Prodi incassa il plauso dell'Ue di Francesco Manacorda

Prodi incassa il plauso dell'Ue Soddisfazione per l'elenco dei commissari. La riforma annunciata preoccupa gli «euroburocrati» di Bruxelles Prodi incassa il plauso dell'Ue Ma il vero esame è rinviato a settembre Francesco Manacorda corrispondente ria BRUXELLES La manina sui pedali dell'amatissima biciletta, a macinare chilometri por i tornanti dell'Appennino, il pomeriggio al matrimonio dell'erede della dinastia (ini «Salvalavita» Beghelli, in mezzo anche un appello perché Marco Pantani torni a correre, E' un Romano Prodi entusiasta e felice quello che si aggira per Bologna ieri dopo aver presentato la sua Commissione europea. La lettura mattutina dei maggiori quotidiani europei e stata un tonico per il Professore: i giudizi sulla sua Commissione sono quasi tutti positivi. «La squadra proposta da Prodi rompe i vecchi tabù dell'Unione europea», titola il Financial Times e in effetti è proprio il coraggio di aver infranto lo schema tradizionale, secondo cui era meglio non affidare ai Commissari portafògli troppo vicini agli interessi nazionali, che raccoglie il plauso di molti commentatori. Adesso però, come scrive il quotidiano tedesco Die Welt il nuovo esecutivo sarà all'altezza delle aspettative solo se «i Commissari di Prodi metteranno dal primo giorno e per tutto il tempo i loro cappelli nazionali in naftalina». Lui, il presidente di una Commissione che ancora non c'è, pensa che sarà proprio questo quello che deve accadere e intanto incassa la promozione che arriva dalle capitali dell'Ue: «Mi fa piacere che ci sia una grande soddisfazione in tutta europa, che si riconosca che è stato fatto un lavoro che non era mai stato fatto». Ma il lavoro, per l'appunto, è solo all'inizio ed è lo stesso Prodi a riconoscerlo: la riforma, anzi la rivoluzione che vuole portare a Bruxelles, spiega, «non deve essere compito del solo presidente, ma è qualcosa che deve essere fatto da ogni singolo Commissario», come spiegherà venerdì e sabato alla sua squadra riunita per il primo incontro in un castello vicino ad Anversa. Dalla prossima settimana, dunque, Prodi torna al lavoro per mettere a punto le riforme che considera più urgenti e studiare le strategie per aggirare quelli che si annunciano come i due ostacoli maggiori alla sua Commissione: Te possibili resistenze della burocrazia interna, i famosi «eurocrati», e la guerriglia che i popolari gli promettono al Parlamento europeo. Il trasferimento dei Commissari nelle loro direzioni generali, assieme alla decisione di far ruotare i gradi alti della burocrazia e ridurre il numero delle direzioni e dei servizi provocano qualche preoccupazione nel mondo dell'euroburocrazia. Ma d'altro canto il nuovo presidente conta sulla voglia di cambiamento della grande massa di funzionari, quei venlunomila a cui venerdì ha mandato un messaggio di posta elettronica spiegando i suoi piani per la riforma della Commissione. Dal cambiamento, é il messaggio, trarranno vantaggi tutti i meritevoli, rompendo le gabbie dell'appartenenza nazionale chetroppo spesso hanno avuto la meglio sulla competenza. Più ardui di quelli interni si annunciano gli ostacoli che verranno dal Parlamento europeo: la sarà preziosa ma forse non sufficiente la mediazione della vicepresidente Loyola de Palacio, esponente di punta dei popolari spagnoli e alla quale non a caso sono state affidate anche le relazioni con l'assemblea di Slra- sburgo. Con una maggioranza relativa di 232 popolari su 626 deputati, furiosi per la mancata designazione da parte della Germania di un Commissario della Cdu, le audizioni dei singoli Commis- sari previste da line agosto e il voto sulla Commissione del 16 settembre non si annunciano proprio come delle formalità, l. del resto già qualche giorno fa il Commissario austriaco Franz Fi- schler, che come popolare ha partecipato alla riunione di Marbella, tracciava uno scenario poco ottimista per il nuovo esecutivo: la bocciatura di tre o quattro Commissari durante le audizioni per costringere Prodi a tornare di nuovo a chiedere candidati ai governi dei Quindici, e poi una fiducia «a tempo» per la Commissione, cioè legata solo al periodo settembre-gennaio nel quale sostituisce l'esecutivo dimissionario. A gennaio, è il piano dei popolari, Prodi dovrà tornare davanti al Parlamento per chiedere una nuova fiducia e molto dipenderà da come si è comportato nei suoi primi «veri» tre mesi a Bruxelles. Il Financial Times titola: rotti i vecchi tabù dell'Unione europea I neopresidente della Commissione europea Romano Prodi A sinistra il Cancelliere tedesco Schroeder Qui accanto l'euro commissaria spagnola Loyola de Palacio

Persone citate: Beghelli, Franz Fi, Marco Pantani, Prodi, Romano Prodi, Schroeder

Luoghi citati: Anversa, Bologna, Bruxelles, Germania