Pensioni, scontro Confindustria-sindacoti di Roberto Ippolito

Pensioni, scontro Confindustria-sindacoti Cgil, Cisl e Uil : «La concertazione va salvata, oppure il governo raddoppi le tasse alle imprese» Pensioni, scontro Confindustria-sindacoti Cipolletta: riforma senza di loro Roberto Ippolito ROMA Il problema è la firma. «Questa volta si può faro la riforma delle pensioni con la firma solo di Coriondustria e senza quella dei sindacati» immagina Innocenzo Cipoletta, direttore generale della Confindust ria. E questa frase fa inferocire i sindacati. «E1 difficile pensare a un accordo fatto senza gli interessati e contro gli interessati, visto che lavoratori e pensionati sono rappresentali dai sindacati e non dalla Confindustria» afferma irritato il segretario della Cgil Sergio Cofferati, E il leader della Cisl Sergio D'Antoni, passa al contrattacco: "Allora io dico: aumentiamo le lasse del 100 per cento alle imprese». Lo scontro, emerso con le audizioni di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil alle Commissioni Bilancio di ( !amora e Senato riunite congiuntamente, consiste in questo. Secondo ''.ipolotta il governo non è obbligato ad avere la firma, ovvero il consenso preventivo, per toccare le pensioni. Secondo i sindacali, la firma ci vuole eccome essendo i loro rappresentali destinatari delle eventuali misure. La posta in gioco ò il futuro della previdenza e anche la concertazione, la politico del confronto fra governo, sindacati e impreso. La Coiilìndusiria ritiene che la concertazione non debba bloccale gli interventi sulle pensioni che il governo guidato da Massimo D'Aldina ha prima ipotizzato per garantire l'equilibrio dei conti e poi non ha delineato con precisione nel documento di programmazione economico finanziaria. Per Cipoletta «il governo non deve necessariamente trovare un accordo» porche (ascolta le parti sociali e fa subito la riformili) giudicata non rinviabili! per evitare un dissesto futuro. Incalza il presidente Giorgio Eossa per il quale la concertazione «6 un metodo» elle non può tradursi nella Micerca assoluta! 0 «preventiva» del consenso. 1 sindacati ritengono che un provvedimento d'autorità contraddice la concertazione 6 l'affosserebbe addirittura. -Spiega D'Antoni: « 1 .a concertazione è una cosa seria: non può esserci qualcuno che canta e qualcuno che porta la croce; o tutti cantano o tutti portano la croce». Guardando alle dispute sulle pensioni e allo controversie con il governo stiliti politica economica e sulle ferrovie, D'Antoni vette nero: «Se continuiamo cosi sarà un autunno caldissimo)!, Cofferati ritiene privo di senso che veda la luce un progetto in materia previdenziale con la firma della Confindustria e senza quella dei sindacati: «Tanto che con In riforma del 1995 è accaduto esattamonte l'opposto». Ma per Cipoletta non c'è nulla di strano se la parti sono scambiate: «Sulla riforma precedente gli industriali non orano d'accordo ma poi il governo l'ha l'aitalo stesso». Quattro anni là la concertazione non sfociò nell'avallo della Confindustria, ora a giudizio di Cipoletta può avere come epilogo la mancata firma dei sindacati. Che la concertazione sia sotto pressione e osservalo da Emma Marcegaglia, presidente dei giovani industriali: «E' uno strumento che è stato utile all'Italia fino ad oggi» ma se non favorisce più lo sviluppo «bisogna seguire altre strade». D'Antoni ricorda però alla Confindustria «di aver firmato solo sci mesi fa il patto per lo sviluppo attraverso la concertazione» e perciò l'associazione degli imprenditori «dovrebbe fare una cura di fosforo come gli studenti della maturità». Lo scontro tra governo e sindacati che ha preceduto il varo del dpef e frenato le scelte sulle pensio- ni è quindi seguito dal match Confindustria-sindacati. Gli industriali con Cipoletta premono su D'Alema affinchè si muova subito por evitare «la gobba», cioè l'aumento noi prossimi anni della spesa rispetto ai contributi versati. Cofferati avverte invece che «non c'è accordo per cambiare le scadenze previste», ovvero per anticipare la verifica dei conti che è messa in programma per il 2001. Cipoletta chiedo in particolare l'abolizione dello pensioni d'anzianità, concesse più por la quantità di contributi che per l'età. La Confindustria le considera accettabili solo con quarant' anni di contributi, chiede l'applicazione per tutti del metodo contributivo (il calcolo dello pensioni in base ai versamenti), incentivi per i fondi pensiono, la riduzione dei contributi pagati dai datori di lavoro. Il direttore generale di Confindustria lamenta che il dpef «illustrato» dal governo non trova «riscontro in quello varato» che «è un altra» testo. E non solo per le pensioni. In un documento confindustriale si contesta la scomparsa delle misure previste per la flessibilità dei rapporti di lavoro fra ah la «semplificazione delle procedure» per licenziare. E sul contrasto tra maggioranza e sinduti in tema di previdenza è intervenuto anche Berlusconi: "I sindacati fanno dell'Italia un paese a sovranità limitata e questo problema non può essere nsolto dalla sinistra. Potremo risolverlo noi quando torneremo al governo".

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