irvine, arriva in staccata alla Stowe. Fumano le gommo della Ferrari di Michael. Si affianca all'altra. Sbanda. I.a .sopravanza e le taglia la strada sulla sinistra andando dritto per la curva. La macchina è sbriciolata. Non ha più il muso. Le ruote, racconta Crippa, «hanno divelto i due specchietti retrovisori. E1 un mucchio di rottami». Irvine: «Ho giralo largo per farlo passare. Ho visto che aveva tutte le 4 gommo bloccate». Replay: la Rossa sbanda, brucia l'asfalto. La ruota destra anteriore non gira, quella sinistra è piegata. Non sembrano tutt'e 4 bloccate. Vien da pensare a problemi allo sterzo. Claudio lierro, ufficio stampa Ferrari: «E' l'unica cosa che possiamo escludere. Se la macchina ha avuto problemi, ripelo se, lo sterzo non c'entra». Forse, l'impianto frenante, diranno 3 ore dopo. Ancora Irvine: «Mi ha superato come un razzo. Non so se lui ha danneggiato un alettone toccando il dietro dolla mia macchina quando io ho dovuto frenare per Coulthard». Irvine quando racconta, è attendibile come quando guida: in realta le due Ferrari non si sono nemmeno sfiorate. Resta ancora da capire il perché dell'incidente, La Casa di Maranello dice che è colpa dei freni. Il progettista della Williams, Head, a guardare le immagini, pensa «a un errore di Schumacher: è arrivato troppo forte alla curva». Comunque sia, essendosi alzata da 20" la bandiera rossa, era inutile sorpassare. La gara era sospesa. Altre risposte abborracciate. Prima, Stefano Domenicali, ds Ferrari, dice: «La bandiera l'hanno alzata per l'incidente di Schumi». Poi, quando Whiting spiega che invece avevano blocca¬ to la gara perché c'erano due macchine ferme sulla linea di partenza, cade dalle nuvole. Irvine: «Io non sono staio avvisato che c'era bandiera rossa». Adesso sono passali due minuti dall'incidente. Sul posto ci sono Ribero, Watkins, Whiting e Blash. I primi soccorritori cercano di tirar fuori Schumi dalla macchina. Lui sta urlando che non può appoggiare la gamba. «Stai fermo», gli elicono. Non riescono a togliere le protezioni incollate al bordo dell'abitacolo. Ci vogliono 7 minuti. Alle 14,10, lo posano per terra sul- la parte sinistra della macchina. Le sue urla, dice Crippa, «si sentono anche a cento metri di distanza nella bolgia del circuito». Lo nascondono agli occhi della gente con un telo bianco e un altro verde mentre lo caricano sull'ambulanza targata K330 VEA. Ha una flebo al braccio destro. Jean Todt sale con lui sull'ambulanza. Alle 14,17 arrivano al Medicai Center dentro il circuito, dall'altra parte della pista, alla curva Priory. Dietro c'è il drappello dei cronisti e dei fotografi. Notizie contrastanti. C'è chi parla di due gambe rotte, chi di una frattura al perone della gamba destra, chi solo di una caviglia malconcia. Però, s'era temuto il peggio, e allora si tira lo stesso un sospiro di sollievo. Anche lui. Telefona a Corinna, la moglie: «Stai tranquilla, va bene». C'è uno strano silenzio'rutt'attorno. La corsa è ferma, non ci sono i rumori dei bolidi. Quest'atmosfera irreale si rompe alle 14,44. Riparte la corsa. Nel clangore della gara e nel ringhiare delle macchine, scende un elicottero sul prato davanti al Centro mèdico. Lo portano sopra, sempre nascondendolo con i teloni. L'elicottero si alza alle 14,56. Destinazione, Northampton, General Hospital, 20 km da qui. Arrivano le prime diagnosi: rottura della tibia e del perone della gamba destra. Problemi anche al ginocchio che è gonfio. Rotture composte, cioè semplici. Decidono di operarlo. Il medico è Bill Ribbons. Va sotto i ferri che sono le 17. La corsa è appena finita. La sua Ferrari è dentro un garage con le saracinesche abbassate. E' un rottame da studiare per capirci qualcosa. Hanno preso le scatole nere. Anche il suo seggiolino è distrutto. Schumi esce dalla sala operatoria dopo un'ora e mezza: tutto bene. Passerà la notte in ospedale. Ci s'interroga sui tempi di recupero. Qualcuno, in Ferrari, dice che potrebbe rientrare per gli ultimi due GP, cioè a ottobre. Il manager di Michael, Weber, è decisamente più ottimista: «Per me sarà già in pista in Ungheria, a Ferragosto». Un'ora e mezzo sotto i ferri all'ospedale di Northampton Fiducia sui tempi di recupero: forse tornerà in meno di 2 mesi La telefonata alla moglie: «Corinna, va tutto bene» Un fotografo rivela: «Urlava, si è salvato per miracolo» ,fp, pLA VETTURA DI SCHUMACHER SI E" SPEZZATA FRA LE GINOCCHIA DEL PILOTA E LA PEDALIERA NEL TENTATIVO DI SUPERARE IRVINE, PER UN GUASTO Al FRENI POSTERIORI SCHUMACHER HA BLOCCATO LE RUOTE ANTERIORI SENZA RlUf AD IMPOSTARE LA CURVA IL FILM DELL'INCIDENTE SABBIA Un'ora e mezzo sotto i ferri all'ospedale di Northampton Fiducia sui tempi di recupero: forse tornerà in meno di 2 mesi La telefonata alla moglie: «Corinna, va tutto bene» Un fotografo rivela: «Urlava, si è salvato per miracolo» L'IMPATTO E'AVVENUTO A CIRCA 97 km/h CONTRO I PNEUMATICI MESSI A PROTEZIONE ./-^DEL MURETTO /*ty NEL TENTATIVO DI SUPERARE IRVINE, PER UN GUASTO Al FRENI POSTERIORI SCHUMACHER HA BLOCCATO LE RUOTE ANTERIORI SENZA RlUf AD IMPOSTARE LA CURVA L'IMPATTO E'AVVENUTO A CIRCA 97 km/h CONTRO I PNEUMATICI MESSI A PROTEZIONE /-^DEL MURETTO Ecco cosa è rimasto della Ferrari di Schumacher dopo lo spaventoso impatto: la parte anteriore è andata completamente distrutta, ma la gabbia di protezione ha salvato la vita al pilota tedesco

Luoghi citati: Greenwich, Inghilterra, Silverstone, Ungheria