Invitati da altre 50 Paesi

Invitati da altre 50 Paesi Invitati da altre 50 Paesi Rappresentanti del mondo politico industriale, artistico e istituzionale Emanuela Mlnuccl TORINO L'elicottero dei carabinieri ronza attorno alla cupola celeste del Lingotto. «Speriamo che non sia un fotografo della concorrenza» sospira uno dei 43 reporter assiepati all'ingresso del centro fiere per immortalare gli ospiti dell'Evento. Una lista di 3000 invitati: appuntamento in via Nizza, a cent'anni dalla fondazione di casa Fiat. Arrivano da 52 Paesi e più mondi: politico, industriale, artistico e istituzionale. Chiamarli ospiti è riduttivo: sono personaggi che hanno scandito la storia stessa del Paese o si preparano a farlo. Fendono la cortina di flash o il cordone del servizio d'ordine al braccio di mogli sorridenti avvolte in candide stole di chiffon. Si concedono alla foto di rito, preceduta dall'urlo di chi brandisce un teleobiettivo. Pochi tirano dritto, per evitare l'assalto e stringere la mano ai padroni di casa: il presidente della Fiat Paolo Fresco, l'amministratore delegato Paolo Cantarella e il sindaco Valentino Castellani. Alcuni, come il primo e più illustre degli invitati, il Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, accompagnato dalla signora Franca in severo tailleur tinta corda e kelly di Hermes, e il premier Massimo D'Alema non si fermeranno per gustare le meraviglie gastronomiche preparate dai cuochi del «Rododendro» o di «Guido». Ma tutti gli altri si: le signore esibiscono, già a metà pomeriggio, abiti da grand-soirée. Come Marlene Fresco che sfila nel suo impalpapile abito lilla con bolero paglierino.: «Che cosa mi auguro per stasera? Divertirmi, no?!». Dietro di lei passano lesti Enzo Biagi insieme con il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli. Sono le 18,20, sulla moquette scarlatta che accoglie gli ospiti convergono decine di guardie del corpo, qualcuno urla: «Eccoli!». Da una Kappa grìgia scende donna Marella, in casacca di chiffon e pantaloni candidi, al fianco di Henry Kissinger. Pochi secondi e appare, bellissima e super-protetta dall'assolto dei reporter Avery Howe, capelli biondi sciolti sulle spalle, abito lungo fiorito di Dolce 6- Gabbana. A rivelare, in un sussurro, il nome degli stilisti, in cambio della libertà di raggiungere il centro congresso, è proprio lei. Ancora qualche secondo e si materializza Umberto Agnelli insieme con donna Allegra, casacca avorio tempestata di severi jeis, e poi ancora Clara Agnelli al fianco del conte Nuvoletti, Margherita con il figlio John Elkana e Ginevra. Ecco l'architetto Gae Aulenti che volge uno sguardo rapito alla cupola del Lingotto («E' davvero meravigliosa...»). C'è Susanna Agnelli: stretta in un rigoroso abito blu, dice raggiante: «Sono molto orgogliosa di questo traguardo, speriamo di viverne tantissimi altri». Sono le 18,30 spaccate: davanti al Lingotto arriva l'Avvocato, accompagnato dal delirio dei giornalisti e dei fotografi. Si ferma a commentare l'incidente di Schumacher, sottolinea che «Il campionato non è finito, abbiamo anche Irvine» quindi: «Tibia e perone, non credo che sia un addio al mondiale...». E poi via, alla sala congressi. E' il momento dei politici. Varca la soglia il premier Massimo d'Alema, va a salutare i «padroni di casa» e, protetto da un muro di guardie del corpo, sguscia via. Stesso copione per il presidente del Senato Nicola Mancino e quello della Camera Luciano Violante. Anche i ministri non indugiano nell'ingressofoyer: giusto il tempo di un flash per Fassino, Mattarella, Maccanico, Treu e Salvi. Va di fretta anche Francesco Paolo Mattioli e Cesare Romiti accompagnato dalla moglie Gina. Radiosa la signora delle Olimpiadi, la biancovestita Evelina Christillin, a fianco del marito Gabriele Galateri. La lista degli invitati è ancora lunga. A festeggiare la notte magica c'è Giorgio Fossa, Luca Corderò di Montezemolo, Gianluigi Gobetti, Franzo Grande Stevens, Nerio Nesi, Sergio e Andrea Pininfarina, Gian Maria Gn>3 Pietro, Gabriele Albertini. E poi ancora: Marco TronchetU Provera, Chicco Testa, Vittorio Merloni, Franco Tato, Franco Bernabò, Carlo De Benedetti, Giorgetto Giugiaro. Che la festa cominci.

Luoghi citati: Ginevra, Torino