Stop alle multe gufi-lucciole di Ferdinando Camon

Stop alle multe gufi-lucciole LA NEOELETTA MANDA IN SOFFITTA L'IDEA CHE ISPIRO' MOLTI COMUNI Stop alle multe gufi-lucciole // sindaco di Padova: sono un'arma scarica dialogo Ferdinando Camon APPENA eletta sindaco di Pa dova (lista Forza Italia, e Alleanza Nazionale), Giustina Destro, imprenditrice, presidente dell'organizzazione del premio letterario Campiello, fa un annuncio clamoroso: vuole abolire subito le maximulte anti-prostitute. Erano state uno dei punti qualificanti del sindaco uscente: in dieci mesi aveva multato 800 clienti, ma ne aveva terrorizzato altre migliaia, e il sistema delle contravvenzioni era stato subito trapiantato a Treviso, Verona, Varese, e in giro per il Nord Italia. Signora Destro, lei sa che io mi sono schierato pubblicamente per l'altro candidato, il sindaco uscente. «Avete perduto». Sì, e me ne dispiace molto. Ma credo che possiamo parlarci lo stesso. «Come no! Io voglio essere il sindaco di tutti». Due cose mi piacevano del sindaco uscente: il progetto di fare subito il tram e la lotta alle prostitute attraverso le maxi-multe. «Sono proprio i punti che l'elettorato ha bocciato, tutt'e due». Ahimé sì. Tuttavia la prostituzione resta quel che è, e lo si vede qui più chiaramente che altrove: le donne più povere della terra vendono il corpo per conto terzi, non ne intascano il ricavato. I terzi son li, a cinquanta metri di distanza. La maximulta è una taglia su questo affare, per bloccarlo. Lei non vuole bloccarlo? Lei è una donna. Una donna diventa sindaco e spegne la lotta alle prostitute? Ma le prostitute non sono in primo luogo un nemico delle mogli e delle madri? «Proprio perché sono donna l'affollamento di prostitute nelle strade della mia città mi lascia spaventata e depressa, ma la battaglia con le maxi-multe mi preoccupa, perché la multa è un'arma scarica, non serve a niente. Serve soltato a farsi pubblicità. Ha prodotto molti articoli sui giornali, scarsi risu'iati sulle strade. E' durata undici mesi. E' finita». Dunque è una sconfìtta? «Sconfitta piena». C'è un'altra ragione per cui mi sorprende il ritiro delle maxi-multe alle lucciole. E quest'altra ragione si chiama Padova. Padova è stata (dopo Rimini, ma prima di altre città dell'Emilia Romagna, del Veneto e della Lombardia) la città che ha inau- gurato questa forma di lotta alla prostituzione. Chiudendo le maxi-multe a Padova, si rischia un effetto a catena: che vengano ritirate anche nelle altre città. E' questo che lei vuole? «Io non chiedo che gli altri mi copino, ma farebbero bene. Bisogna cambiare strumento di contrasto. La lotta alle prostitute rientra nella lotta per la rioccupazione delle città. Tu dai la multa, e so loro van via da lì, si spostano in una zona vicina. E' un elastico. Tu non riprendi mai la città, lo invece voglio riprenderla». E come? «Piantando sulle zone a rischio squadre di vigili, polizia, carabinieri, finanza. Non devono più essere zone altrui, dove io prelevo del denaro. Devono tornare zone mie, dove nessuno fa quel che io proibisco. Si deve sentire il deterrente della presenza delle forze dell'ordine. Ho riunito venerdì mattina i comandanti dei vigili. Abbiamo fissato la partenza di un buon numero di pattuglie ogni notte, che gireranno fino alle 4 del mattino. I cittadini si sentiranno sotto protezione. Finora c'erano zone fisse, dove i cittadini vivevano come ostaggi..» L'imbocco dell'autostrada per Milano è un luogo di appuntamento internazionale, anche per i cosiddetti scambisti. «Lo so». Ma prostitute si trovano perfino negli immediati dintorni della Basilica del Santo. E questo crea un problema d'immagine internazionale. Arrivano pellegrini dal Portogallo (sant'Antonio è nato a Lisbona), dalla Spagna, dalla Francia (le terre contadine, legate a questo santo), a centinaia ogni sera, certe volte a migliaia, e subito, nelle zone intorno alla basilica, s'imbattono in capannelli di prostitute. «Che da li arrivano fino alla zona degli ospedali, al viale della stazione: sono andata a controllare, le ho viste io». La malavita inventa forme sempre nuove. Adesso per esempio c'è l'assalto ai carrelli del vitto negli ospedali. L'ospedale è grande come una cittadella. Di sera ci sono extracomunitari in ag¬ guato tra le aiuole dove passano i carrelli con il vitto, in transito dalle cucine ai reparti: appena li vedono, li assaltano. Le povere impiegate scappano. «E di sera negli ospedali ci sono infiltrazioni di tutti i tipi, lo confermano quelli che si recano al Pronto Soccorso. La polizia fissa non basta. L'Azienda Ospedaliera e l'Usi fan ricorso ai vigilanti privati. Padova sta diventando (o ridiventando) la capitale del Veneto per la presenza di spacciatori. Ma dove c'è un tipo di illegalità, ce ne sono anche altri E* sbagliato combatterli separatamente. Via Anelli, per esempio...» Via Anelli è nota in tutta Italia come un Bronx europeo. Non è una via trascurabile: sta nel grande snodo tra Padova e Venezia. Lì si è arrivati al punto di murare porte e finestre di intere file di appartamenti, per impedire che chi li ha occupati abusivamente possa rientrare in casa. E cosi ci sono padroni di appartamenti che trasformano le loro case in bunker, impenetrabili. Se potessero, le demolirebbero. Lì è pieno di prostitute. Gran Parte delle multe raccolte dal precedente sindaco venivano da li. «Con quale risultalo? La zona è rimasta sempre invivibile, pericolosa, anliigienica. Ogni città italiana ha questi quartieri malati». Senza le multe, lei cosa fa? «Intanto faccio un elenco di chi affitta e di chi subaffitta. Vogliamo sapere chi ci guadagna. Perché nel degrado c'è chi guadagna, e parecchio. Poi mandiamo ispezioni dell'Usi: gli appartamenti non igienici vengono immediatamente chiusi e sigillati. E questo nell'interesse di chi tiene le case in regola: ci sono italiani che han comprato la casa lì, in regola, e adesso vale il 60% in meno. Han pagato 150 milioni, adesso né incassano 60. Ci sono case affittate a tre persone, ma dentro ci stanno in dieci. Io ho visitato tutto il quartiere, seguita da 300 abitanti, ci sono rimasta fino alle 3 di notte. Ho chiamato gli amministratori, e ho visitato i condomìni. Ma quali multe pecuniarie! Qui ci vuole la forza». «Proprio perché donna l'affollamento di prostitute nelle vie della città mi spaventa, ma le sanzioni sono servite solo a conquistare titoli sui giornali» «Non chiedo che gli altri primi cittadini mi copino, ma forse farebbero bene Per riconquistare Io spazio perduto non servono le sanzioni, ma la forza» LA CROCIATA PERDUTA Padova che, con Rimini, si era proposta come città-pilota della crociata contro i clienti delle prostitute, dopo undici mesi cambia registro: basta multe, per sconfiggere la piaga la neosindachessa punta su maggiori controlli da parte dei vigili urbani

Persone citate: Giustina Destro