Popolari, Marini resta fino a settembre di Fabio Martini

Popolari, Marini resta fino a settembre Lungo braccio di ferro, poi Castagnelti accetta di evitare la conta nel consiglio nazionale Popolari, Marini resta fino a settembre Trovato il compromesso, a congresso fra due mesi Fabio Martini ROMA Por 24 ore il candido, marmoreo palazzo dei Congressi fatto costruire dal Duce era diventato una dépandance di Montecitorio, con quello trattative bizantine, quei passeggiatori, quelle ahimè in pena. Contarsi o non contarsi? Umiliare Marini o garantirgli un'uscita dignitosa? Dare un segno di vita all'opinione pubblica 0 far finta di nulla? Non se ne usciva. Poi alle 8 della sera la svolta: Franco Marini entra in una saletta dove lo attende il capo della opposizione interna, Pierluigi Castagneto, leggi; il documento di mediazione e sbotta: «Io non ci sto! A questo punto andiamo alla conta» o fa quasi il gesto di uscire. II demitiano Ortensio Zecchino lo blocca: «Franco aspetta!». Castagneto esce, confabula con i suoi e alla fine si chiude l'accordo. L'accordo è questo: il segretario che due giorni fa si era dimesso, ha ottenuto di restare al suo posto e di guidare il partito fino al 16 settembre, il giorno in cui si aprirà (fino al 18) l'Assemblea congressuale del partito, chiamata ad eleggere il nuovo segretario del Ppi. La decisione di rinviare tutto e allargare la platea congressuale agli eletti è stata presa con 6 voti contrari e 14 astenuti su un plenum di quasi 300 votanti. A differenza di An e dei Ds, gli altri sconfitti del 13 giugno, ai popolari è servito quasi un mese dalla batosta elettorale per reagire, imbastire un tragitto, decidere il da farsi. Il risultato momentaneo? Resta al suo posto il segretario che ha portato i popolari a quota 4 percento e che volendo diventare! Presidente della Repubblica, non ce l'ha fatta. In questi due giorni Marini voleva evitare che le sui; dimissioni venissero accolte, voleva uscire «vivo» per giocarsi le sue chances future: o come kinc/niaker o come possibile candidato alla propria successione. Marini ce l'ha fatta ad imporri; questo tra- gitto al ralenti, anche perché avevano il suo stesso interesse a prendere tempo gli altri due personaggi decisivi negli equilibri del partito: Ciriaco De Mita (che punta a scegliere lui il nuovo segretario) e Pierluigi Castagneto, il capo della opposizione interna, consapevole che in questa occasione non l'avrebbe spuntata. E così, nei prossimi 65 giorni, si apre la corsa alla segreteria, una competizione che si preannuncia convulsa, destinata ai colpi di scena. Affollatissima la lista dei concorrenti: per la sinistra Pierluigi Castagnetti ma anche il giovane ministro Enrico Letta; il demitiano Ortensio Zecchino, il vicesegretario Dario F'ranceschini che al di là delle dichiarazioni di simpatia di Marini, per ora ò il candidato dei tre ministri di punta: Sergio Mattarella, Rosa Russo Iervolino e Rosi Biodi. E nella corsa potrebbe spuntare anche Sergio D'Antoni. In poh; position, ma non ò detto che sia un vantaggio, c'è l'emiliano Pierluigi Castagnetti, amico di Prodi, ex sinistra de ma con un rapporto difficile con De Mita, che non lo ha mai amato. Ma qui c'è una piccola sorpresa: De Mita, in un intervento seguito in silenzio da una platea molto nervosa in altri casi (per esempio quando hanno parlato i tre ministri), ha continuamente interloquito dal palco proprio con Castagnetti. E più tardi, seduto in una poltroncina del palazzo dei Congressi, De Mita confida: «Io avrei un rapporto difficile con Castagnetti? Ma no, io l'ho allevato. Certo, poi ha tralignato, ma oggi ha fatto un buon intervento...». Ma anche Franco Marini ha avuto parole di ringraziamento per Castagnetti: «Un grazie particolare a lui perché ha sentito, come l'ho sentito io, al di là delle critiche anche forti, il dovere di uno sforzo di unità e disponibilità». Ma qualcuno immagina che a questo punto Marini possa lanciare in pista il suo amico Sergio D'Antoni. «Sarebbe stato possibile - dice il sottosegretario al Tesoro Roberto Pinza se avessero votato gli iscritti e magari i... moribondi, ma l'aver consentito che l'elezione del segretario sia allargata agli eletti, cioè a persone 'vive' in carne ossa, chiude la strada a D'Antoni». In questi due giorni si è mosso con una certa sapienza il ministro irpino Ortensio Zecchino, che ha partecipato a tutte le trattative riservate, ma anche nel suo caso vale l'enigma: chi sarà il prescelto di De Mita? Il segretario «Ringrazio tutti ora siamo in grado di superare una difficile crisi» Candidati alla successione Castagnetti Zecchino, Letta e Franceschini DALIA DC AL PPI COSI' ALLE ELEZIONI .■■;"»/ I Segretari De Gasperi Piccioni Fanfani Piccoii-Zoli-Gui- Rumor Rumor Piccoli Forlani Fanfani Znccagnini 1980 1982 1989 1992 18/1/194 30/3/94 29/7/94 1ó/3/'95. 12/1V97 Piccoli De Mita Forlani Martinozzoli Nasce il PPI Jervolino (Reggenza) Bottiglione Bianco Marini Politiche '92 29,7% Politiche '94 11,1% Europee '94 10,0% Il presidente del Senato Nicola Mancino con Ciriaco De Mita ieri al Consiglio nazionale

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