«La tv copi i viticoltori E' meglio la qualità» di Aldo Grasso

«La tv copi i viticoltori E' meglio la qualità» Il critico Aldo Grasso: coltivare la vigna dà piaceri «La tv copi i viticoltori E' meglio la qualità» Alain Elkann ALDO Grasso è nella sua casa di Dogliani, una vecchia cascina nascosta tra i vigneti. Professore, il vino ha uno spazio importante nella sua vita? «Sì, è un esercizio continuo di cultura. Il vino buono nasce da una convergenza di fattori: lo studio, la competenza, la fortuna, la fatica fisica. Insomma, quello che serve nella vita per affrontare le cose. E poi, naturalmente, c'è il piacere di bere». Il vino dev'essere rosso secondo lei? «Sì, il bianco è una concessione». Che vino è il Dolcetto che si produce da queste parti? «Di tutto pasto. Ha una forte personalità, ma non sovrasta i gusti. E' il vino di tutti i giorni. Il Dolcetto dà sicurezza. 1 giovani viticultori ne hanno scoperto l'importanza e la personalità. E' un vino recentemente sempre più straordinario. Non ha nulla da invidiare a grandi vini delle Langhe come il Nebbiolo, il Barolo e il Barbera. E poi anche ad altri vini più famosi come il Brunello da Montalcino, il Chianti... Oggi la viticoltura italiana ha capito che paga di più la qualità della quantità. I nostri vini oggi raggiungono livelli forse prima sconosciuti». E allora bisognerebbe cercare la qualità anche con la televisione? «La televisione degli ultimi anni non crede assolutamente nella qualità. Il modello non è nemmeno più il supermercato, è l'hard discount». Cos'è che non va? «Non va perché non si crede nella differenza. 11 vero dramma della nostra televisione è che ha rinunciato a scegliere percorsi che la contraddistinguano e con una visione più frastagliata». Partiamo dai telegiornali. Il professor Giovanni Sartori li considera inadeguati e superficiali, e lei? «Ma, secondo me il telegiornale è uno dei pochi momenti in cui la televisione è meno deludente. 11 telegiornale è per forza meno dozzinale data la concorrenza con gli altri telegiornali e mi sembra che il risultato sia leggermente migliore». Qua! è il miglior telegiornale secondo lei? «Non mi dispiace il Tg5, perché è stato il primo telegiornale che ha messo la politica in secondo piano. E' un telegiornale che ha il senso della cronaca e ha costretto gli altri a cambiare la gerarchia delle notizie». hobby. SEGUIR!Che cosa vuole la gente dalla tv? «Questo è il problema: non si sa se la gente desidera veramente qualcosa o se dice di desiderarlo perché le è stato imposto. La tivù italiana ha perso una sua linea editoriale. E' l'auditel che detta la linea e questa è un'anomalia». Ma non è lo stesso in tutti gli altri Paesi? «In parte sì, ma noi abbiamo sette reti generaliste, mentre in tutto il mondo l'offerta è più frastagliata. Esistono tivù a pagamento, tivù mirate. Qui ci sono sette televisioni con minime differenze». Ma si salvano dei programmi? «Tutti i programmi che prendono le distanze dal calderone, da Fazio a Daniele Luttazzi, ma la tivù non deve solo far ridere». E' morto Corrado, i grandi rimasti sono Mike, Baudo, ma è un'epoca finita? «Ho sempre avuto rispetto per questa televisione nata dalla gavetta. A volte mi incanto a guardare la Ruota della Fortuna di Mike perché quella è televisione. Il vero problema della nostra televisione è che non ha mai pensato a costruire scuole. Nel mondo del varietà si è liquidato, per esempio, un grande regista come Antonello Falqui. La Rai poteva tirare su dei giovani e mandarli a scuola. Invece abbiamo un carattere pazzoide e artigianale; e poi dobbiamo andare all'estero a cercare dei nuovi format». Ma lei rimpiange la Rai di Bernabei? «No, rimpiango parte di quella tivù, in cui c'erano grandi professionisti». e etim Chi sono gli eredi di Bernabei, di Mike e di Baudo? «Per Bernabei il vero erede è senz'altro Berlusconi, non c'è dubbio. L'unico vero presenta- toro fra i giovani è Fabio Fazio». Ai giovani che vogliono lavorare in tivù, che cosa suggerisce? «Io insegno all'università Storia e critica della rodio e della televisione così spesso parlo con i ragazzi di cosa rappresen- ta la televisione come mestiere. Cerco di descriverla loro in modo realista». Sembra quasi impossibile però entrare in televisione? «Sì, è difficilissimo. Se dei giovani sono preparati è più facile che possano entrare a Mcdiaset che alla Rai. Alla Rai conta "la famiglia", le raccomandazioni». Lei ha avuto una formazione intellettuale. Come mai poi radio e tv sono diventate la sua vita? «Perché è un mondo interessante. Sembra un mondo allergico a ogni forma di pensiero. Tutto ciò che è profondità viene visto come il fumo negli occhi. Ma questo è un errore di prospettiva. Investire in intelligenza in tivù porterebbe a risultati formidabili». Quante ore al giorno lei guarda la tivù? «La mia vita funziona così. Io lavoro con il televisore acceso, di tanto in tanto registro qualche programma e poi, quando decido quale recensire, mi siedo dinanzi e lo guardo con un taccuino. E' una vita un po' d'inferno, senza pause ofestività». Segue le partite di calcio? «Quelle che posso le guardo con tre occhi, specie se gioca il Torino. 1 film, invece, sono un lusso. Non dovendoli recensire sono costretto, per ragioni di tempo, a non vederli». Lei e molto adulato? «No. Ho cercato di darmi uno disciplina. Non conosco personalmente chi fa la televisione. Conosciute dal vero, tutte le persone sono buone. Io giudico dei fantasmi». Pur questo sta in campagna? «Sì. E' una buona ragione. E poi la critica televisiva è un genere come quello letterario o cinematografico. Ha regole precise. Per essere efficace deve avere unti sua virulenza. La critica non rispecchia la persona, è un genere. Lo ripeto. Io sono una delle persone pili odiate d'Italia. E lo so». Le dispiace? «No,non mi dispiace. Nè mendico comprensione». ■ i //piccolo schermo è prigioniero deWAuditeh così il risultato sono programmi degni soltanto dell' hard discount ij ip £ £ La vera tivù è quella di Mike: ancora oggi la sua «Ruota della fortuna» mi incanta. Tra igiovani l'unico erede è Fabio Fazio a, j DOMENICA CON na a di a mi unico dà piaceriAldo Grasso, originario delle Langhe, è docente universitario e critico televisivtori E» Pi Cognome ^^ASJft Non***»..... Hotoil.l#.«lr»UJ.f«.... (itladinnnrn .T*M*M hobby. SEGUIR!WWW» residuino . . stato civile SP8S*TO VKA RfiUA, profowione WS*?? : e etimo Tf^ytavq J Aldo Grasso, originario delle Langhe, è docente universitario e critico televisivo

Luoghi citati: Dogliani, Italia, Montalcino