Cavo d'ormeggio uccide due marinai di Paolo Lingua

Cavo d'ormeggio uccide due marinai A- - , CJ C" X Uno è stato decapitato, l'altro è morto dissanguato. La magistratura ha aperto un'inchiesta Cavo d'ormeggio uccide due marinai Genova, Vincidente su un mercantile in porto Paolo Lingua GENOVA Ancora due morti in 24 ore nelle acque del porto di Genova. Ieri mattina, alle 7,30, la nuova tragedia - a poche ore da quella del «Piper», precipitato nel mare di Quinto con due persone a'bordo all'estremità occidentale del porto, al ponte Nino Ronco, terminal degli armatori «Messina»: un pesante cavo d'ormeggio, che nel gergo portuale viene indicato come «spring» (primavera), salta all'improvviso, cosi che la carrucola d'acciaio (altro soprannome singolare, «monachella») decapita il mozzo Giovanni Sorriso, 33 anni, di Torre del Greco, mentre il canapo, come una mannaia, colpisce il terzo ufficiale di coperta, Emilio Caso, 25 anni, di Ancona. Quest'ultimo si accascia sul ponte della motonave «Jolly Rosso» e muore in pochi minuti, prima che sia praticamente possibile capire che cosa si può fare, per l'emorragia, Tutto si svolge in pochi secondi: ormeggiatori e marittimi del mercantile della linea «Messina» (il «Jolly Rosso», 30 mila tonnellate, proveniente da Marsiglia, era entrato in porto ieri mattina verso le 6 e si apprestava a completare le operazioni d'attracco al molo) restano impietriti, impotenti. Nel volgere di pochi minuti il terminal Nino Ronco, dove la famiglia Messina da un paio d'anni s'è trasferita dalla Spezia per operare in «autonomia funzionale» (l'armatore carica e scarica liberamente, impiegando proprio personale o ingaggiando a termine uomini della Compagnia Unica degli scaricatori genovesi), è invaso dai mezzi dei carabinieri, della polizia portuale, dei vigili del fuoco, della Capitaneria. Arriva anche il magistrato, il pm Lucia Vignale, che apre un'inchiesta per accertare eventuali responsabili! a. Per Caso e per Sorriso npà.tj'f? nullada fare: le due salme sono avviai e 'all'Istituto di medicina Legale dell'Università per l'autopsia. E' la terza volta che al terminal dei Messina si verifica un incidente sul lavoro, mortale: l'anno scorso, in aprile, era morto a bordo della «Jolly Rubino» un giojrane portuale, travolto da un carrello. Pochi mesi dopo, in luglio, uno scaricatore aveva perso l'equilibrio sulla «Jolly Marrone» ed era stato travolto da un montacarichi (in gergo «muletto»). Ancora l'anno scorso altri due incidenti, nel porto: al Veltri era morto un marittimo cinese, mentre a Porte Assercto uno stagista giovanissimo era stato travolto da una gru semovente. In passato, scaricatori e sindacati confederali di categoria avevano denunciato i limiti di sicurezza di molte aziende in porto e soprat- tutto i ritmi sempre più incessanti e le «limature» agli organici delle squadre ai fini d'una maggiore produttività. Cosi, ieri mattina, in tutto il porto di Genova s'è scioperato, per tre ore, sino a mezzogiorno, in tutti i terminal e in tutti i reparti. Al molo Nino Ronco, invece, lo sciopero s'è protratto oltre il primo turno, anche per i due turni pomeridiano e serale, sino alle 19. La Federazione dei lavoratori dei Trasporti aderente alla Cgil, per bocca del suo segretario genovese, Roberto Luvini, ha auspicato uno sciopero generale d'un giorno intero da effettuare a Genova per tutte le categorie produttive. Si vuole ottenere di più, insiste Luvini, dall'Autorità Portuale, dagli armatori, dai terminalisti, dagli agenti, dagli spedizionieri, dai trasportatori in materia di sicurezza, anche se, per ammissione degli stessi sindacati, dallo scorso gennaio, quando è stato siglato un importante accorrlo, la situazione in molti settori è migliorata e s'è fermata, in parte, la «folle corsa» alla produttività fine a se stessa. Nei prossimi giorni, i periti che saranno nominati dal magistrato cercheranno di chiarire le cause della tragedia di ieri mattina: la «Jolly Rosso», come tutti i mercan¬ tili, viene fissata al molo con sei cavi «spring»; due a prua, due a poppa, due al centro. E' uno dei due cavi del centro che s'è staccato e ha scaraventato la carrucola che pesa crtinsi cento chili addosso al mozzo, mentre il cavo che ho un diametro di dieci centimetri ha colpito 'l'ufficiale. Che cosa è accaduto? S'è staccata da riva per un errore umano? Non ha tenuto la carrucola per un difetto di manu- tensione? Tutto appare, per ora, inspiegabile. Gli armatori Messina si difendono: siamo l'azienda che spende di più per la sicurezza, battiamo bandiera italiana e non di comodo e abbiamo tabelle d'armamento (occupazione e retribuzioni) elevale. La maebe di Emilio Caso, alla notizia della mone del figlio, è stata colpita da infarto ed è stata ricoverata all'ospedale di Ancona. Dopo la tragedia in tutti i terminal i lavoratori hanno scioperato 3 ore per chiedere più sicurezza nei cantieri E' il quinto incidente in un anno e mezzo Il sindacato propone un giorno di protesta La motonave «Jolly rosso» dove è avvenuta la tragedia di ieri QUATTRO MORTI IN UN ANNO 30 Aprii* 1998 Terminol Messina, ore 5. Un carrello, sulla portacontainer •Jolly Rubino» travolge e uccide Gian luca Chiarini, 26 anni, dipendente dello Compagnia Unica lavoratori merci vane 8 Luglio Terminal Messina, ore 11. Un altro dipendente della Culmv. Furio Dellacaso, slo «spuntando» uno partito di granito movimentato a bordo dello «Jolly Marrone»: salito sul «muletto", perde l'equilibrio e cade tra le ruote del rimorchio. 13 Agosto VTE-Voltri Terminal Europa, ore 2. Un marittimo cinese, al lavoro nello stivo di uno nove, sto segando, sonzo odeguoto imbrogatura, una barra di lorro. l'uomo perde l'equilibrio e cade dopo un volo di venti metri 23 Dicembre Ponte Asserito, ore 17. Uno stagista di 22 anni, Andrea Bellini, finisce stritolalo da una «rollo» durante le operazioni di scarico di un traghetto della Grimaldi